L’emergenza! di Giorgio Cortese

Nel Patrio Stivale passiamo da una emergenza all’altra, viviamo in un Paese, per davvero, molto strano, abbiamo l’emergenza immigrazione, l’emergenza ambientale, l’emergenza sicurezza, l’emergenza criminalità, l’emergenza rom, l’emergenza idrogeologica, l’emergenza omofobia, l’emergenza economica, l’emergenza lavoro, l’emergenza sanitaria e non può mancare, per quanto riguarda soprattutto il contesto internazionale, l’emergenza umanitaria. Passiamo dall’emergenza incendi del perido estivo a quella delle pioggie nel periodo autunnale, per poi passare adesso a quella della nevicate. Per quest’ultima, mi domando ma in inverno è anormale che nevichi? L’emergenza è ormai diventata una categoria della cultura nazionale alla cui lente deformante vengono osservate tutte le questioni. Praticamente non esiste settore della vita pubblica che non abbia la sua emergenza. Ma che cos’è che la rende l’ottica privilegiata attraverso la quale filtrare tutti i fenomeni sociali? La parola emergenza deriva dal latino composto di e fuori e mergere venire alla superficie dell’acqua, quindi anche, innalzarsi, risaltare, dunque emergenza è ogni fatto, avvenimento o fenomeno che era precedentemente nascosto, sommerso, e che, per qualche circostanza, viene all’attenzione di tutti. In questa parola nel tempo, il significato negativo ha schiacciato ogni altro concetto. L’etimomoligia del lemma suggeriva anche ciò che esce all’improvviso dalla superficie calma delle acque, e poteva essere tanto qualcosa di bello e fortunato quanto qualcosa di pericoloso e catastrofico. Nel tempo la predominanza negativa ha portato ad un significato scuro, forse sotto la particolare influenza dell’inglese emergency, usato come sinonimo di allarme. Una delle definizioni che dà il vocabolario Treccani, per ciò che concerne il gergo giornalistico, del lemma “emergenza” è “situazione di estrema pericolosità pubblica, tale da richiedere l’adozione di interventi eccezionali” quale compare non solo lo stato di allerta, la percezione del pericolo portato al massimo e quindi la tensione emotiva, che già di per sé è d’ostacolo alla riflessione e al dibattito, ma l’eccezionalità dell’intervento stesso. Purtroppo ogni situazione diventa emergenza. Allora non dico i terremoti ma per altri fenomi atmosferici come le copiose nevicate invernali possono essere previste e gestite senza arrivare a situazioni emergenza per negligenza nel come si sono affontate. Beh si vede proprio che siamo il BelPaese del teatro,a abbiamo pure i poltici con passato da comici e barzellettieri intrattenitori e e che, come tali, siamo in grado di vivere tutte le emozioni possibili, che la psiche umana ci può regalare, in un caleidoscopio di sentimenti e reazioni istintive, più o meno appropriate ma senza pensare che le gravi situazioni di pericolo incancrenite nei decenni non sono emergenze, né si possono curare con il piglio eroico e sbrigativo a cui i giornali e la politica ci hanno abituato
Favria Giorgio Cortese
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