Gli altri siamo noi
Come donatore attivo e come Presidente dal 2001 del Gruppo di Favria Vi ricordo che donare il sangue è una necessità: per assicurare le cure agli emofiliaci, per i trapianti degli organi, per curare gli ustionati, per ricavare dal plasma i cosiddetti farmaci salvavita. Donare un po’ del proprio sangue dovrebbe essere considerato un atto di civiltà e un dovere morale per chi è in buona salute. Recarsi, almeno una volta all’anno, da donare sangue, dovrebbe essere sentito come un atto d’amore verso chi manca di qualcosa d’importante, senza aspettare che ci sia l’amico incidentato o il “vip” di turno che si ammala per vincere la ritrosia o l’indifferenza e varcare la soglia di una sala prelievi! E poi quale gioia, quando arriva il referto che ci assicura che godiamo di ottima salute e, quindi, siamo idonei al dono. Ogni giorno, in Italia, migliaia di persone sopravvivono grazie a un gesto così semplice ma così importante. Non indugiamo, perché “certe cose” non accadono solo agli altri. Gli “altri” siamo anche noi. Vi aspetto a Favria. Ti aspetto con il Direttivo a Favria venerdì 9 febbraio 2018 cortile interno del Comune dalle ore 8- alle ore 11,20, per info cell. 3331714827. Grazie dell’aiuto
Favria 6.02.2017 Giorgio Cortese
Ps per darti un migliore servizio grazie se avvisi!
Scriveva Seneca che spesso un piccolo dono produce grandi effetti, e allora che aspetti, vieni a donare venerdì 9 febbraio 2018 a Favria, cortile interno dalle ore 8 alle ore 11,20. Grazie Ti aspettiamo
Da felag a fellow ma non fellone.
Oggi il termine Inglese fellow viene usato mondo anglosassone per indicare i membri di una società scientifica, i membri interni di un college nelle università inglesi, e gli studiosi che, all’inizio della carriera scientifica o accademica, sono stipendiati in università anglosassoni o forniti di borsa di studio per svolgere ricerche in istituti o fondazioni all’estero. La parola deriva dal norreno felag, con il significato di amicizia, legame commerciale, ed eraun contratto finanziario stretto tra soci nella società vichinga. Il termine félag è formato dalla parola fé, bestiame, ricchezza, e da una base verbale che significa “possedere”, e significa “possedere insieme delle proprietà”. Il termine norreno félagi “compagno, camerata” in origine significava “uno che ha un félag con un altro”. Da questo termine deriva l’attuale inglese fellow, dall’antico inglese feolaga, il danese fælle dall’antico danese felge, ed il norvegese felle. La parola si ripresenta anche nelL’islandere, félagskap e nel norvegese fellesskap e danese fællesskab. Questo termine è simile a fellone, parola provenzale di origine germanica che significa traditore, ribelle, persona perfida, sleale che non rispettava le regole. Da li il passo è breve alla fellonia, che era il tradimento degli obblighi esistenti tra il signore feudale e d il suo vassallo, reciprocamente giurati durante l’investitura. Tipica fellonia era la prodizione, il mancato rispetto da parte del vassallo degli obblighi di assistenza militare o finanziaria al proprio signore, oppure il non soddisfacimento dell’obbligo di protezione, o comunque di obblighi convenuti, dovuto dal signore feudale al proprio sottoposto. Il reato era punito con la confisca del feudo, restituito al sovrano. Tuttavia, i successori del fellone erano reintegrati nel diritto alla sua morte, onde non imputare loro una colpa altrui, il diritto feudale si costituiva con la nascita. Esiste una traccia oggi della fellonia nelle leggi inglesi ed americane, indicando con la felony, fellonia, il raggruppamento di talune categorie di delitti di particolare gravità e riprovazione sociale, che vanno dall’aggressione fisica all’evasione fiscale, spionaggio, stupro, truffa e sequestro di persona.
