Locana: partiti i lavori del grande acquedotto “Valle Orco” di SMAT che porterà l’acqua (potabilizzata) delle dighe in Canavese a cura di Marino Pasqualone

Anche ii Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin presente sabato scorso a Locana per

la presentazione dell’opera
(da  IL RISVEGLIO POPOLARE del 8 novembre 2023)

LOCANA – Sabato scorso 4 novembre alla frazione Praie di Locana era presente anche il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, alla simbolica cerimonia dell’attivazione e visita dei cantieri del costruendo grande acquedotto Smat della Valle Orco.

Stiamo parlando di un’opera del costo preventivato di 235 milioni di euro, di cui oltre la metà finanziati con i fondi europei del PNRR e altri fondi ministeriali e per il resto dai cittadini utenti con le bollette dell’acqua potabile, che andrà a rivoluzionare il sistema del servizio idrico dell’intero Canavese e, partendo dal nuovo ed avveniristico impianto di potabilizzazione che si è iniziato a realizzare proprio nella frazione Praie di Locana in un’area di quasi 30 mila metri quadri, porterà l’acqua proveniente dagli invasi Iren dell’alta Valle dell’Orco fino a Ivrea, Caluso e Bosconero.

I Comuni serviti da quello che qualcuno, sabato scorso a Locana, ha definito come un “superacquedotto”, saranno complessivamente una cinquantina, grazie allo sviluppo di complessivi 140 chilometri di tubazioni in ghisa sferoidale dal diametro iniziale di ben un metro, alimentati dall’acqua superficiale derivata dal canale di restituzione della centrale idroelettrica Iren di Bardonetto di Locana, con una portata di captazione di oltre 600 litri al secondo per un totale di 70 mila metri cubi al giorno.

“I lavori di quest’opera sono stati appaltati con 5 mesi di anticipo rispetto ai tempi previsti” ha rimarcato con soddisfazione Paolo Romano, presidente di Smat, in apertura dell’incontro di sabato,    che si è tenuto in un capannone appositamente allestito accanto al cantiere dell’impianto di potabilizzazione, mentre Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia (che raggruppa oltre 50 realtà che operano nel settore della gestione idrica nel nostro Paese), ha voluto sottolineare come l’acquedotto della Valle Orco sia “Un’opera strategica non solo per questo territorio, ma rappresenta anche un valore dimostrativo e simbolico importante”.

Quest’opera è tra le più rilevanti nel panorama idrico in Italia – ha evidenziato anche Loredana Devietti Goggia, presidente della ATO3 Torinese (l’autorità di governo del sistema idrico di Torino e provincia) – ed è una delle prime infrastrutture strategiche messe in campo grazie ai fondi del PNRR, che ha consentito di mettere in cantiere un acquedotto di cui si parlava dall’inizio degli anni duemila”.

Sono quindi seguiti gli interventi di Pasquale Mazza, consigliere delegato della Città Metropolitana di Torino e sindaco di Castellamonte, e del sindaco di Locana Mauro Peruzzo Cornetto, seguiti da quelli più tecnici del direttore generale Marco Acri e dell’amministratore delegato Armando Quazzo di Smat, i quali hanno illustrato nei dettagli l’iter procedurale e le caratteristiche dell’opera appena iniziata, che è stata suddivisa in tre lotti e che dovrà essere completata entro la fine del 2025 e collaudata entro il marzo del 2026, termine ultimo fissato per la realizzazione delle opere finanziate con i fondi europei del PNRR.

La giornata si è chiusa con gli interventi del Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami, il quale ha sottolineato, di concerto alla realizzazione di queste importanti opere, l’importanza del costante presidio del territorio da parte di chi ci vive, mentre il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin si è complimentato per la determinazione con cui è stata portata avanti quest’opera, sottolineando l’assoluta necessità per il nostro Paese di realizzare nuovi invasi per raccogliere e stoccare l’acqua oltre che di intervenire sulle reti idriche per ridurre le perdite che, a livello nazionale, arrivano anche a superare il 40%.

Molti degli interventi hanno inoltre sottolineato l’importanza di un approccio diverso e plurimo nella gestione delle risorse idriche, che tenga conto sia dell’uso idropotabile che di quello idroelettrico per la produzione di energia e di quello agricolo, cercando di trovare un equilibrio non sempre così facile e scontato tra esigenze a volte in contrasto tra di loro.

Altra parola d’ordine spuntata immancabilmente qua e là in quasi tutti gli interventi di sabato scorso a Locana è stata, manco a dirlo, quella del “cambiamento climatico”, la nuova (?) emergenza che negli ultimi anni è diventata, almeno apparentemente, pressochè totalizzante, una sorta di “spada di Damocle” che minaccia le nostre vite e che indirizza pesantemente (quasi) tutte le scelte politiche, sia a livello locale che, soprattutto, europeo.

Alcuni hanno poi evidenziato come le gestioni “in economia” (sostanzialmente quelle a livello comunale) degli acquedotti, ancora diffuse soprattutto al sud Italia, oltre che non più previste dalla normativa siano ormai anacronistiche e non più sostenibili, essendo necessario un approccio “industriale” e di area vasta nella gestione dei servizi idrici, che di fatto si tramuta però in un trasferimento “tout court” delle acque della montagna verso le pianure sempre più aride e assetate.

E, chissà perché, ci sono tornati in mente quei sindaci (per la verità pochi) dei paesi delle valli che, come l’allora primo cittadino di Frassinetto Gilberto Craveri, già più di trent’anni fa avevano intuito che l’acqua sarebbe stata ancor più nel futuro una delle risorse più preziose della montagna e di chi ci abita, e che cercarono in ogni modo di combattere per non essere di fatto esautorati dalla sua gestione: una “profezia” che purtroppo alla fine si è avverata, anche perché ormai, nell’era della globalizzazione economica, sembrano essere definitivamente tramontati i tempi in cui si diceva che “piccolo è bello”.

                                                                                                          Marino Pasqualone