«Aprire la caccia dello stambecco» è la proposta del gruppo Lega in Valle d’Aosta tratto da Quotidiano Canavese

Venti di caccia sullo stambecco, animale simbolo del Parco nazionale del Gran Paradiso: «Si fa

da tempo in altri Stati dell’arco alpino ed è cacciato ormai da alcuni anni nella Provincia di Bolzano»

AOSTA – Venti di caccia sullo stambecco, animale simbolo del Parco nazionale del Gran Paradiso. Una mozione del gruppo Lega Valle d’Aosta, di cui è primo firmatario il consigliere regionale Christian Ganis, verrà discussa dal Consiglio di Valle la prossima settimana. Impegna il governo regionale «a mettere in atto ogni azione utile per addivenire ad una gestione venatoria della specie Capra Ibex (stambecco)».

La mozione prende in esame «le osservazioni alla bozza di Piano regionale faunistico venatorio del Comitato regionale per la gestione venatoria dove si esprime parere favorevole ad una possibile gestione venatoria della specie stambecco in quanto la popolazione e l’omogeneità territoriale hanno raggiunto livelli tali da non compromettere la salvaguardia della specie». Secondo un documento dell’Unione nazionale cacciatori zona alpi, emerge che lo stambecco sia una specie ormai ampiamente diffusa sull’arco alpino, dove sono stati censiti più di 50.000 capi dei quali ben 15.000 sul versante italiano, «numeri che giustificano l’avvio di una gestione anche venatoria della specie».

Lo stambecco, prosegue il gruppo Lega, «è oggetto di prelievo venatorio da tempo da parte di altri Stati dell’arco alpino ed è cacciato ormai da alcuni anni nella Provincia di Bolzano». Inoltre l’Ispra, nel 2004 e poi anche in seguito, aveva prodotto, su richiesta dell’Unione nazionale cacciatori della zona, un parere circostanziato in cui riteneva assolutamente fattibile l’avvio della gestione venatoria della specie. Va ricordato che la caccia con le armi da fuoco ha portato la specie alla quasi completa estinzione alla fine del 1800. Un piccolo gruppo di meno di 100 individui che viveva sul massicio del Gran Paradiso si è salvato e, grazie alla protezione e a operazioni di reintroduzione, ha dato origine a tutti gli individui che si trovano attualmente sulle Alpi.