Il re di Sericana.
Leggendo un libro che citava della letteratura epico-cavalleresca, presente ne “L’Orlando innamorato” di Boiardo e ne “L’Orlando furioso” di Ariosto è uscito il nome di Gradasso, re di Sericana. Gradasso è il primo dei guerrieri saraceni a comparire nel poema cavalleresco di Boiardo, giunge dalla lontana Sericana, il saraceno con un immenso esercito attraverso l’India, la Persia, l’Arabia, l’Africa in Spagna per combattere contro il re Marsilio soccorso da Carlo Magno. Oggi Gradasso è sinonimo di bsruffone, fanfarone. Questo grazie alla colossale popolarità nel passato dei poemi di Boiardo e di Ariosto ha fatto sì che i nomi di molti personaggi che li abitano siano diventati delle antonomasie. Gradasso viene descritto come un tipo sanguigno, impulsivo, che rincorre con temerarietà la conquista della spada di Orlando, Durlindana, e del cavallo di Rinaldo, Baiardo. Ma è più sbruffone che valoroso, e troverà la morte proprio sotto i colpi di quella Durlindana che tanto bramava, della serie di agognare uno status symbol o una carica può essere pericoloso in passato come oggi. Questi caratteri di Gradasso hanno fatto tanta presa sull’immaginario collettivo da far diventare Gradasso il fanfarone per antonomasia: infatti oggi chiamiamo gradasso il millantatore, lo spaccone, facile al vanto e alla minaccia, che si presenta come molto più forte e coraggioso di quel che sia, insomma una persona dal carattere litigioso, atraccabrighe e millantatore. È interessante notare come la locuzione più comune in cui viene usata questa parola, cioè “fare il gradasso”, comunichi bene che si tratta di un’antonomasia: fa il gradasso chi si comporta come Gradasso e di questi personaggi pare che ultimamente ci sia una vera epidemia.
Favria, 25.09.2018 Giorgio Cortese
Non c’è niente di peggio che mentire a se stessi, scavando nell’ anima di un ipocrita per cercare qualcosa di buono, di vero. Ma questa cosa con il tempo ci porterà tanto dolore da consumarci l’ anima, portando noi stessi all’ ipocrisia per nascondere il male subito!
E poi viene il tempo di partire.
Le piccole rondini vivaci hanno già lasciato il loro nido, e da un paio di mattine non si sente più il loro allegro cinguettare, l’autunno piano si avvicina. Le ultime farfalle che si posano sui fiori, e. l’aria di settembre che freme tra gli alberi e le strade di campagna, quando ecco che vedo un piccolo codirosso che gironzola nel cortile. Il codirosso è un a un simpatico frequentatore del sottobosco, il nome ufficiale è Phoenicurus phoenicurus, codirosso comune, un piccolo turdide, una famiglia dei passeriformi, di cui fanno parte anche merli e tordi, lungo non più di 14cm. Ma presto partirà anche lui per svernare al caldo in Nord Africa. Pensate che il filosofo Aristotele, 384-322 aC, teorizzò che gli uccelli potessero ibernare, le rondini nel fango sul fondo di stagni per esempio. Ma tuttavia, sui Codirossi suggerì che si trasformassero in Pettirossi. I Codirossi possono infatti essere facilmente correlati ai Pettirossi: entrambi hanno pance rosse, sono simili per dimensioni, e vanno su e giù proprio come i Pettirossi. Una cosa assodataè che sono sono monogami: la coppia di codirossi, una volta creatasi, non si scinde facilmente!
Favria 26.09.2018 Giorgio Cortese
Ogni giorno cerco di imparare ad accettare la vita così come è, che non vuole dire rassegnarmi, ma semplicemente non perdere energia dietro a situazioni che non posso cambiare, remando contro alla serenità della mia giornata
Semicupio.
Si avete letto bene, semicupio e non è una volgare parolaccia, ma una piccola vasca da bagno dove si sta seduti nel fare il bagno. I piccoli bgni di una volta. La parola deriva dal latino medievale semicupium, composto di semi, ‘mezzo, parziale e cupa, botte, recipiente. Questa parola entra in italiano verso la fine del Seicento nei discorsi dei più grandi medici italiani del tempo e rappresenta una pratica e un oggetto piuttosto umile, un bagno parziale, fatto da seduti, e il recipiente dove tale bagno si fa. In realtà si tratta di più tipi di recipienti, perché il semicupio oggi va da quelle belle vasche con sedile che si vedono nelle televendite, solo per oggi in offerta speciale, a elementari bacinelle che si trovano in farmacia. I primi fini sono medici, volti specificamente a curare o a dare sollievo a spiacevoli situazioni che coinvolgano le parti delicate. Purtroppo la lingua divine maliziosa come il nostro animo e la parola oggi parla di semicupio coem di chi sta seduto con un certo godimento e una propensione al movimento scarsissima, come quando mi siedo in poltrona a leggere un libro e faticano a farmi alzare, oppure quando vado in una piscina affollata e mi siedo al bordo, mi piazzo in semicupio per irnfrescarmi i piedi
Favria, 27.09.2018 Giorgio Cortese
Le squadre vincenti e di successo battono con un con un solo cuore.
L’Intifada uccide i sogni di pace.
Il processo di pace tra israeliani e palestinesi avviato con gli incontri di Oslo dell’agosto 1993 incontra in seguito crescenti ostacoli, con provocazioni e attentati degli estremisti di entrambe le parti. Lo sforzo di trovare una soluzione definitiva, con la mediazione del presidente americano Bill Clinton, fallisce nel luglio 2000 a Camp David, dove il primo ministro dello Stato ebraico Ehud Barak ed il presidente palestinese Yasser Arafat non riescono a siglare un accordo. Il 28 settembre 2000 il leader della destra israeliana Ariel Sharon si reca sul Monte del Tempio, o Spianata delle Mosche, il luogo più sacro di Gerusalemme, per riaffermare la volontà di non cedere su uno dei punti più delicati del negoziato. La dura reazione palestinese a quella che ritengono una provocazione dà il via all’insurrezione che passerà alla storia come Seconda Intifada. Ben più violenta della Prima 1098 – 1993, e si concluderà nel 2005 dopo aver causato invano 7 mila morti.