Favria, 7.02.2018 Giorgio Cortese
Abbiamo bisogno di sangue di tutti i colori, Ti aspettiamo a Favria venerdì 9 febbraio 2018 cortile interno del Comune dalle ore 8- alle ore 11,20, per info cell. 3331714827.
Cerco Te che mi leggi!
Le scorte sono in calo, cari donatori è ora di tornare a donare. Invito tutte le donatrici e donatori, se idonei, a tornare per la prossima donazione a Favria venerdì 9 febbraio dalle ore 8,00 alle ore 11,20 cortile interno del Comune.. Purtroppo Gennaio è stato un mese un mese complicato: tra influenza stagionale e festività appena trascorse le scorte di sangue e plasma sono in calo con il rischio di non far fronte alle necessità di sangue e plasma. Per chi non è ancora donatore ma vorrebbe diventarlo è il momento giusto per la visita di idoneità. Il vostro gesto non ci aiuterà a risolvere la carenza nei prossimi giorni ma sarà fondamentale per il prossimo futuro. Ti aspetto VENERDI’ 9 FEBBRAIO 2017 A FAVRIA CORTILE INTERNO DALLE ORE 8 ALLE ORE 11,20. Per info corteseg@tiscali.it cell. 3331714827. Grazie.
Favria 8.02.2018 Giorgio Cortese
Ogni giorno per essere felici devo sempre essere me stesso, tenace, cortese e riconoscente, portando sempre rispetto per tutti.
Ogni giorno.
Ogni giorno si deve lottare e soffrire, perchè questa è l’essenza di una vita degna di essere vissuta. Se ogni giorno non faccio sempre ulteriori sforzi e se non chiedo a me stesso sempre di più per crescere ed imparare ogni giorno, allora il mio cammino è di un’esistenza vuota. Mi nego il viaggio straordinario della vita.
Favria, 9.02.2018 Giorgio Cortese
Ricordo a tutti che oggi a Favria si dona, prelievo collettivo cortile interno Comune dalle ore 8- alle ore 11,20. Con la donazione del sangue ogni giorno è un 2×1, aiutate chi ha bisogno e Voi stessi con le analisi di sangue. Donate sangue!
Se un marziano.
Sei un marziano viene oggi sul Patro Stivale e ascolta la campagna elettorale in corso, forse pensa di essere atterrato nel paese della Cuccagna. Sente dei leader che aspirano a governare che prometto l’impossibile, promettono reddito, soldi, per tutti. Promettono abolizione delle tasse universitaria, azzeramento del canone della televisione, aumento delle pensioni minime a 1000 euro, asili nido gratis ed altro. Ma poi girando con la sua astronave per il BelPaese, questo marziano vedrebbe delle persone che accettano qualsiasi lavoro per tirare avanti, persone sempre piu povere e soldi erogati a pioggia senza richiedere nessun lavoro in cambio per la Comunità. Vedrebbe persone elette che dopo cinque anni di torpore si risvegliano e si ripresentano nei loro collegi elettorali. Vedrebbe nuovi candidati senza ne arte, ne parte che si sono candidati, scrivendo sui social macroscopici errori di grammatica. Gli spiegherebbero al marziano che scrivo così non per far vedere che sono anticasta, ma sono veramente ignoranti e pretendo pure di governare. Se poi il marziano atterra vedrebbe nelle città delle madri preoccupate delle gang giovanili che imperversano nelle grosse città, di giovani nati nel millennio sempre più disillusi da questo modo superficiale di fare politica e tentati a non votare. Forse questo visitatore da Marte si chiederebbe se per caso la politica ha perso il contatto con la vita quotidiana e si domanderebbe come fare per recuperarlo. Se un marziano…
Favria, 10.02.2018 Giorgio Cortese
Durante il carnevale certe persone indossano una maschera in più.
Dal Carmen Arvale a Plugusorul fino al Plough Monday.
