Il Canavese è al centro di una nuova, innovativa, esemplare filiera forestale che fa scuola in Piemonte e in Italia. Merito della Segheria Valle Sacra, del Consorzio forestale del Canavese, della Coooperativa Valli Unite del Canavese, che stamani hanno insieme inaugurato a Castellamonte, a pochi metri dalla segheria, la struttura che ospita il “Centro di promozione dei prodotti in legno del Canavese”. Tutta in legno locale ovviamente, con parametri ambientali e costruttivi di primo livello. Un modello per il Piemonte e per l’Italia, che arriva alla vigilia dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del nuovo “Codice forestale”, l’importante legge che mette il sistema forestale italiano (forte di 12 milioni di ettari di superficie, 1 milione solo in Piemonte) al centro del sistema ambientale, naturale e istituzionale, promuovendo una gestione attiva che manca da troppo tempo in particolare nelle Alpi e nell’Appennino, puntando a oltre 800milioni di euro di gettito l’anno grazie alla lavorazione di prodotti e anche alla valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali del bosco. Una legge che vuole unire virtuosamente Enti locali, sistema delle imprese e terzo settore.
Il Canavese apre la strada, come già ha fatto la Val di Susa grazie all’impegno sulla sostenibile filiera energetica e non solo. Come ha fatto anche la Val Varaita, grazie alla formazione per giovani e adulti e alla crescita di Saluzzo Arreda e di altri strumenti aggregativi. “In Piemonte si stanno sviluppando una serie di importanti progetti nell’ambito forestale finalizzati alla valorizzazione del legname locale – spiega Gianni Tarello, coordinatore del settore forestale dell’Alleanza delle Cooperative, da anni alla guida della Segheria Valle Sacra e ideatore dei progetti canavesani varati oggi – Sono coinvolte una serie di aziende e cooperative che hanno come obiettivo il ridare impulso all’impiego di legno piemontese per usi nobili. Compresa la bioedilizia, certi di avere a disposizione in Piemonte legno di ottima qualità, contrariamente al pensiero unanime diffuso”.
Il fulcro di questi progetti e iniziative è il progetto di filiera forestale del Canavese con le sue diverse realtà produttive: il Consorzio Forestale del Canavese che gestisce quasi quattromila ettari di boschi, prevalentemente castagneti, la Cooperativa Valli Unite del Canavese, che si occupa di attività forestali, di recuperare territorio e di prevenzione del rischio idrogeologico con tecniche di ingegneria naturalistica, e la Segheria Valle Sacra, che si propone di valorizzare il legname attraverso la sua trasformazione. “Se all’inizio dello sviluppo del progetto – prosegue Tarello – le attività produttive si limitavano a produrre paleria di castagno e carpenteria in legno per l’edilizia, oggi, con la collaborazione di nuovi soggetti, l’obiettivo diventa costruire in bioedilizia con legname piemontese. I nuovi attori che condividono questo sogno sono la Cooperativa Edilcasa di Biella, specializzata in bioedilizia, e il gruppo industriale Iris-Laserlam, che sta progettando la ristrutturazione e la rivitalizzazione di borgata Ambornetti a Ostana, in Valle Po, totalmente in bioedilizia con legname di castagno piemontese. Le difficoltà non sono poche e gli ostacoli vengono anche dall’UE che non pende in considerazione il legname presente in Piemonte per la certificazione ai fini strutturali, ma tende a privilegiare legni di qualità molto inferiore come l’abete rosso”.
Il primo passo per la realizzazione del progetto per lo sviluppo della filiera forestale in Canavese è la realizzazione del “Centro di promozione dei prodotti in legno del Canavese” a Castellamonte, inaugurato stamani alla presenza del Sindaco Pasquale Mazza, del Presidente dell’Unione montana di Comuni Valle Sacra Aldo Querio Gianetto, con molti Amministratori locali, del progettista arch. Gianbattista Pomatto e delle imprese costruttrici. Si tratta di una struttura in classe A, secondo i parametri CasaClima, interamente in legname piemontese di latifoglia. La parte strutturale è in travi di castagno massello, le pareti sono a telaio e la struttura del telaio è in bilama di pioppo. I serramenti sono in legno di castagno termotrattato a 140 gradi e non hanno trattamenti chimici preservanti o verniciature. I pavimenti sono stati realizzati in legno, in Rovere termotrattato a 180 gradi, e in castagno termotrattato a 110 gradi. Tutto il rivestimento esterno è in legno piemontese, castagno e frassino. “La struttura – evidenzia Tarello – dimostra che si può utilizzare legno piemontese per costruire in bioedilizia, senza importarlo da altre regioni o dall’estero. Non è vero che i nostri boschi sono poveri. Abbiamo legno di ottima qualità da valorizzare per diversi usi, anche grazie ai sistemi avanzati di termotrattamento, realizzati in Canavese, che rende il legno più stabile e adatto anche per usi esterni, andando anche a sostituire legnami molto costosi provenienti da Africa e Asia”.
“Il Canavese dimostra di aver visto giusto e lontano – spiega Marco Bussone, Vicepresidente Uncem Piemonte – Quanto di concreto è stato fatto conferma che il Codice nazionale forestale di prossima approvazione è la chiave giusta per valorizzare le risorse ambientali, naturali e boschive del territorio. Il bosco torna ad avere un valore. Non è da contemplare, da mettere sotto una campana di vetro come alcuni vorrebbero. Con una gestione sostenibile, con le certificazioni, con una corretta pianificazione, genera nuovi posti di lavoro, protegge dal dissesto, custodisce acqua e assorbe Co2, permette opportunità di crescita per le imprese. Non senza un impegno forte degli Enti locali che guidano il processo di gestione. Da anni la Segheria Valle Sacra, con il Consorzio e la Cooperativa, sono un modello”. “La Regione, con le risorse del Psr per il settore foresta-legno e con la legge sulle Associazioni fondiarie – continua Bussone – permette ai territori di fare un lavoro importante e così dare un senso a un milione di ettari di territorio, finora quasi totalmente abbandonati. Dobbiamo agire sul ‘fattore tempo’, per fare le cose bene in tempi giusti, a vantaggio delle imprese che investono. A Castellamonte, nel nuovo Centro, c’è una forte componente di innovazione. Questa è la nostra industria 4.0, partita dieci anni fa con il marchio del Legno Piemonte, voluto dalla ex Provincia di Torino e dall’assessorato guidato da Marco Balagna, sostenuta dall’Environment Park e certamente dalla Regione. La strada è quella giusta, innovare e valorizzare i beni naturali. Per attuare ad esempio quanto scritto nella legge nazionale 221-2015, la prima legge sulla green economy, dove si introducono le ‘Green communities’ e le ‘Oil free zones’, ma anche i Criteri ambientali minimi per gli appalti, dunque la necessità per gli Enti locali di scegliere materiale locale per le costruzioni. E così puntare su edifici Nzeb, a consumo zero di energia, obbligatori dal 2019. La strada canavesana è quella giusta e Uncem si impegnerà a sostenerla con tutto il sistema di Enti locali”.