Pont Canavese: popolazione sotto ai tremila residenti a cura di Marino Pasqualone

I dati (provvisori) dell’ISTAT segnalano un paese sempre più piccolo

 (da IL RISVEGLIO POPOLARE del 7 dicembre 2023)

PONT CANAVESE – Prima o poi doveva succedere, ed i dati demografici – sottolineiamo “provvisori” – dell’Istat (Istituto nazionale di statistica) lo hanno evidenziato per la prima volta nello scorso mese di giugno: il comune di Pont Canavese è sceso sotto la quota di tremila abitanti, attestandosi ad agosto a 2.982 residenti.

D’altronde già i dati demografici relativi all’anno 2022 segnalavano drammaticamente che Pont Canavese aveva perso, in poco più di mezzo secolo, circa la metà dei suoi abitanti: se infatti alla fine degli anni cinquanta del novecento il paese di fondovalle sfiorava ancora i seimila residenti, al 31 dicembre 2022 questi erano ulteriormente scesi di ben 64 abitanti nell’arco degli ultimi dodici mesi, fermandosi poco sopra “quota tremila”.

La quale non è solo una sorta di “soglia psicologica” bensì per alcuni aspetti anche amministrativa, che, se sarà poi confermata dai dati demografici definitivi, farebbe entrare il paese di fondovalle nella folta galassia dei “piccoli” Comuni italiani, come peraltro già la sono tutti gli altri dieci che si dividono il territorio delle valli Orco e Soana.

Purtroppo, all’ormai scontato “saldo” pesantemente negativo tra nascite e decessi, negli ultimi anni si è spesso aggiunto con il segno “meno” pure il rapporto tra immigrati ed emigrati altrove, che in tempi passati riusciva invece almeno in parte a compensare il calo della popolazione residente, e così il paese di fondovalle, dopo aver visto svuotarsi quasi tutte le sue frazioni di montagna, ha cominciato a desertificarsi anche nel capoluogo.

Dopo le grandi fabbriche sulle rive dell’Orco e della Soana, che per quasi due secoli erano state, nel bene e nel male, i capisaldi produttivi ed il cuore pulsante di Pont, oggi diventate nient’altro che capannoni vuoti e silenziosi, e dopo i tanti negozi e bar con le serrande abbassate definitivamente, adesso anche sempre più case, ville e alloggi di palazzi condominiali si presentano con le imposte chiuse e con le scritte “vendesi” all’esterno.

Tra l’altro adesso il paese, con il Comune commissariato dopo le dimissioni di oltre la metà dei consiglieri comunali avvenuta nello scorso febbraio, vive come “sospeso” nell’attesa di una nuova amministrazione comunale che, però, non arriverà prima del prossimo mese di giugno, e si troverà ad affrontare i tanti problemi irrisolti di una comunità che era fortemente industriale e che, oggi, non si sa più cos’è veramente ed a cosa eventualmente aspiri d’essere in futuro.

Per disegnare una possibile ancorché difficile inversione di tendenza, come abbiamo già in passato avuto modo di annotare su queste pagine, occorrerebbe forse coraggiosamente cambiare radicalmente le priorità di intervento pubblico, investendo sulle potenzialità residenziali, ambientali e turistiche del territorio pontese nel suo insieme anziché concentrarsi solo e quasi unicamente sul capoluogo, creando così le opportunità di una diversa prospettiva di sviluppo per la rinascita economica, e di riflesso demografica, del paese di fondovalle.

Ma chiaramente sarà tutt’altro che facile cambiare il paradigma di un paese che, per due secoli, è stato il faro industriale e commerciale, con i suoi negozi e le sue rinomate fiere e mercati, dell’intero territorio delle valli Orco e Soana, ed oggi si trova a fare i conti con una realtà totalmente cambiata e tutta da decifrare, collocata in un momento storico di estrema incertezza e con molte incognite all’orizzonte.

Dunque per il futuro di Pont si prospetta nei prossimi anni una sfida capace di far tremare i polsi, che ci auguriamo diventi nei prossimi mesi, con l’approssimarsi della campagna elettorale di primavera, il tema dominante e di confronto tra chi si candiderà ad amministrare quella che un tempo era la piccola e indiscussa “capitale” delle valli canavesane del Gran Paradiso.

                                                                                   Marino  Pasqualone