La donazione fa bene anche a Te che mi leggi! – La salita della vita – Cercando la felicità! -Res gestae Favriesi: la Compagnia dell’Immacolata Concessione- Fabbricanti di Cultura di Giorgio Cortese

La donazione fa bene anche a Te che mi leggi!
Oggigiorno non esiste  altra fonte di approvvigionamento del sangue se non il  corpo in cui esso viene naturalmente prodotto ed in cui circola, sia  esso umano o di altra specie.  Nei secoli passati furono fatti tentativi di trasfondere all’uomo sangue di origine animale, ma i risultati non furono molto soddisfacenti, poiché ci si rese presto conto che il corpo umano rifiutava il sangue appartenente  ad altra specie, reagendo talora anche violentemente. Periodicamente, ormai da decenni, i mezzi di comunicazione annunciano la scoperta del sangue artificiale, ma per ora di artificiale c’è solo la notizia: ciò che si è riusciti a produrre in modo artificiale sono alcune proteine della coagulazione, quindi una minima quota del plasma, ed alcune molecole che, per alcune ore, sono in grado di svolgere la funzione di trasporto dell’ossigeno che è propria dell’emoglobina. La ricerca ormai, più che sull’artificiale, si è orientata sulla produzione “in vitro”, cioè sulla replicazione, al di fuori dell’organismo umano, della  catena produttiva delle cellule del sangue, partendo però da cellule umane, le famose “cellule staminali”.  Gli esperimenti effettuati hanno dato risultati positivi, ma i costi di un’unità di sangue prodotta “in vitro” rispetto a quella ottenibile da un donatore di sangue sono incomparabilmente maggiori, anzi, proibitivi. L’unica fonte di sangue da trasfondere ad un essere umano è quindi un altro essere umano. Allora la domanda che mi pongo, ma si  possono fare scorte del nostro sangue? Si possono fare scorte congelate di emocomponenti, ma congelare il  sangue non è come surgelare del cibo: al momento del congelamento le cellule sono vive e funzionanti e tali devono restare anche dopo lo scongelamento. Ora, una simile procedura, che assomiglia più all’ibernazione che al congelamento, è possibile, ma è complessa e costosa, ed è pertanto adottata solo in situazioni molto particolari, come quella della conservazione di unità di sangue di gruppo raro. Dopo questa premessa sul dono del sangue, a Favria oggi 14 ottobre sessanta persone hanno risposto alla chiamata con 50 donazioni di sangue intero, n. 3 candidati nuovi donatori, 4 esami e 3 non idonei. Del buon prelievo di oggi, ottenuto grazie ai volontari intervenuti. Grazie!, al bel lavoro del Direttivo Fidas Favria, si deve anche ringraziare l’equipe medica per il fattivo supporto, ultimo dato della giornata c’è da registrare 19 donazioni di sangue gruppo zero. Grazie a tutti e alla prossima donazione e alle votazioni del rinnovo del Presidente e del Direttivo.
Favria  14.10.2015   Giorgio Cortese.

Certi giorni mi sforzo di trovare  il tempo di stare in silenzio per ascoltare la  mia voce interiore e per sapere chi sono veramente.

La salita della vita
Se la fatica fisica rafforza il corpo le  quotidiane difficoltà rafforzano la mente. Ecco che allora proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riesco a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungo la consapevolezza che la qualità del vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell’azione stessa, vi scorre dentro nel fiume della vita. Solo salendo le scale della mia vita posso trovare infine l’arcobaleno nell’animo. Solo suonando le note giuste nella mia vita, posso udirne la dolce melodia scaturire dai meravigliosi tasti colorati delle emozioni. La vita, quando meno me l’aspetto mi mette  davanti alle sue prove. Ogni tanto devo salire sulla nave del coraggio e trovare la forza di cavalcare le onde di ogni tempesta.
Favria, 15.10.2015    Giorgio Cortese

Aspiro tantissimo alla felicità che quando arriva non riesco a godermela per paura già di perderla. Certo che la vera felicità costa poco, MA se è cara non è mai di buona qualità

