L’allenamento di San Besso a cura di Alberto Lagna

Ai pellegrini che sono saliti questa mattina, la Valle Soana si presentava

coperta di una leggera nevicata ma bellissima.
Sin dai primi passi dal posteggio di Campiglia abbiamo capito che finalmente era arrivato l’inverno, non per il freddo, ma per la coltre bianca che ricopriva tutto.

Ma perchè tante persone si sono cimentate sul sentiero che porta ai 2019 metri del Santuario e celebrare tutti insieme la festa invernale di San Besso?
Perchè gli Amici di San Besso, insieme al volontari del Soccorso Alpino e personale del PNGP hanno preparato il sentiero, che in un attimo e senza difficoltà ci ha portati alla meta?
Perchè gli Amici di San Besso hanno preparato una bella e piacevole colazione che ci ha accolto all’arrivo e un pranzo caldo dopo la messa?

Don Gianpaolo Bretti, Parroco della Valle Soana, durante l’omelia ha provato a darci una spiegazione.
Domenica scorsa era la festa di Cristo Re e quindi domenica prossima sarà la prima domenica d’avvento, dell’attesa del cristiano della nascita di Cristo.
La nostra salita come pellegrini oggi è quasi una simbologia dell’attesa del Natale.
San Besso ci aiuta a sincronizzarci con il tempo che andremo a vivere.
E’ un cammino (come quello di oggi), che parte veloce, poi si ferma, un amico ti offre una bevanda calda alla baita prima della salita finale e riparti.
E’ un po’ come nella vita cristiana, con alti e bassi.
L’importante è però essere saldi nella fede, un po’ come ha fatto San Besso, che ha lasciato (forse) l’impronta in quella nicchia vicino all’altare cadendo dal monte,
ma che di sicuro ha lasciato un’impronta nella storia se dopo duemila anni la gente della Valle e non, si trova il primo dicembre sotto la neve a festeggiarlo in uno sperduto e bellissimo santuario a più di duemila metri.

Sappiamo anche noi lasciare questa impronta, nella nostra vita, dimostrando che anche questo avvento che vivremo cambierà qualcosa, partendo dalla consapevolezza che dobbiamo avere che ci prepariamo a festeggiare non la festa della pace o dell’inverno, ma il compleanno del Signore della Storia che è nato, morto e risorto per salvare noi e con noi il mondo intero, nessuno escluso.

Se San Besso è per noi una specie di allenamento all’avvento e al Natale che andremo a vivere, la bellissima giornata di oggi porterà molto frutto.
Altrimenti saremo solo un po’ rammaricati del fatto che alla fine poi ha piovuto e siamo dovuti scendere un po’ prima del previsto.
Le foto sono di Claudio Benedetto, Gabriele Camerlo e Alberto Lagna
vedi anche
un breve filmato davanti al Santuario
altro breve filmato