CUORGNE’ – Il pronto soccorso non riapre più, il sindaco a gamba tesa contro la Regione: «Non vogliamo altri contentini» tratto da Quotidiano Canavese

Il sindaco Cresto: «Si parla di estendere il Punto di Primo Intervento anche la notte con

investimenti per 400 mila euro. Non sarà altro che l’ennesimo contentino dato per tenere buono il territorio: qui c’è bisogno del pronto soccorso»

Per l’ospedale di Cuorgnè il territorio vuole il pronto soccorso aperto 24 ore su 24. Niente soluzioni tampone e «contentini» pre elettorali. Lo ha detto chiaro, l’altra sera, il sindaco Giovanna Cresto. Ora che si parla di ampliare il Punto di Primo Intervento anche la notte, dai sindaci è arrivato un netto «no» a questa soluzione. Evidentemente costosa e senza prospettiva: quello di Cuorgnè è l’unico pronto in soccorso in Piemonte chiuso per l’emergenza covid e mai più riaperto. Ecco cosa ha detto il sindaco Cresto in proposito.

«Mi è stato spesso consigliato di non espormi a favore del sito Ribes perché la costruzione del nuovo ospedale in quel punto avrebbe potuto penalizzare l’ospedale di Cuorgnè, che rischiava così di essere ulteriormente depotenziato. Io ho ritenuto corretto prendere una posizione e stare al fianco dei miei colleghi amministratori, in una battaglia che giustamente deve andare oltre i confini di un singolo comune. E a conti fatti non ritengo assolutamente di aver preso la decisione sbagliata. Infatti sebbene non sia stato scelto il sito di Ribes per il nuovo ospedale, lo scenario futuro di quello di Cuorgnè è sempre più incerto».

«Lo studio AGM col quale sono stati rilevati i fabbisogni della nostra Asl ed è stata determinata la dimensione del nuovo ospedale, indica quale strada tecnica sarebbe da seguire per il potenziamento dell’ospedale di Cuorgnè: l’esternalizzazione. Una strada per noi del tutto inaccettabile – ha detto il sindaco – sembrerebbe inoltre, e qui il condizionale è d’obbligo, visto che ancora una volta noi sindaci non veniamo messi a conoscenza di tali scelte se non una volta assunte, che si stia lavorando per l’estensione dell’orario attuale del PPI, con copertura H24 e che per tale operazione siano state rinvenute ingenti somme, si parla di oltre 400 mila euro. Questo, se verrà confermato, non sarà altro che l’ennesimo contentino dato per tenere buono il territorio a fronte di una palese volontà di non implementare i servizi veramente necessari per i cittadini delle nostre valli».

E ancora: «Non ci serve un PPI notturno, ci serve un pronto soccorso H24 in cui medici urgentisti e non, provenienti da altre strutture pubbliche, vogliano venire a lavorare, senza più dover ricorrere ai medici delle cooperative. E perché ciò avvenga chiediamo con forza che si investa sui servizi di anestesia, cardiologia, ortopedia, tutti assolutamente necessari perché un medico in servizio al pronto soccorso possa svolgere il suo lavoro con adeguata serenità e coscienza. Sino a che non sarà messa nero su bianco una programmazione seria che vada in questo senso, tutte le azioni intraprese non significheranno altro che uno spreco di soldi pubblici». 

Per parlare della situazione dell’ospedale di Cuorgnè, il sindaco Cresto ha chiesto che venga convocata l’assemblea dei sindaci dell’Asl To4. «Ho parlato con il presidente dell’assemblea, il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, il quale mi ha garantito che la convocazione verrà fatta entro il mese di settembre. Ecco, sarebbe giusto e doveroso che in quella sede l’assessore Icardi venisse ad illustrarci personalmente quali politiche sanitarie intende portare avanti per il nostro Canavese, ora che la strada che i nostri cittadini dovranno percorrere per ottenere cure mediche sembra essere sempre più lunga e tortuosa».