CANAVESE – I «Giusti» tra le Nazioni: Clotilde, Carlo e Giuseppe tratto da QuotidianoCanavese

La Giornata della Memoria è l’occasione per ricordare anche i Giusti tra le Nazioni, ovvero i non ebrei che durante la Shoah salvarono uno o più ebrei dalla deportazione e dalla morte rischiando la propria vita e senza trarne alcun vantaggio personale. Lo Yad Vashem, l’Istituto per la Memoria della Shoah, organismo ebraico ufficiale sorto nel 1953 a Gerusalemme, si dedica alla ricognizione e al riconoscimento di questi salvatori.

La persecuzione degli ebrei fu preceduta e preparata dalla pubblicazione del Manifesto degli scienziati razzisti nel luglio del 1938, seguito in agosto dal Censimento speciale degli ebrei d’Italia e quindi, a partire da settembre, dai provvedimenti della legislazione “per la difesa della razza”: un complesso di ben 189 provvedimenti antiebraici (tra leggi e circolari ministeriali). Molti di essi sono decisamente noti, altri meno, come quello che vietava agli ebrei l’accesso alle biblioteche e agli archivi pubblici.

Oltre a Carlo Angela, il papà di Piero Angela, che a San Maurizio Canavese salvò tantissime persone nella sua clinica psichiatrica «Villa Turina Amione», sono sette i «Giusti» della provincia di Torino riconosciuti dall’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme. Altri due sono canavesani. Sono Clotilde Boggio di Cuorgnè e Giuseppe Sapino di San Martino Canavese.

Clotilde Boggio ospitò, salvandogli la vita, un neonato di nove mesi. Il bimbo fu fatto uscire, nascosto in mezzo alla biancheria sporca grazie alla complicità di una suora, dal carcere torinese delle Nuove, dove era ristretto con i suoi genitori (che furono poi deportati ad Auschwitz). A “Mamma Tilde”, il Comune ha intitolato la scuola materna nell’aprile del 2003. Clotilde Roda Boggio, nata a Cuorgnè nel 1896 e morta il 18 maggio del 1989, il 19 settembre del 1986 ricevette dal Console di Israele l’attestato e la medaglia di “Giusta fra le Nazioni”. A Gerusalemme, sulla collina del Viale dei Giusti, c’è un albero piantato in sua memoria.

Giuseppe Sapino, invece, insieme alla moglie ospitò presso la propria abitazione in frazione Pranzalito due coppie di ebrei sfollate da Torino. Le loro storie sono riportate dal libro «I Giusti d’Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei 1943–1945», pubblicato nel 2006 da Mondadori in collaborazione con lo Yad Vashem.
tratto da Quotidiano Canavese
clotildeBoggio