ANCI UNCEM piano Banda ultralarga in Piemonte

Sarà Open Fiber a realizzare, con 284 milioni di euro di investimento pubblico, la rete della banda ultralarga in Piemonte. 1.150 Comuni (in 4 fasi di intervento) coinvolti nelle “aree bianche”, quelle a fallimento di mercato, per 1 milione 300mila persone raggiunte, 900mila abitazioni e 110mila imprese servite, oltre seimila chilometri di lunghezza della rete. Sono i numeri dell’operazione che la società costituita da Enel con Cassa Depositi e Prestiti realizzerà in Piemonte, nei prossimi 36 mesi. Open Fiber ha infatti vinto a giugno 2017 il secondo bando nazionale varato da Infratel (società creata dal Ministero dello Sviluppo economico) con le ulteriori dieci Regioni dopo le cinque comprese nel primo affidamento di inizio gennaio 2017.
Anci Piemonte e Uncem Piemonte stanno proseguendo – d’intesa con la Regione Piemonte, che ha costituito un’apposita “Cabina di Regia”, con Infratel, il Ministero dello Sviluppo economico, Open Fiber e con altri soggetti pubblici e privati, come Confindustria Piemonte e Confindustria digitale, oltre a Csi, Csp, TopIX, Fondazione Links, Ires, Torino Wireless – il lavoro per spiegare il Piano nazionale Banda ultralarga ai Comuni. Conoscenza, formazione, competenze, prima di tutto.
Così è stato fatto anche nel pomeriggio di venerdì 15 dicembre a Torino, nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana, alla presenza dei dirigenti Open Fiber, ma soprattutto di oltre cento Sindaci e Amministratori di piccoli e grandi Comuni del Piemonte. Montagna, collina, pianura, borghi e città insieme per le nuove sfide dell’infrastrutturazione e dell’innovazione. A introdurre il pomeriggio, il videomessaggio del Ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti. Poi, gli interventi del Presidente Anci Piemonte Alberto Avetta, dell’Uncem Piemonte Lido Riba, dei vicepresidenti Anci Michele Pianetta e Uncem Marco Bussone.
“Non solo tutti i Comuni devono essere raggiunti dalla nuova infrastruttura – spiegano Avetta e Riba – Tutti i cittadini devono poter fruire della nuova grande opportunità. Il digital divide è una storica emergenza del Piemonte che oggi deve essere definitivamente abbattuta. Il 100 per cento della popolazione deve poter fruire, attraverso fibra ottica o segnali wi.fi., di internet ad alta velocità. Senza dimenticare che al problema del trasferimento dati, dell’accesso alla rete, si uniscono le difficoltà nella ricezione del segnale tv e della telefonia mobile. 600mila piemontesi non vedono bene i canali Rai, almeno 800mila non ricevono uno o più operatori di telefonia. La nuova banda ultralarga deve agire anche su questi fronti. Le tecnologie non mancano. Servono pianificazione, volontà politica, precise istanze e proposte operative, con tempi certi Per questo confermiamo alla Regione, al Mise, a Infratel, a Open Fiber il nostro supporto, tutto il nostro impegno all’interno di una vera task-force che possa abbattere il digital divide tra centro e periferia, tra aree interne e poli dello sviluppo. Divario che non è solo infrastrutturale o tecnologico, ma che blocca le opportunità di sviluppo socio-economico e che aumenta le distanze”.
Di seguito si evidenziano alcune necessità e opportunità in vista dell’avvio dei primi lavori:
1. Anci e Uncem auspicano un rapporto diretto e continuo con Infratel e con Open Fiber nei prossimi mesi e da oggi al 2020, al fine di agevolare la progettazione e la realizzazione degli interventi. Le Associazioni degli Enti locali favoriscono un dialogo necessario e imprescindibile con i Comuni e i livelli sovracomunali, le Unioni di Comuni e le Unioni montane per definire progettazioni e modalità di intervento, nonché consenso sociale, animazione del territorio, promozione degli obiettivi. Massimo impegno a fianco della Regione Piemonte che deve guidare il processo. Il confronto tra Associazioni e concessionario deve essere efficace, al fine di non vedere calati dall’alto progetti non condivisi dalle Amministrazioni, che firmeranno a breve le convenzioni operative con la Regione e Infratel.
