Valli Orco e Soana: riapre (parzialmente) lo sci nelle valli a cura di Marino Pasqualone

Dopo la nevicata della scorsa settimana

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 16 febbraio 2024)

VALLI ORCO E SOANA -. Dopo le nevicate della scorsa settimana anche le montagne delle valli Orco e Soana si sono finalmente colorate di bianco, e già domenica 11 febbraio al ritorno del sole le stazioni sciistiche del versante canavesano del Gran Paradiso ne hanno beneficiato riaprendo, seppur parzialmente, i loro impianti.

A pieno regime a Piamprato in alta valle Soana, dove oltre al tapis roulant ha finalmente potuto riaprire i battenti anche lo ski-lift gestito da Pianeta Neve Ski, mentre alla Cialma di Locana per ora è stato aperto il tapis roulant ma resta ancora al palo la seggiovia.

A Ceresole Reale, in alta valle dell’Orco, sono aperti gli anelli di fondo di 1,2 e 3 km in località Lilla e il giro lago lato montagna, mentre restano ancora chiusi i collegamenti ed il giro lago lato paese.

In realtà, infatti, la neve caduta nelle valli non è poi stata molta, e comunque confinata a quote superiori ai mille e 300 metri di altitudine: al momento in cui scriviamo se ne contano ancora poco più di 30 cm a Piamprato Soana e meno di 20 a Ceresole Reale, ed pure ai 2 mila e 300 metri del Lago Agnel la stazione meteo segnala la presenza al suolo di poco più di mezzo metro di manto bianco.

Ed anche le previsioni a breve e medio termine non fanno sperare al momento in ulteriori apporti significativi nei prossimi giorni, segnalando anzi la possibilità che lo “zero termico” si collochi nel fine settimana sopra i 3 mila metri di quota.

E, sul tema della scarsità di neve e sulle prospettive del turismo “bianco”, un nuovo allarme è arrivato proprio in questi giorni dalla vicina Svizzera: “La stagione degli sport invernali, così come la conosciamo e continuiamo a immaginarla, non ha futuro – ha affermato sul Corriere del  Ticino Claudio Visentin, storico del turismo e docente presso l’Università della Svizzera Italiana – Bisogna prenderne atto e agire di conseguenza”

“Per chi studia le dinamiche del turismo, il quadro è molto chiaro – ha aggiunto Visentin –  si possono salvare in parte presenze e occupazione solo diversificando l’offerta e orientandosi sulle attività apprezzate dalle giovani e giovanissime generazioni: trekking, mountain bike, parapendio, zipline e così via”.
Insomma, è forse davvero ora di ripensare globalmente l’approccio al turismo alpino, anche perché le neiges d’antan probabilmente non torneranno mai più.

                                                                                                          Marino Pasqualone