Sparone: l’ULTIMO PARROCO CHE ABITO’ A RIBORDONE NEL N. 9 DI “ L’ARCALUS”

SPARONE –   E’ uscito da poche settimane ma già si avvia ad andare esaurito il numero nove della rivista “L’Arcalűs”, edita a cura di Elio Blessent, nella quale il cultore di storia locale continua ad analizzare e raccontare i tanti aspetti del territorio e le vicende di persone che hanno in vario modo segnato la storia delle comunità di Sparone e Ribordone.
( da “IL RISVEGLIO POPOLARE” del 12 marzo 2015 )
La rivista, nata inizialmente come un viaggio alla riscoperta di avvenimenti ed immagini di un paese, Sparone, le cui antiche vestigia ed i cui protagonisti stanno purtroppo a poco a poco scomparendo, dal numero sette si è ampliata riportando al suo interno anche le cronache ed i personaggi del vicino paese di Ribordone, diventando così un “Quaderno di storia sparonese e ribordonese”.
Ed è proprio Ribordone a fare la parte del leone nell’ultimo numero de “L’Arcalus”, con quasi metà della rivista dedicata a ricostruire con precisione e partecipazione la storia dell’ultimo parroco di Ribordone che ancora visse stabilmente nel paese montano, scomparso nel 1969 a soli 45 anni, al quale è dedicata pure la copertina della pubblicazione.
Don Giuseppe Costanzo, nato a Barone Canavese il 24 aprile 1924, nell’agosto del 1956 all’età di 32 anni fu destinato dall’allora Vescovo di Ivrea Mons. Paolo Rostagno a reggere le sorti della parrocchia di Ribordone (paese che allora contava ancora circa 500 abitanti, mentre oggi i residenti sono rimasti circa settanta): “ Don Giuseppe fà il suo ingresso solenne a Ribordone il martedì 14 agosto, in una splendida giornata di sole – scrive Elio Blessent – Scendendo dall’auto il sorriso e il saluto cordiale di Don Giuseppe colpiscono subito i ribordonesi, che nutriranno per lui un affetto e un attaccamento filiale… Don Giuseppe è felice, ma emozionato e curioso allo stesso tempo: non riesce a vedere i volti di tutti i presenti, che si accalcano vicino a lui e vogliono salutarlo. Sperava certo, ma forse non immaginava un così affettuoso benvenuto nei suoi confronti… Accompagnato dal Pievano di Pont Can. Lorenzo Patrito, Don Costanzo salì i gradini del presbiterio per inginocchiarsi all’altare, dove pronunziò la solenne promessa al Signore: vicino a lui il Prevosto di Sparone Don Carlo Deiro, con il quale divenne amico e confidente”.
E già pochi giorni dopo l’ingresso nella sua nuova parrocchia per Don Costanzo si tratta di affrontare l’appuntamento religioso più sentito non solo da tutti i ribordonesi residenti ed emigrati, ma anche da moltissimi canavesani: la festa del 27 agosto (e della domenica successiva), anniversario dell’apparizione della Madonna a Prascondù, presso l’omonimo Santuario.
Poi, dopo le feste estive che ripopolano un paese, Ribordone, che già allora era in rapido declino demografico, si torna alla vita di tutti i giorni: “ Don Giuseppe pian piano inizia a visitare tutte le borgate del Comune e conoscere le persone ivi residenti – si legge ancora sull’ultimo numero dell’Arcalus – Tutti hanno una parola cordiale per il nuovo Rettore, come del resto lui per i suoi nuovi parrocchiani”.
Per potersi muovere su quel vasto ed un poco isolato territorio montano con maggiore autonomia, il giovane parroco di Ribordone acquista prima una vespetta e poi una piccola auto: “Passa il tempo e Don Giuseppe si accorge che fare il parroco lì è duro – scrive Elio Blessent – non più tanto per il dislivello geografico dei sentieri, quanto per una impostazione di vita con mille contraddizioni tra chi resta abbarbicato alla montagna, all’antica, e chi parte e ritorna saltuariamente, tra una mentalità tradizionale ed un mutamento vertiginoso di usi e costumi proprio dei nostri giorni”.
E mentre Don Giuseppe da un lato si impegna, pur tra difficoltà e forse qualche incomprensione, nel divulgare anche in quell’angolo appartato della montagna canavesana le novità portate dal Concilio, dall’altro si dà da fare per la vita liturgica e si appassiona sempre più per il Santuario della Madonna di Prascondù, dove, sottolinea Blessent, “spende energie in abbondanza”.
Ma, nel 1968, la salute del pur ancora giovane parroco di Ribordone inizia a vacillare, tanto che gli viene consigliato riposo e la residenza ad una più bassa altitudine per i suoi problemi al cuore, ma Don Giuseppe tiene duro: “ Sono diversi i motivi per non volersi muovere, tutti molto umani, ma certo quelli dell’affezione alla sua gente e del desiderio di celebrare la ricorrenza del 350° anno dell’apparizione della Madonna in questa valle sono prevalenti”.
Le sue condizioni di salute però peggiorano ancora, e, a poco più di un mese prima dell’attesa ricorrenza del 27 agosto (350° anniversario dell’apparizione della Madonna a Prascondù), dopo un ultimo ricovero presso l’ospedale di Cuorgnè ritorna ormai morente alla sua parrocchia all’ombra del Monte Colombo, dove spirava a soli 45 anni il 16 luglio 1969.
“ Quella su Don Giuseppe Costanzo è stata per me una ricerca lunga e doviziosa – spiega Elio Blessent – perchè ho  voluto raccogliere tutte le testimonianze possibili sulla vita e la permanenza di Don Costanzo a Ribordone, per meglio descrivere le doti e le ottime qualità di questo sacerdote che fu molto benvoluto dai più”.
Sull’ultimo numero della rivista L’Arcalus non mancano poi altri interessanti articoli dedicati al ricordo del sacrestano di Ribordone Osvaldo Donetti, due scritti della maestra Nina Costa sulla borgata Bose di Sparone e sui racconti della nonna, la dettagliata ricostruzione della storia della borgata Prealba di Sparone e della sua chiesa della Madonna dei Castagni, oggi purtroppo abbandonata e fatiscente.
Infine un approfondimento sul vecchio e quasi sconosciuto mulino di Frachiamo, risalente al 1600, ed un articolo sull’alpeggio di Pian Crest (Ribordone), scritto da Raffaella Blessent sul filo di emozioni e ricordi famigliari.
La rivista è ancora disponibile presso l’edicola di via Maestra a Sparone, oppure contattando telefonicamente lo stesso Elio Blessent (0124.818838).
Marino Pasqualone
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