2. È molto importante il rispetto dei tempi. Entro il 2020 i lavori di Open Fiber devono essere conclusi e i fondi utilizzati dal concessionario – europei e statali – tutti rendicontati. Per questo i Comuni sono già stati chiamati dalla Regione a firmare le convenzioni operative. Le prime verranno sottoscritte l’11 gennaio 2018 a Torino. Analoghi accordi sono stati auspicati e fatti da Infratel e Regione con Province, Ferrovie Italiane, Anas, Soprintendenze… al fine di accorciare notevolmente i tempi di intervento, eliminando inutili e gravose burocrazie. I primi mesi del 2018 verranno utilizzati da Open Fiber per la progettazione della rete: verranno contattati i Comuni e le Unioni di Comuni. Poi, in primavera 2018, l’avvio dei lavori nei Comuni in “Fase 1”. Tra le 4 fasi di intervento, secondo Open Fiber passeranno due/tre mesi. Allegata, la tabella corretta con l’elenco dei Comuni e le relative fasi di intervento.
3. Le informazioni relative agli interventi che verranno eseguiti entro il 2020 sono positive in particolare per i territori montani. Annunciato l’uso di linee aeree esistenti (con “fascettamenti” di cavi alle linee di bassa tensione) e meno scavi, ma soprattutto la volontà di raggiungere le “case sparse” (ca. 600mila secondo Istat in Piemonte, in borghi alpini e frazioni, per le quali Uncem e Anci hanno da sempre fatto particolare pressione) anche con tecnologie wireless. Anci e Uncem agiranno affinché il 100 per cento della popolazione sia raggiunta dalla rete veloce grazie al piano banda ultralarga.
4. Sarà importante l’uso del ribasso d’asta del bando nazionale per potenziare le reti di collegamento tra Comuni, finora mancante. Connettere tra loro i Comuni è decisivo al fine dello scambio di dati e del “dialogo” tra i sistemi informativi, auspicato da Anci e Uncem, vettore di collaborazione e rafforzamento dell’interlocuzione tra Enti, al fine di migliorare la fruizione dei servizi da parte di cittadini e imprese.
5. Positivo anche l’uso di una parte del ribasso d’asta – come annunciato dal Ministro De Vincenti – per l’avvio di un programma di voucher che agevolino l’accesso ai servizi, destinati agli utenti finali, tutti i cittadini.
6. Il digital divide è un problema articolato e complesso, in particolare per le aree interne del Piemonte e del Paese. Non vi è solo il problema di internet a bassa velocità, non solo la difficoltà nella trasmissione dati. Con la Regione (ma anche con Infratel, Open Fiber, E-Distribuzione, Mise), Anci e Uncem vogliono affrontare al più presto i temi relativi al miglioramento delle strutture per le comunicazioni televisive e della telefonia mobile. Le “tre sfere” del digital divide devono essere viste congiunte e non separabili. La fibra ottica e il piano BUL devono consentire l’arrivo di soluzioni tecnologiche innovative anche per tv e telefonia.
7. Il piano banda ultralarga, in Piemonte e in tutt’Italia, prevede la realizzazione, gestione e manutenzione dell’infrastruttura di rete, che arriverà in ciascuna casa, come annunciato da Open Fiber (tecnologia FTTH). Gli operatori di telecomunicazioni presenti sul mercato, grandi operatori e operatori locali, dovranno poi effettuare l’attivazione del servizio. Le Associazioni auspicano sin d’ora un’analisi del mercato e degli interessi delle aziende Telco, sia da parte della Regione (in accordo con Anci e Uncem), nonché da parte di Open Fiber e Infratel. La fibra posata non può e non deve “restare spenta”. Domanda e offerta devono incontrarsi efficacemente.
8. Al fronte tecnologico – disegnato e risolto dal Piano nazionale per la Banda ultralarga entro il 2020 – si deve unire un’azione forte, culturale, politica e istituzionale, relativa ai servizi che dovranno essere veicolati dalla nuova infrastruttura. A cosa ci servirà la banda ultralarga? Entrano in gioco subito, ad esempio, l’Agenda digitale nazionale e il Piano triennnale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione. Con la Regione Piemonte – grazie anche ai 45 milioni di euro disponibili sul Por Fesr – Anci e Uncem vogliono affrontare subito il tema dei servizi. Migliorare la gestione dei dati degli Enti, utilizzare i big data e l’internet delle cose nella e per la PA sono temi da analizzare con tutte le capacità e le competenze operative presenti in Piemonte. Cloud e uso dei data center per la sicurezza dei dati pubblici, dialogo tra i sistemi informativi degli Enti, nuovi servizi nelle aree interne (con una specifica Agenda), uso delle Piattaforme abilitanti, sono alcuni dei fronti sui quali vogliamo lavorare e fare formazione. Anche ai fini di una riduzione della spesa ICT negli Enti, come prevista dai piani nazionali, ma soprattutto per una Crescita digitale che veda protagonista, e non marginale, la Pubblica Amministrazione, i nostri Comuni.
anci