Appello per un Postamat a servizio dell’intera Valle Soana di Ornella De Paoli

Il sindaco Danilo Crosasso lo ha chiesto alle Poste: «Indispensabile un punto prelievo di contanti». Lo scorso anno ha chiuso la banca, tra un po’ arrivano i francesi e non tutti gli esercizi hanno il Pos
tratto da La Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli
Il Comune di Ronco chiede a Poste Italiane di installare un Postamat a servizio di residenti e turisti. L’ufficio postale, infatti, è aperto solo più a giorni alterni e, inoltre, dalla scorsa estate l’unica banca presente in valle, Unicredit, ha definitivamente chiuso lo sportello di Ronco in seguito ad un piano di riorganizzazione che ha comportato la chiusura di 900 filiali e tagli di personale in tutta Italia.
Una riduzione di servizi contro cui il sindaco, Danilo Crosasso, si è tenacemente ribellato in entrambi i casi, indirizzando dure lettere di protesta a dirigenti e politici. Addirittura, nel 2015, quando Poste Italiane aveva messo in atto la cosiddetta “rimodulazione” degli orari, che per Ronco ha significato la chiusura il martedì e il giovedì, il combattivo primo cittadino aveva persino minacciato una denuncia per sospensione di servizio pubblico, ma invano.
«Per quanto riguarda la riduzione di apertura dell’ufficio postale da sei a quattro giorni, a nulla sono valse le richieste e i ricorsi alle autorità competenti – afferma Crosasso -. Pertanto, come già avevo fatto allora, ho chiesto che perlomeno venga installato un Postamat all’ufficio postale di Ronco, a servizio dell’utenza dell’intera Valle Soana».
Un Postamat, in effetti, potrebbe ridurre i disagi dei residenti e degli abitanti saltuari, ossia i villeggianti e i tanti emigrati o discendenti di valsoanesi che ritornano periodicamente nei paesi di origine, costretti a scendere fino a Pont per un prelievo di contanti, necessari anche solo per fare la spesa o per pagare il conto al ristorante, dato che in valle non tutti gli esercizi commerciali sono dotati di dispositivo elettronico Pos.
Il Comune di Ronco, adesso, si aspetta una risposta positiva, anche perché non è certo solo a combattere questa battaglia. Con questa richiesta, infatti, si è unito alla mobilitazione messa in campo da Uncem Piemonte contro la chiusura degli uffici postali in montagna, che ha portato l’azienda ad impegnarsi, anche attraverso investimenti previsti dal suo nuovo piano industriale Deliver 2022, a mantenere la sua presenza in tutti i piccoli centri e ad attivare nuovi servizi .
«Cento Postamat nei centri piemontesi sprovvisti di sportelli bancari – è quanto chiede, oggi, l’Uncem all’azienda -, servizi di tesoreria per i Comuni e per le Unioni montane gestiti da Poste Italiane, operatori polivalenti che aprono gli uffici e consegnano la corrispondenza tutti i giorni della settimana, collaborazioni con Pro loco, associazioni e amministrazioni locali per portare negli uffici postali servizi nuovi, per esempio turistici e di promozione del territorio».
«E per fare questo – sottolinea l’Uncem -, Poste Italiane non aspetti che sia la Regione a trovare risorse, investa le proprie, visti i 600 milioni di euro annui raggiunti». Ornella De Paoli
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