parlando della … “STRADA DELLA VAL SOANA” di Silvia Amore

In questa cupa giornata autunnale,  dove le dirompenti precipitazioni hanno prodotto, per fortuna solo lievi danni, soprattutto alla strada della valle Soana, ricevo da Silvia Amore un’appassionato omaggio  sul tema   “LA STRADA DELLA VAL SOANA”. Anche oggi, purtroppo,  la nostra strada che risale la valle, a causa delle intense precipitazioni, ha riportato “altri segni”  lungo gli stretti fianchi delle nostre montagne. Ma per noi, amanti della nostra valle Soana resta pur sempre la strada che conduce nella “carissima VALLE FANTASTICA”.

BUONGIORNO, in allegato il mio contributo letterario per il sito web  vallesoana.it  e un omaggio alla mia carissima VALLE FANTASTICA. Silvia Amore

LA STRADA DELLA VAL SOANA
La strada della Val Soana inizia così, che proprio non diresti: a sinistra del piazzale davanti ai cancelli ora chiusi della storica ex-Manifattura, fiancheggia il lungo muro di cinta e poi via, subito in salita, stretta tra le case del rione Villanova di Pont.
La strada per la Val Soana ha l’abito d’asfalto rattoppato ma così come la vedi è -tutto sommato- giovane, rispetto alle antiche strade che risalivano la valle: mulattiere accuratamente selciate, delineate da muretti a secco, tutte costruite con cura e sapienza.
La strada che porta in Val Soana scorre piano una curva dietro l’altra, quasi senza tregua, mettendo a dura prova le gambe e il fiato dei ciclisti, l’abilità dei motociclisti, la pazienza di chi sale con qualunque tipo di mezzo su quattro ruote. Intanto, dopo i primi tornanti ecco si rivede Pont; un’occhiata rapida soltanto, perché il tracciato sinuoso non permette troppe distrazioni.
Mentre la strada sale, il torrente alla sua destra scende, fluido nel suo rapido movimento d’acqua come una serpe argentata in fuga tra i cespugli. Il Soana, che nei millenni ha inciso così profondamente la valle, ora cammina nel suo letto laggiù in fondo e pare non ricordare quel settembre dell’anno duemila quando, nei giorni dell’alluvione, urlava di rabbia cupa e incontrollabile, gonfio di acque torbide. Ma la strada sì che se lo ricorda, e ne porta i segni: nei suoi muri di sostegno e nelle sue scogliere ricostruite o ancor più nei ricordi di tutte quelle persone che la videro ferita e interrotta.
Tuttavia, la strada per la Val Soana non abbandona il fiume: per stargli accanto traccia il suo cammino sul versante così ripido, in questa stretta valle dai fianchi coperti di boschi, dove il sole tramonta presto e dove qua o là un villaggio in pietra compare sul pendio, per regalare stupore e curiosità a chi arriva da lontano.
Ma la strada che conduce in Val Soana non ha finito con le sorprese, perché ora il profilo della Valle s’allarga e si distende; quasi all’improvviso mostra le vette a destra e sinistra, così vicine. E ‘un invito alla meraviglia, un abbraccio più ampio per lo sguardo.
La strada della Val Soana ti accompagna prima a Ingria, poi ti indica la direzione per il vallone di Forzo, quindi attraversa Ronco, poi arrivata a Valprato ti dice: ecco, dove vuoi andare ora: a destra o a sinistra? Piamprato o Campiglia? Van bene entrambe- tu risponderai- perché tutto quassù è montagna.
La strada per la Val Soana riporta ancora alle radici i discendenti, figli o nipoti di tutti quei Valsoanini che partirono per la Francia in tempi non così lontani. Li conduce fino alle case di famiglia, a riaprire quelle porte e quelle finestre, fedeli e puntuali come la bella stagione che ritorna ogni anno dopo il lungo inverno.
La strada che arriva in Val Soana finisce e ricomincia: risale ancora nelle vie d’alpeggio e di transumanza o fino a San Besso, lungo quei sentieri che raggiungono i valichi, cammini di storia nati per unire genti e montagne vicine da sempre.
La strada della Val soana è ancora una storia che si racconta e ha bisogno di tante altre storie per scrivere il suo futuro, dunque ora continua tu: “la strada…”
Silvia Amore, 10-9-2019
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