San Besso: la festa che … unisce

San Besso, con il suo monumentale santuario in quota, richiama ogni anno centinaia di fedeli, sia per

venerare il santo, sia per compiere un pellegrinaggio fin lassù.
E la tradizione si ripete ogni anno il giorno 10 agosto, animata con passione ed entusiasmo, non solo dai Valsoanesi e dai Canavesani richiamati  dalla fede ma anche  dal misterioso fascino che costituisce il caratteristico e forse unico santuario costruito sotto una rupe, dalla quale, si narra,  avrebbero gettato San Besso.
Alla festa estiva del 10 agosto convergono infatti,  immancabilmente i Cognensi che dopo una marcia estenuante di circa 6 ore e dopo aver valicato il colle dell’Arietta a 2939 metri, raggiungono il santuario, fin dalla sera della vigilia, dove da sempre possono approfittare di una camera a loro riservata.
Forse non tutti sanno che i Cognensi, fin dai tempi più remoti, quando Campiglia era la  sede della loro prima “parrocchia staccata”, venivano fin qui per  “consacrare” i giovani diciottenni della “leva”, prima di partire per il  “servizio militare” .
Ed è  cosi che ancora oggi , nel 2021, il tradizionale rito  puntualmente si ripete, con molti Cognensi ed i coscritti al seguito “armati” di tamburelli e fisarmoniche portati nello zaino che sistematicamente raggiungono il Santuario, per la festa che unisce la valle di Cogne con le valli del Canavese.
Va detto che in passato, in assenza … dell’autostrada, i valichi alpini non costituivano affatto un ostacolo, tant’è  che i defunti di Cogne, si racconta, venissero temporaneamente deposti sotto il colle Arietta (presso il pian Polenta)  nel corso della brutta stagione, per essere poi decorosamente sepolti a Campiglia durante l’estate successiva.
Ho usato il  termine “unisce” perché da qualche anno la festa di San Besso è diventata la festa di tutti i fedeli provenienti dalle diverse vallate alpine,  con i canti, la musica e la santa Messa celebrata, insieme.
Non tutti sanno che solo fino a pochi anni fa la Messa per i Cognensi veniva celebrata con un’ora di anticipo (alle ore 9) dal parroco di Cogne, Don Corrado, giunto espressamente  da Lillaz (Cogne ) e partito nel cuore della notte, a digiuno per poter compiere la celebrazione eucaristica.
Ora, il nuovo parroco di Cogne, Don Carlo, partito il giorno della vigilia con i “coscritti” ha concelebrato la Messa delle ore 10 con Il nuovo parroco della Valle Soana Don Gian Paolo Bretti ed il parroco Canavesano don Valerio. Va detto  ancora che la Messa dei Cognensi, in passato, veniva celebrata in anticipo sulla successiva Messa Solenne, anche per poter far ritorno  al colle dell’Arietta in condizioni favorevoli per la visibilità.  Posso assicurare che spesso, negli ultimi anni, i Cognensi al ritorno hanno dovuto attraversare il colle, non solo con la fitta nebbia che sale al pomeriggio a 3000 metri ma anche con la neve e la bufera.
Vorrei ancora richiamare l’attenzione di coloro che mi hanno “letto” fin qui, nel ricordare che la festa “unisce” attualmente anche per “l’incanto della statua del Santo”.
La statua di san Besso  viene “messa all’incanto” per racimolare le necessarie risorse necessarie al mantenimento del Santuario.
In passato, “aggiudicarsi la statua” costituiva qualche cosa in più del ragionevole motivo di orgoglio e di sana competizione, per chi durante la festa fosse riuscito ad ottenerla.
Solo qualche decennio fa  i “campanili” erano più lontani e la gente riservava un certo malumore quando la statua fosse stata “portata” dai valligiani della Soana oppure di Cogne.
Ora, come potrete constatare, la statua del Santo viene portata in processione in buona armonia, con i costumi di Cogne insieme a quelli della valle Soana!
seguirà un breve filmato della festa 2021