I riti precristiani della Roma antica relativi al culto dei morti, sono rimasti in eventi folkloristici in varie culture in Europa. Il rito dei fratelli Arvali, fondati da Romolo, primo re di Roma sono arrivati sino a noi. I Fratelli Arvali personificano i 12 figli di Acca Larenzia. Madre dei Lari, e sono null’altro che che gli antenati deificati. Arvum in latino è il campo arato ed il compito specifico degli Arvali, gli aratori, è la periodica riconsacrazione dell’arva con un rito primaverile detto Anarvalia. Un’iscrizione antica del 218 d.C. conservata ai Musei Vaticani, offe uno straordinario resoconto di questo rito in cui si intonava una preghiera antichissima che nessuno, già allora era in grado di capire, questa preghiera era detta carmen arvale, una delle testimonianze più antiche della lingua latina. La cerimonia conseisteva nel rito dell’aratura per finta, inscenata insieme a nozze burlesche, e tutti i convenuti si mascheravano, insoma una mascherata che oggi diremmo carnevalesca, e forse carnevale nasce proprio da quei riti. Oggi la trovaimo nei Kukeri bulgari. I Kukeri sono uomini bulgari che in costume che eseguono riti tradizionali intesi a spaventare gli spiriti maligni. I costumi coprono la maggior parte del corpo e comprendono maschere di animali in legno decorate, a volte a doppia faccia, e grandi campane attaccate alla cintura. Iniziano intorno al nuovo anno e finoiscono con l’inizio della Quaresima. I kukeri camminano e ballano attraverso i villaggi per spaventare gli spiriti maligni con i loro costumi e il suono delle loro campane. Si ritiene inoltre che forniscano un buon raccolto, salute e felicità al villaggio durante l’anno. I kukeri tradizionalmente visitano le case della gente di notte in modo che “il sole non li catturerebbe sulla strada”. Dopo aver fatto il giro del villaggio, di solito si radunano nella piazza del villaggio per ballare selvaggiamente e divertire la gente. I rituali di Kukeri variano in base alla regione, ma rimangono sostanzialmente gli stessi in sostanza. L’usanza è generalmente ritenuta correlata al culto di Dionisio dei Traci. Il nome kukeri deriva dal latino cuculla che significa “cappuccio, cappuccio” o cucurum , faretra, ioè nel senso di un contenitore, un’abbreviazione di koukouros geros. La figura corrispondente nella Tracia di lingua greca è conosciuta come Kalogeros “portatore di bastoni “, abbreviato anche in cuci , nell’ex Jugoslavia conosciuta come didi, didici , nell’Antaloia Pontica come momogeros.Questa festa rituale inaugura le fatiche dei campi, aratura e semina e si svolge con la partecipazione di numerosi personaggi allegorici. In Romania si chiama Plugusorul che è un augurio tradizionale per il Nuovo Anno , in cui i giovani partono con l’aratro per simboleggiare un rito di fertilità e declamano dei versi augurali di ricchezza e di raccolti abbondanti per il Nuovo Anno. Quest’usanza dà tanta gioia, ritmo e colore alle feste natalizie, ricordando anche l’antico mestiere del popolo romeno: l’agricoltura. Tutto inizia la mattina della vigilia di Capodanno, quando gruppi di bambini vanno di casa in casa in bonis “Plugusorul”, il piccolo aratro. Dotato di campane e anche fruste, i bambini recitare o cantare testi tradizionali, di solito con alcuni miti agrari o storici, il messaggio principale che è in tutti i casi i desideri di salute per i padroni di casa e le colture ricche per l’anno a venire. La sera dello stesso giorno, gruppi di adulti, vestito in abiti tradizionali e suonare strumenti musicali, eseguire “aratro”, il grande dell’aratro, anche portando un aratro con i cavalli o tori in più villaggi tradizionali. Le più colorate tradizioni Capodanno sono le maschere-danze, cerimoniali magici di