Francesco Sisti, fotografo e poeta in Valle Soana a cura di Cati Morgando

Quando guardo le fotografie di Francesco Sisti penso che abbia vissuto in montagna fin

da bambino, perchè i suoi scatti mi raccontano l’inizio di una storia e poi stanno lì, aspettano che io la continui. Lui lo sa che l’immagine è potente perche è voce fatta visione; e poi diventa mia perchè anch’ io ho provato quelle emozioni lì. Sisti è fotografo, scrittore, uomo di pianura e di montagna. Tra la Lomellina e le cime più alte, sempre con occhio e passo sensibile, da poeta.Fotografie ben riconoscibili le sue, dagli album su Flick ai blasonati cataloghi del Parco Gran Paradiso e riviste nazionali – e non solo – come “Meridiani Montagne”, “Bell’Italia”, “Traveller”, e altri.Sisti cammina spesso in Val Soana e le sue fotografie mi testimoniano di quanto è armoniosa la mia Valle, e di quanto io debba rispettarla e salvaguardarla. Le sue sono fotografie in punta di piedi.Chiedo a Francesco da quanto tempo viene in Valle Soana e da quali ‘orme’ è attratto:<< La Valle Soana l’ho scoperta relativamente “tardi” – poco più di 12 o 13 anni fa – dopo tanti anni a frequentare quasi esclusivamente la Valle d’Aosta.Ho trovato fin da subito una valle che ha saputo regalarmi emozioni e sensazioni uniche: c’è qualcosa di antico che aleggia tra le sue borgate, lungo i sentieri, sulle dorsali ripide.Le cime ed i colli si conquistano solo con dislivelli già “importanti”, ed il premio sono sempre paesaggi unici e a loro modo “esclusivi”: la solitudine ed il fascino verace, senza fronzoli né edulcorazioni, lasciano trapelare con maggiore chiarezza un racconto arcaico, non so bene come spiegarlo…Fra l’altro la frequentazione esclusiva delle montagne della valle ha permesso di donarmi il privilegio di fotografare in luoghi ed in situazioni assai poco immortalate altrove: ed io amo cercare di differenziarmi nella fotografia! >>Hai avuto modo di attraversare e camminare su tante montagne; la Valle Soana può far valere come punto di forza il suo essere selvaggio e chiuso al turismo di massa? Ed è possibile immaginare un ritorno di giovani, attratti proprio da queste peculiarità ?<< Sicuramente la Valle Soana può davvero far valere come punto di forza la sua natura selvaggia e – come dicevo prima – verace ed esclusiva.Credo sia merce rara in un mondo dove troppo spesso si tenta di offrire una proposta turistica “mordi e fuggi”, dove tutto è a portata di automobile, e dove tutto è organizzato e risponde a stereotipi che sminuiscono la vera cultura e storia di un luogo e di una popolazione.Da alcuni anni a questa parte vedo comunque con piacere che tantissime persone cercano di ritrovare (ognuno entro i propri limiti, ovviamente) un tipo di frequentazione più vero, lontano da inutili orpelli stile depliant turistico: una spinta per molte località a puntare sul valorizzare la loro vera essenza.Il futuro inevitabilmente ci vedrà ritornare ai luoghi più semplici: la città e la comodità di un lavoro “sicuro” in fabbrica si sono rivelati ormai soltanto un falso mito, che possedeva valore e realtà solo durante il boom economico del dopoguerra.Col senno di poi credo davvero saranno borghi come quelli della Valle Soana a diventare il terreno di gioco per nuove attività lavorative, magari rivoluzionando antichi mestieri: e proprio le nuove generazioni dovranno sapersi giostrare in queste ritrovate realtà, dove le possibilità di sviluppo, così come quelle di distinguersi sono in verità assai ampie.E credo, con fiducia, che le potenzialità divulgative offerte da un corretto utilizzo di internet e dei social media possano davvero fare la differenza >>Ci sono luoghi densi di ‘spirito’, Genius Loci di ognuno di noi, San Besso, così ricorrente nelle tue immagini, sembrerebbe essere il tuo?<< La cara festa di San Besso… è proprio chiedendo di essere ospitato durante una festa invernale di San Besso, ormai 8 anni fa, che mi sono sentito accolto come un vecchio amico, con grande naturalezza: ero parte anch’io di quella magia.Non solo gli amici lassù, chi si prodiga da anni per la buona riuscita della festa, ma anche il santuario, la neve invernale, il vallone ai piedi della Rosa dei Banchi che abbraccia questo luogo mistico, storico…Ho sentito fin da subito una vibrazione che mi fa sentire in pace.Sicuramente un “genius loci” che mi rappresenta, e per me una delle località più belle di tutto il Parco Nazionale Gran Paradiso e delle Alpi Occidentali. >><< Sarò sempre grato alla Valle Soana: lei, più di tutte, ha saputo accogliermi come fossi una persona “di casa”, senza chiedermi nulla più di essere sincero.Parlo della Valle ma anche delle persone che la vivono: lassù ho davvero trovato (o forse ritrovato, chissà…) un’ amicizia disinteressata, passione per la propria terra, voglia di fare festa e di vivere le proprie tradizioni… ma anche volontà di costruire qualcosa di nuovo per il futuro.Da quando cammino per i suoi borghi antichi, le baite spesso diroccate ma così onestamente “vere”, i sentieri belli così come nelle tracce appena accennate, le pietraie rudi e le creste eccezionalmente panoramiche, sono sicuramente diventato un uomo “nuovo” nel mio approccio con la Montagna.Spero di poterlo esprimere con le mie fotografie e con l’amore che ho per la Natura e la Montagna, così come per la sua cultura e la storia: proprio in Valle Soana ho concretizzato quell’ideale di muovermi con “onestà” durante le escursioni, il quale ormai è divenuto il mio Credo. >>Grasie che tent Francesco.Buon cammino viandanti dla Val Soana. Cati d’ Ahcandé