valli Orco Soana: una comunita’ alpina da ricostruire di Marino Pasqualone

UN APPELLO A VECCHI E NUOVI AMMINISTRATORI DELLE VALLI
I mutamenti climatici in corso, che ci hanno regalato l’ennesimo inverno senza neve rendendo spesso vani anche nelle nostre valli gli investimenti di milioni di euro in sciovie rimaste ancora una volta “a secco”, irrompono in modo sempre più frequente nella nostra vita quotidiana, ma noi, distratti dal chiacchiericcio di troppe cose e parole inutili, ce ne accorgiamo solo quando diventano estremi o rovinosi.
Intanto le montagne delle valli Orco e Soana diventano ogni giorno che passa sempre più selvagge e, da un certo punto di vista, anche “ostili” alla presenza umana: ovviamente è nella loro Natura, e troppo sovente si dimentica che era stato il montanaro agricoltore ed allevatore, con un incessante e secolare lavoro quotidiano, ad “addomesticarle”.
Plasmando così quel gradevole paesaggio alpino, decantato fin dall’ottocento da poeti e viaggiatori, che, ben lungi dall’essere quello veramente “naturale”, comunque fino a poche decine di anni fa tutti conoscevano ed apprezzavano, ma che oggi da noi è ormai profondamente mutato e spesso quasi del tutto scomparso.
Questa credo sia, o per meglio dire sarebbe, la prima emergenza da affrontare per chi vive e, soprattutto, per chi già amministra (o si accinge per la prima volta ad amministrare) queste valli, anche perché senza cura, ed agricoltura, del territorio, è oggi più che mai impensabile la promozione di un turismo che diventi qualcosa di più del compulsivo “mordi e fuggi” domenicale, peraltro concentrato anche questo in poche aree del territorio valligiano.
Penso sia venuto quindi il momento di confrontarsi ed unirsi tutti, dai semplici cittadini ai sindaci, imprenditori, artigiani, commercianti ed associazioni locali, per affrontarla insieme, mettendo finalmente da parte egoismi e campanilismi ormai fuori tempo e le sempre meno comprensibili e giustificabili “Unioni” disunite di queste due valli ai piedi del Gran Paradiso.
Bisogna rendersi conto una volta per tutte che non ci si salva da soli, chiudendosi nello splendido isolamento di piccoli o grandi “feudi” di stampo medievale ormai anacronistici, ma solo tutti insieme, ridiventando davvero a tutti gli effetti una “comunità alpina francoprovenzale” con intenti ed obiettivi di fondo condivisi, con un comune sentire, senza invidie e prevaricazioni figlie di protagonismi individuali o comunali.
La speranza è che i nuovi (e “vecchi”) sindaci ed amministratori comunali delle valli Orco e Soana, magari sotto la preziosa regia dei due valligiani appena eletti nel Consiglio della Regione Piemonte, mettano prioritariamente al centro del loro operare l’esigenza di ritrovarsi fin da subito tutti intorno ad un tavolo, per riprogettare insieme un futuro che non può che essere davvero comune.
Coinvolgendo però in questo confronto, certamente difficile ma non più oltre rinviabile, anche tutti i cittadini e chiunque possa e voglia portare idee innovative e concretamente attuabili sul territorio, magari anche senza bisogno di investimenti faraonici che poi spesso lasciano il tempo che trovano.
Perché adesso e qui, mentre i nostri paesi continuano a spopolarsi e tutto intorno il territorio un tempo curato e coltivato ormai sta andando in malora, mentre i posti di lavoro si riducono ed i negozi chiudono, mentre scompaiono i prati ed il bosco avanza verso le case, o si rifondano davvero le Valli Orco e Soana o si muore.
Chi non lo ha capito (e purtroppo sono ancora in tanti) è ormai fuori dalla storia, ma alla fine tutti ne pagheremo le conseguenze.
Marino Pasqualone

Panoramica sulle valli Orco e Soana dalla punta Arbella
Panoramica sulle valli Orco e Soana dalla punta Arbella