morte e rinascita, con una varietà di rappresentazioni dal mondo animale come capre, cavalli o gli orsi, e personaggi di fantasia come il diavolo. Uno dei più spettacolari maschere-danze è la “danza dell’orso”, un animale iconico per le foreste della Romania. Simboleggia la morte e la rinascita del nuovo anno, la danza dei bearbrings alla scena costumi intricati. La danza è di solito accompagnata dalla musica dei tamburi che dettano il ritmo della performance. Un altro rappresentante maschera ballo è la “capra”, che racconta la storia di potenti pratiche magiche che hanno il potere di resuscitare l’animale dopo che è stato affascinato, un altro simbolo della morte e della rinascita della natura. Capra, è un ballo rumeno di Capodanno che risale al 1600 a. Nella mitologia greca, le baccanti indosserebbero la pelle di capra sacrificata. Per i rumeni, la morte e la resurrezione del Capra riflettono la morte e la rinascita della vegetazione. Solitamente, la maschera capra è scolpita in legno, rivestito in pelliccia, con una ganascia che si muove su e giù e ha corna da un vero capra. Il corpo della capra è fatto di un tappeto colorato. Arriviamo Plough Monday inglese, il lunedì dell’aratro è l’inizio tradizionale dell’anno agricolo inglese, che cade il primo lunedì dopo il dodicesimo giorno, l’Epifania, il 6 gennaio. I riferimenti a Plough Monday risalgono alla fine del XV secolo. Il giorno prima di Arare il lunedì viene a volte indicato come Domenica dell’aratro. Il giorno tradizionalmente vede la ripresa del lavoro agricolo dopo il periodo natalizio in alcune zone, in particolare nell’Inghilterra settentrionale e nell’Inghilterra orientale. Le consuetudini osservate nell’aratura del lunedì variavano per regione, ma una caratteristica comune in misura minore o maggiore era che un aratro venisse trasportato di casa in casa in una processione, raccogliendo denaro. Erano spesso accompagnati da musicisti, una vecchia o un ragazzo vestito da vecchia, chiamato “Bessy” e un uomo nel ruolo del “pazzo”. Una volta si svolgeva la parata che passava casa per casa, composta da un certo numero di ballerini di spada che trascinavano un aratro, con la musica, Bessy, nell’abito grottesco di una vecchia, e il Matto, quasi coperto di pelli, con un berretto peloso e la coda di un animale che gli pendeva dalla schiena. Nelle isole di Scilly, i locali si travestono e poi visitano i loro vicini per scherzare sugli eventi locali. Si usava ballare la danza d’oca, con notevoli bevute e baldorie. Per arrivare all’Egetmann, tipica sfilata di carbevale che si svolge nel giorno di martedì grasso negli anni dispari, prime notizie risalgono al 1591. La sfilata viene aperta da un trombettiere cui seguono contadini a cavallo, altri con le fruste, Ausschnoller, ed alcuni stradini con l’importante compito di tener pulita e libera la strada da percorrere. Di seguito, ognuno sul proprio carro, si presentano contadini, braccianti agricoli, poveri, zingari, ricchi, sarti, pescatori,e con un carro che simbolicamente rappresenta le sementi. Figura centrale della sfilata è Egetmann Hansl, un pupazzo di paglia che inizia, accompagnato dalla sposa. Tradizionalmente solo gli uomini possono partecipare a tale sfilata, per cui la sposa è in realtà un uomo travestito. La sfilata rappresenta quindi l’annuncio al paese delle loro felici nozze. Accanto alla coppia vi è anche un servo. Dopo la coppia, fanno seguito i loro consiglieri, gli uomini del potere, tutti indossando eleganti giacche nere, cilindro in testa e guanti bianchi, portando ognuno di loro oggetti simbolici, come il registro del protocollo, la scala, l’ombrello e due candelieri. La sfilata si svolge lungo le strade cittadine e si arresta nei pressi delle