“LA VALSOANA DIJ MARÈT” : anche Pont e’ in valle Soana di Marino Pasqualone

Quando si parla di “Valle Soana” comunemente si intende il territorio compreso all’interno dei Comuni di Ingria, Ronco Canavese e Valprato Soana.
Molto probabilmente gran parte degli stessi abitanti dei tre paesi valligiani sono convinti che la Valle Soana inizi soltanto dopo la borgata Frailino di Pont Canavese, e che quindi il paese di fondovalle (ma anche quello di Frassinetto) non abbiano nulla a che fare con la “Valle Soana” propriamente detta, tanto da definire abitualmente con il termine di “marèt” chiunque risieda prima del punto dove, poco prima di Ingria, la teleferica a servizio della centrale idroelettrica che sfrutta le acque del torrente Verdassa attraversa la strada provinciale.
E se è pur vero che sull’asse delle borgate pontesi di Butifinéra e Frailino si registra una netta cesura per quanto riguarda il “dialetto” (o, se preferite, la lingua francoprovenzale), dal punto di vista geografico, culturale, architettonico e storico non c’è (anche se sarebbe meglio dire “non c’era”) alcuna differenza sostanziale tra chi viveva, ad esempio, nelle borgate Cup o Stroba di Pont oppure a Pasturera o Rivòira di Ingria, peraltro distanti poche decine di minuti di cammino l’une dalle altre.
Insomma, quello su dove comincia davvero la Valle Soana è un equivoco (oppure un tabù?) che dura da troppo tempo e che, a parere di chi scrive, deve essere finalmente affrontato senza preconcetti ideologici affermando, senza tema di smentita, che un’ampia parte del territorio della valle ricade anche nel Comune di Pont Canavese (oltre che, ovviamente, in quello di Frassinetto: basti pensare all’intera sinistra orografica della Val Verdassa ed all’alta e media valle del Rio Bigio).
Ebbene sì, cari “puristi” valligiani, da Pian Rastello al Frailino, dal Cantun ‘d Zur a Stroba, da Raie a Montpont, tutti possono definirsi a buon diritto come abitanti della Val Soana !
Un territorio come detto assai ampio di Pont (vasto, ad esempio, come e forse più dell’intero territorio comunale di Ingria), è dunque da considerarsi a tutti gli effetti “valsoanino”, ed è giunto il tempo per chi ci abita di riappropriarsi di questa “identità” valligiana e di farne strumento della sua valorizzazione dal punto di vista ambientale, culturale ed economico.
Insomma, è ora di rialzare la testa e di non abbandonare ulteriormente al suo destino di progressiva marginalizzazione e spopolamento questa vasta fetta di territorio montano pontese, un tempo densamente abitato e coltivato, e di affermare con orgoglio che ci siamo anche noi, i “marèt” della bassa Val Soana, che geograficamente si estende grosso modo dalla confluenza del torrente Verdassa nel Soana a valle di Frailino fino a dove lo stesso torrente Soana si getta nell’Orco, salendo dai meno di cinquecento metri del fondovalle ai quasi mille e 900 della Punta d’Arbella e dell’Uja di Ingria.
Ed è proprio di questo territorio, delle sue borgate e del suo ambiente naturale, della sua storia e del suo possibile futuro, che parleremo negli articoli che seguiranno: “ La Valsoana dij marèt ”, checché ne pensi qualcuno magari storcendo il naso, c’è davvero, e da queste righe proveremo finalmente a darle voce ed una nuova consapevolezza di esistere.

Marino Pasqualone
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