Cercando la felicità!
Dicono che il desiderio è ancora più forte quando è appeso a un filo. Come esseri umani la non ci ha  solamente dato il desiderio della felicità, ma il bisogno senza la possibilità di soddisfarlo, senza nemmeno aver posto la felicità nel mondo. Lo Zibaldone di Leopardi insegue con mille pensieri la domanda sull’essere felici, arrivando nelle ultime pagine a trovare il suo no definitivo. I maestri della filosofia, Aristotele e Schopenhauer, aggiungono altre riflessioni. Per il primo, la felicità rappresenta la condizione naturale che l’uomo può guadagnare con la ragione; per il secondo, la vita è solo dolore e sperare di non soffrire più è inutile perché si desidera sempre ciò che non si ha. Rispecchiarsi dentro questo argomento non è semplice, si è obbligati anche al confronto con l’idea di felicità del tempo presente: una felicità burocratizzata, diminuita al ruolo di fortuna del lotto miliardario, di samaritana del benessere , di salute eternamente illimitata. Questi pensieri mi sono sorti nell’animo dopo che  a pranzo alcuni giorni addietro ho ascoltato il racconto di un commensale che mi parlava di quando da ragazzo, garzone in una autofficina aveva il desiderio settimanale che un facoltoso cliente passasse di la per fare lucidare l’auto, per la simpatica bonomia del cliente e per la sua lauta mancia alla fine gli lasciava in cambio sei suoi servigi. Crescendo ed invecchiando non ha mai più provato questo forte desiderio di felicità. Ma anzi quello che gli veniva concesso lo considerava come semplice ruotine. Certo la felicità è  lo stato d’animo, un emozione positiva di quando viene soddisfatto un desiderio. Già la parola felicità  spiega bene il significato, l’etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità. Nella vita le  emozioni sono componenti fondamentali della nostra vita, danno colore e sapore all’esistenza, anche se, in una civiltà come quella occidentale impostata sul primato della ragione, spesso sono considerate con sospetto e timore. Del resto non potrebbe essere altrimenti: infatti se la ragione promette all’uomo il dominio su se stesso e le cose, le emozioni spesso producono turbamento e conflitto, non sono mai totalmente controllabili e a volte ci trascinano a dire o fare cose di cui, una volta cessato l’impeto emotivo, ci si pente. Eppure, sono le emozioni che mi fanno gustare la vita ed è proprio dalle emozioni, piccole o grandi che siano, che l’individuo spera di ricavare nuovi stimoli che muovano le sue giornate. Del resto come si potrebbe dire di vivere appieno se non si sperimentassero mai la gioia, il tremito dello smarrimento o della paura, l’impeto della passione, l’abbandono alla nostalgia, il peso e la disperazione provocate dalla sofferenza?  Ogni  singola emozione  è importante e mi permette dopo averla sperimentata di sentirmi vivo,  in una parola la felicità è la continua ricerca di sensazioni per stare bene, che siano appaganti,  ma forse la felicità per me è anche  da piccoli momenti di stupore al mattino di avere ancora una giornata da vivere appieno. Ritengo che la felicità  è presente intorno a me, vi  sono momenti anche minuscoli di felicità, e sono quelli durante i quali dimentico tutte le cose brutte della vita.
Favria, 16.10.2015   Giorgio  Cortese

Nella vita di ogni giorno le cose più importanti per essere felice  l’avere una meta per continuare a sperare