fontane, dove il consigliere con l’ombrello sale su di una scala e aprendolo legge la proposta di matrimonio di Egetmann coadiuvato da altri due consiglieri, quelli con i candelier. Nel corteo non manca certo la figura del Wilder Mann, l’uomo selvaggio, che rappresenta un antico demone. Egli è l’unico personaggio della sfilata ad avere una maschera, Ma si pensa che in realtà ogni personaggio ne avesse una nel passato, da coniglio ricoperto da edera e stracci. Egli è accompagnato dal cacciatore, che a fine parata lo uccide. Questa immagine rappresenta il termine della stagione invernale, la morte del selvaggio, e l’inizio della stagione calda, il cacciatore. Altra figura sono le Schnappviecher o Wudelen, coccodrilli senza orecchie ma con un’enorme e alta testa pelosa con corna, che mediante il movimento della bocca vanno in giro spaventando la popolazione lungo le vie cittadine; spesso per tale figure viene utilizzato un gruppo di persone. Il personaggio è sempre accompagnato dal macellaio che ad ogni arresto presso le fontane ne uccide uno, è presente anche la maschera dell’orso. Ci sono poi due altre figure, Burgl e Burgltreiber, entrambi con mani e guance scure dalla fuliggine. La prima figura rappresenta la donna Burgl che porta il suo bambino in una gerla sulle spalle assieme a delle catene e campanelli per far sì che la gente la senta passare. La seconda figura rappresenta invece l’uomo Burgltreiber, il quale utilizza un bastone per picchiare la donna. La sua etimologia trae origine dal verbo latino purgare, ovvero pulire, rimuovere; da qui il significato che queste due particolari figure che rappresentano la caccia agli spiriti maligni invernali. Altra caratteristica di questa sfilata di carnevale sono le anziane presenti sul carro denominato Altweiber-Mühle che chiudono il percorso. Pensate che durante il ventennio fascista l’Egetmann, fu vietato, nel contesto della campagna di italianizzazione dell’Alto Adige e del divieto delle usanze sudtirolesi. Solo nel febbraio 1941, fu permessa una rappresentazione, ritenuta comunque l’ultima, per poterla far registrare da una troupe cinematografica dell’ Ahnenrbe nazista, “Società di ricerca dell’eredità ancestrrale”. Fu originariamente votata alle ricerche riguardanti la storia, la cultura della razza ariana. Grazie di avermi letto.
Favria 11.02.2018 Giorgio Cortese
Se voglio conoscere il senso dell’esistenza, devo aprire un libro e leggerlo e là in fondo, nell’angolo più oscuro del capitolo, c’è una frase scritta apposta per me
Carnevale elettorale.
Inizia il periodo di propaganda elettorale e questo mi ricorda il Carnevale, festa tipicamente laica, che è l’arena degli emergenti come nelle elezioni. Se il Carnevale ha ormai smarrito il suo antico legame con il culto dei morti e dell’inizio del lavoro dei campi, la politica ha smarrito il contatto con gli elettori e con il senso genuino di fare i reali interessi di noi cittadini. Ma entrambi conservano la loro componete burlesca, con il mondo rovesciato dove a farsi eleggere concorrono troppi che vanno solo per lo stipendio. Se il Carnevale ha trasformato nel tempo le maschere rituali in burlesche come Arlecchino. Nato Arlechin Batocio nelle montagne bergamasche, passando poi a Burlamacco di Viareggio e Triboulet nizzardo, in politica abbiamo un vasto assortimento di comici e narratori di barzellette, nani e ballerine che come nel Carnevale ostentano la loro “Joie de vivre” promettendo più soldi e risparmio per tutti! Cosa posso dire se non felice Carnevale a tutti perché a Carnevale ogni scherzo vale, e i politici promettono di guarire ogni male!
Favria, 12.02.2018 Giorgio Cortese
Il vero amico, non è una ruota di scorta, ma benzina per il mio motore della vita.