Favria, 28.09.2018 Giorgio Cortese
Com’è meraviglioso che nessuno abbia bisogno di aspettare un solo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo
Il baluardo della batteria.
L’altro giorno l’orologio da polso ha smesso di funzionare perché la matteria si era scaricata. Questo evento fortuito mi ha fatto riflettere che cosa significa la oarola batteria. Questa parola può essere l’ apparecchio che accumula e trasferisce energia elettrica cimw nwl mio caso ma anche una unità di artiglieria, oppure insieme di percussioni. La parola deriva dal francese, batterie, da battre battere. Insomma l’’insieme di più mortifere bocche di fuoco percuote la terra. Questo mi ricorda l’immortale poesia di Alfred Tennyson, La carica della brigata leggera: “Mezza lega, mezza lega, avanti, una mezza lega… Avanti la Brigata Leggera! Avanti contro quei cannoni ! “. questo evoca nella mia mente la parola batteria.e da li il pensiero al baluardo è un passo breve, il baluardo è un terrapieno fortificato, che serve per protezione, difesa, riparo. La parola deriva dal provenzale baloart, passato attraverso il francese medio balouart e varianti, probabilmente dall’olandese medievale bolwerc, che significa letteralmente “opera di travi”. Il baluardo è l’ossatura delle fortificazioni rinascimentali, costruiti per resistere agli assalti delle prime artiglierie, sia gli elementi angolari della cinta di questi terrapieni (anche detti bastioni). Le mura alte e turrite di concezione medievale erano ottime per tenere fuori degli assedianti muniti solo di scale, arieti, al massimo torri mobili, ma con i cannoni venivano giù come fossero di sabbia. Servivano fortezze con mura più massicce, e quindi tutta una nuova complessa scienza di fronti bastionati. Era il XV secolo, e oggi anche se i baluardi non vengono usati militarmente, il baluardo è rimasto metafora di protezione, di difesa, di riparo, con una marcata sfumatura di solidità, di validità, di corpo. Ecco allora il mio baluardo che cerco di erigere giorno fopo giorno vo,posto dal valore e rispetto per le persone che incontro. Un baluardo composto dai miei piccoli comportamenti quotidiani, cercando sempre il buon senso che genera comportamenti virtuosi con la sciatteria dilagante e la maleducazion, insomma un baluardo che cerchi di generare sempre una vita piena.
Favria, 29.09.2018 Giorgio Cortese
Nella vita di ogni giorno l’importante è vivere onorando le prwsone che incontro, usando sempre il buon senso per poter nella vecchia la pace nell’animo e la voglia di rivivere una seconda vita
Il sogno.
Prima di andare a dormire ho letto un libro e pensavo a quanti uccelli avrebbero potuto cantare in un albero trasformato in un brutto libro. Ed è vero un buon romanzo mi racconta la verità sul suo eroe, ma un cattivo romanzo mi racconta la verità sul suo autore. Pensavo che leggere il giornale, e certi libri, è un esercizio zen: insegna che il pieno è uguale al vuoto. Poi addormetatomni ho fatto questo sogno, ero in una grande casa dove tutte le pareti erano ricolme di libri, ed io dormino. Ecco che tutto i libri si aprirono per un istante alla stessa pagina, una pagina che nessun lettore umano aveva mai letto, e mostrarono la vera storia di Dio e dell’Universo. Ma la vide solo un gatto e se ne andò senza dir nulla. Ed io dormivo….
Favria, 30.09.2018 Giorgio Cortese
Non ho bisogno di avere degli amici che cambiano quando cambio e che annuiscono quando annuisco, la mia ombra lo fa molto meglio.
Sconvolto.
Domenica nella mia passeggiata domenicale ho incontrato l’amico Fervido, nome di fantasia, che mi ha raccontato di cosa ha visto nel fare la spesa in un supermercato della zona. In questo supermercato, c’erano davanti a lui una coppia di anziani, marito e moglie, persone che anche io conosco di vista. Fervido mi ha raccontato che la coppia che era davanti a lui alla cassa, prende dal carrello e posa sul rullo della cassa: quattro barattoli grandi di bocconi di pollo e verdure per cani un litro di latte e quattro uova e chiedono se per caso hanno delle verdure in scadenza per pagare di meno. Poi loro si girano e salutano Fervido imbarazzati. Poi dopo quando Fervido è alla cassa la signora gli dice che quei due anziani non hanno il cane, ed è vero, confermo non hanno il cane. Purtroppo lui ha una bassa pensione e lei quella sociale e dopo aver pagato l’affitto hanno veramente poco per mangiare, e mai e poi mai chiederebbero aiuto. La notizia datami è simile ad un pugno allo stomaco e mi prende un nodo alla gola che delle persone dopo aver lavorato una vita non riescano a tirare avanti e per sopravvivere devono arrivare a questo punto. Sono sconvolto!
Favria 1.10.2018 Giorgio Cortese
Se aiuti gli altri, verrai aiutato. Forse domani, forse tra un centinaio d’anni, ma verrai aiutato. La natura deve pagare il debito. È una legge matematica e tutta la vita è matematica. E allora vieni a donare a Favria mercoledì 10 ottobre ore 8-11,20 cortile interno del comune, abbiamo bisogno di Te!