Res gestae Favriesi: la Compagnia dell’Immacolata Concessione
Per molti secoli l’Annunciazione a Maria SS fu solennemente celebrata come una delle feste principali del popolo cristiano, il concetto di “Janua Coeli”, porta del cielo,  rappresentato dalla vergine nell’Annunciazione era ripreso nelle immagini delle varie confraternite SS.Trinità presenti nel territorio Canavesano. Da un documento trascritto di rileva che nel 1740, il 22 marzo, la Confraternita in questione aveva ricevuto un’elemosina di L. 100 per riadattare la Cappella di S. Rocco. Insomma già allora facevano fund raising, espressione inglese traducibile semplicemente in raccolta fondi. “To raise” ha il senso di: far crescere, coltivare, sorgere, ossia di sviluppare i fondi necessari a sostenere un’azione senza finalità di lucro. Vediamo allora la lettera che allora si chiamava supplica per raccogliere fondi: “Rappresentasi per parte della povera Compagnia sotto il titolo dell’Immaccolata Concessione di Maria Vergine eretta nella Parrocchiale sotto il titolo  sw Santi  Pietro e Paolo del luogo di Favria, che non avendo ancora Chiesa particolare da poter salmeggiare l’ufficio di Maria Vergine e  stata costretta a officiare nella detta Chiesa Parrocchiale con grave disturbo si delle funzioni Parrocchiali,  quant’anche al popolo massime in occasione delle  confessioni e per rimediare a simil inconveniente, come che si trova in questo luogo una Capella  stata costruita dalla Carità di codesto luogo in seguito a motto della molto illustrissima in occasione del morbo contagioso dell’anno 1630 ca osservando detta Capella molto conveniente alla Nostra Compagnia già da anni sessanta e qui in qua stabili di portarsi ivi ma perche la medesima era molto angusta fece di già fare  le muraglie e copetto d’un ragionevol(e) in gradimento, qual per altro non ha potuto terminare attesa una povertà, onde si attretta ( attrezza) continuare nella detta Chiesa Parochiale; avendo ora stabilito di rimediare a si grave incomodo delle donazioni parrocchiali per essersi massime il popolo reso molto più numeroso già nell’anno scorso per via di qualche elemosina ricominciò  a proseguire l’opera ridetta, ma avendo ritrovato la capella antica quasi del tutto inabilea ulteriore servitio e tratta in necessità di quella distorega per la maggior parte, e per la Stimassimo Compagnia attesa la sua povertà non si ritrova in stato di proseguire tal fabbrica senza qualche particolar aiuto della Comunità se ve ne accorre da Voi Signoria Illustrissima. Suplicandola si degni stante che le reparazioni di codesta Capella spererebbero alla Sua Carità pregiatissima di Favria se fai elemosina a detta Compagnia almeno della somma di  lire (trenta, cancellato con tratto di riga) cento, ò di quell’altra che meglio perverrà alla detta Carità dà consentirsi in pagamento di tanta calcina, e de mastri, et pronedazeli come meglio si può…
Domenico Rifatto  Ufficiale Illustrissimo  di detta Compagnia”
Ecco la risposta da Torino
“Vista la soprascritta Suplica e suo tenore considerato si dichiara che attea la narrata contra riguardanti il Servizio di Dio, e di qual Pubblico non si dispensa dall’uffizio nostro che paghi la Comunità indotta a fare a titolo di Limosina, e senza tratto di conseguenza l’importo di lire cento Suplicato nel  Censato di quell’anno a favore della Confraternita esponente in ajuto delle spese necessarie farsi per ridurre a perfezione la fabbrica della suddetta chiesa
Torino li 22 Marzo 1740”segue firma purtroppo non leggibile
Si trova infine un ultimo appunto, ricevuta di pagamento: “ O consegnato la somma onde da pagarsi  lire cento in due anni anno 1740 et 1741 quale legato
Favria 8 agosto 1740 Ballario-segue logo-  segretario”
Favria, 17.10.2015     Giorgio Cortese

Ritengo che la migliore preparazione per domani è fare il mio  meglio adesso.

Fabbricanti di Cultura
Sabato 26 settembre sono stato invitato alla presentazione del libri Fabbricanti di Fede. Gli autori Elisa, Adriano , Michele ,Pino e don Gianni unitamente al mecenate Pietro hanno compiuto una grande opera nel portare alla luce la storia della nostra amata Comunità! Durante la serata hanno spiegato con naturalezza e semplicità le vicissitudini della nostra Comunità e la storia della Parrocchiale, insomma sono dei formidabili divulgatori. Per loro ben si adatta il lemma divulgare che deriva dal latino con il significato di “diffondere tra il volgo”. Insomma hanno reso noto a tutti sotti diversi punti di vista dal topografico, architettonico, religioso con le varie confraternite e  spiegando con semplicità le varie immagini sacre raffigurate nella Chiesa di mattoni che ci introducono come semplici esseri umani nel mistero divino, nella verità salvifica. Da sempre noi esseri umani cerchiamo di trarre esperienze dal passato per comprendere meglio il presente. La storia recente, può darci la capacità di cogliere segni e somiglianze con eventi già accaduti. Lavorare sulla memoria significa estendere i confini e costruire sulla storia le basi del futuro.  Mi piace pensare che oggi nell’attualità noi esseri umani la Comunità in cui vivo da trenta anni  è il frutto di una continua evoluzione avvenuta nel tempo, di una successione di di avvenimenti che hanno dato delle caratteristiche perculiari alla Comunità sia topograficamente che culturalmente, insomma  l’attuale Comunità è un  progressivo mutamento radicato nel tempo.  Solo se conosciamo bene la storia del passato possiamo ben  comprendere gli avvenimenti odierni. Grazie di cuore per aver allargato il mio piccolo patrimonio di conoscenza, grazie di cuore.
Favria,  18.10.2015 Giorgio Cortese

Nella vita non importa  quante volte cado, ma quante volte cado e mi rialzo, perchè non avrò mai  fallito finché continuerò a provare