La rivoluzione (salata) del soccorso alpino, si pagherà fino a mille euro tratto da Repubblica.it

La rivoluzione (salata) del soccorso alpino, si pagherà fino a mille euro
Dal primo gennaio ticket per gli interventi immotivati. Il 118: “Sarà il buon senso la regola più importante”
tratto da Repubblica.it di JACOPO RICCA

Mille euro per farsi soccorrere sulle montagne piemontesi. Dal primo gennaio gli escursionisti improvvidi, o più probabilmente i turisti della domenica che si improvvisano scalatori, dovranno pagare un ticket per le chiamate al Soccorso alpino.  Con lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre è infatti entrato in vigore la delibera regionale che, oltre ad aggiornare le tariffe dell’elisoccorso, prevede la compartecipazione al costo degli interventi “immotivati, inappropriati o provocati da un comportamento imprudente “. Fino al 2015 il soccorso era stato gratuito sempre e per tutti, ora non più. La delibera è stata firmata dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, e da quello a Montagna e Protezione civile, Alberto Valmaggia. Spiega che i costi saranno addebitati completamente solo per “le chiamate totalmente immotivate”, mentre per tutte le altre non congrue il tetto sarà di mille euro: le tariffe sono 120 euro per la chiamata e 120 ulteriori ogni minuto di volo, mentre quando si attiva solo il soccorso a piedi il costo fisso sarà di 120 euro cui si aggiungono 50 euro l’ora per ogni squadra impiegata dopo la prima ora di soccorso.

“Una regolamentazione come questa andava fatta perché ha un valore prima di tutto educativo  –  ragiona il presidente del Soccorso alpino piemontese Aldo Galliano  –  Noi di questi ticket che sono stati introdotti però non vedremo un euro, perché andranno direttamente all’assessorato, ci competerà segnalare i casi in cui l’intervento si è rivelato incongruo secondo le tre tipologie previste”.

Il regolamento però ovviamente va interpretato e lascia un margine molto soggettivo al caposquadra che fa la relazione e poi al presidente del soccorso che deve girare i casi alla direzione della Protezione civile: “Non si può negare che ci saranno episodi al limite e che potrebbero aprirsi contenziosi, ma questo regolamento dovrebbe invogliare tutti quelli che frequentano la montagna ad assicurarsi e anche prevedere polizze che coprano questi costi come accade in altri paesi”, aggiunge Galliano. Sui problemi interpretativi il presidente del Sasp nazionale Piergiorgio Baldracco spiega: “In altre regioni le regole sono più chiare, ma in Valle d’Aosta nonostante questo si recuperano i soldi di un terzo degli interventi inidonei, mentre per tutti gli altri si resta a bocca asciutta”.

In Piemonte, se il nuovo regolamento fosse già stato in vigore l’anno scorso si sarebbe fatto pagare qualcuno in una ventina di casi, secondo le stime, parziali, del direttore del 118 regionale Danilo Bono: “Nei 700 casi dove è stato coinvolto l’elisoccorso, almeno 20 rientrano nelle tipologie previste, ma dall’entrata in vigore non ne abbiamo avuto nemmeno uno  –  racconta  –  Sull’applicazione io credo che sarà il buon senso la regola più importante e le situazioni saranno valutate caso per caso. Credo anche che se comunicato opportunamente possa servire a scoraggiare chi va in montagna impreparato o con l’attrezzatura inadeguata. Non è pensato per far cassa”.

Se l’intervento delle squadre o dell’elisoccorso si conclude con un ricovero in ospedale invece il costo non è addebitato in nessun caso. L’idea è quella di creare un effetto deterrente, più che una vera compartecipazione alle spese dell’elicottero: “Se si fosse voluto finanziare il costo degli interventi avrebbe avuto molto più senso introdurre un ticket generalizzato per tutti i casi in cui si alza in volo, compresi quelli in pianura  –  ragiona Baldracco  –  Ad esempio con 200 euro fissi, e le stesse esenzioni per reddito degli altri ticket sanitari, si tirerebbero su cifre molto più importanti e non si punirebbe chi frequenta la montagna”.

Chi  fa il volontario da anni ha già visto di tutto, dall’anziano che non trova più l’auto dopo essere andato a funghi a chi rimane bloccato in quota perché non ha calcolato l’orario del tramonto: “Spesso capita di irritarsi perché ci si trova a fare interventi che con un po’ di buon senso da parte dell’escurisionista si sarebbero potuti evitare  –  confessa Galliano  –  Non puniremo nessuno, ma applicheremo le regole”.