Ommegang. – Quattro lustri di successi. – La piaga del ballo.- La Salicaria. – Le guerre anglo-boere. – Le bandiere di Europa: Polonia e Portogallo e Finlandia. – SS. Priscilla e Aquila…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Ommegang. La parola Ommegang ha origini fiamminghe, è  composta

da “omme” che vuol dire “intorno” e “gang” che vuol dire “camminare”. In Italiano Ommegang puo’ esser tradotto con processione. Questa manifestazione vuol ricordare la festa offerta dalla città di Bruxelles il 2 Giugno 1549 in onore dell’imperatore Carlo V, del figlio Filippo e delle sorelle dell’imperatore Maria, Regina di Ungheria ed Eleonora, Regina di Francia. La processione di per se ha origini ancora più antiche,  nel 1348 l’allora Duca di Brabante costruì  una chiesa in onore di Notre Dame du Sablon. Bruxelles in quel periodo si stava espandendo e ospitava già quarantamila abitanti. Attraverso le sette porte principali ogni giorno mercanti trasportavano le loro merci in città. Secondo la tradizione Beatrice Soetkens, una donna di umili origini,  un giorno ebbe l’apparizione della Vergine Maria che le annunciò di voler fare un regalo alla città di Bruxelles, in particolare alla Gilda degli Arcieri  per averle costruito la cappella sulla collina del Sablon. A Beatrice venne data la missione di andare a recuperare ad Antwerp la statua di Maria che veniva lì’ venerata. Ovviamente quelli di Antwerp non furono molto contenti della cosa, ma alla fine i due coniugi  issarono in barca la statua della Madonna. Al rientro la barca con la statua, Beatrice e il marito, andava contro corrente, ma la barca approdò sana e salva proprio vicino a dove gli arcieri/balestrieri si stavano allenando. Attirati dalla musica e dalla luce che proveniva dalla barca gli arcieri si avvicinarono, ascoltarono la storia di Beatrice e acclamarono l’arrivo della statua come un miracolo. A quel punto anche gli abitanti di Antwerp si convinsero che si trattava di un miracolo. Laddove sorgeva una cappella si decise di costruire una chiesa, e si organizzò una processione solenne per portare la statua della Vergine con la protezione della gilda degli arcieri arcieri. Arriviamo nel 1615 in Place du Grand Sablon sfilano i grands commis, gli alti funzionari, della città comprensivi di magistrati, ordini religiosi e confraternite. Tutto questo è illustrato in dipinto, un lungo pannello che oggi si trova oggi al Museo del Prado di Madrid, del pittore fiammingo Denis Van Alsloot, 1570-1628,  commissionato dagli arciduchi Alberto d’Austria e Isabella Clara Eugenia d’Asburgo, influenti sovrani dei Paesi Bassi Spagnoli, il Belgio non esisteva ancora, una delle corti più importanti d’Europa fra XVI e XVII secolo. Il dipinto si intitola: “Festa dell’Ommegang o del papagayo, a Bruxelles: processione di Nostra Signora del Sablon, 1616, che si svolge dal  2 al 4 luglio ancora oggi.  La coppia  vantava augusti natali: lei era l’infanta di Spagna, figlia del re Filippo II e nipote dell’imperatore Carlo V, lui era il figlio di Massimiliano II d’Asburgo, fra i successori di Carlo V al trono di imperatore del Sacro romano impero. Nel 1598 gli sposi si erano installati nel Paese, che arrivava da un periodo di incertezza e sarebbe finito in mano spagnola nel 1621. Si comprende come la prospera borghesia fiamminga non vedesse di buon occhio due stranieri, giunti dalla Penisola iberica per governare un regno senza eredi. I vari dipinti celebrativi ordinati dalla coppia reale mettevano in primo piano la forza delle gilde, le corporazioni locali, e miravano in sostanza a farsi degli amici tra i potenti di Bruxelles. In altro dipinto del pittore Asloot dal titolo: “Trionfo dell’arciduchessa”, per immortalare la gloria di Isabella Clara Eugenia, destinata a diventare una delle donne più potenti del Seicento. L’artista aveva ripreso sulla tela l’episodio in cui la principessa spagnola, nel 1615, aveva impressionato i fiamminghi non per la sua bellezza, non per il suo rango, bensì per la sua mira! Si era esibita, infatti, nella gara annuale di tiro al pappagallo, il papagayo di legno,  che dava il nome alla processione, che a ogni Ommegang, processione, veniva esposto sulla torre dell’orologio della chiesa per essere bersagliato dai membri della gilda dei balestrieri, come buon auspicio per l’anno a venire per la corporazione, che allora si occupava di mantenere l’ordine pubblico e costituiva di fatto una specie di guardia cittadina. Anche qui in Canavese era abitudine che i componenti delle compagnie dei giovani si trovavano in località fuori dall’abitato dette Pasquarolo, dove sotto Pasqua si faceva la fiera del bestiame si dilettavano al tiro con l’arco ad un pappagallo di legno con medesimi auspici e funzioni. Tornando all’arciduchessa, allora fare centro era un punto d’onore, così, quando Isabella mirò e colpì con precisione da arciere si conquistò l’ammirazione della comunità. Oggi sarebbe interessante quanti politici attuali sono così bravi nel fare centro al tiro a segno.
Favria 2.07.2024 Giorgio Cortese

Buona giornata. Certo il pessimista ha ragione più spesso di un ottimista, ma un ottimista si diverte di più,  e nessuno dei due può fermare il corso degli eventi. Felice martedì.

Quattro lustri di successi.

L’anniversario di un’attività è una tappa importante che merita di essere celebrata e ricordata, per la Ditta Fd Scavi di Diaco Francesco venti anni di presenza attiva nel territorio dal 2004 al 2024 sono un  traguardo importante. Questo testimonia l’attività ventennale, la sua solidità, crescita, esperienza acquisita, conoscenza nel settore e consapevolezza delle sfide future. Per ricordare questa attività bisogna fare un passo indietro con il sogno di un ragazzo: il suo desiderio di possedere un escavatore. Francesco un ragazzo semplice, a cui piacevano le sfide, con il giusto entusiasmo e una gran voglia di mettersi in gioco, che non si è mai dato per vinto nonostante le difficoltà!  Ricorda molto il sogno americano, che inizia con un mini, molte incertezze, tanti sacrifici, ma tanta forza volontà nel crederci sempre! Al riguardo Francesco narra che: “Queste qualità mi sono state trasmesse da mio padre, un grandissimo uomo, un lavoratore, a lui devo il mio successo. La Vita mi ha ulteriormente premiato quando ho conosciuto Ilenia, che mi ha affiancato in questa avventura lavorativa e mi ha anche regalato la gioia di due figlie”. Oggi dopo venti anni di sacrifici, duro lavoro e anche soddisfazioni la FD Scavi ha creato un Team vincente! Oggi è una affermata attività sul territorio che ha ottenuto successi e soddisfazioni, ampliando sempre di più un numero sempre più crescente di clienti che hanno scelto e che li scelgono ogni giorno. Per Francesco e Ilenia ed i loro collaboratori la soddisfazione del cliente è  motivo di orgoglio, il quotidiano motore di passione che li spinge a continuare ad affrontare, giorno per giorno, il nostro lavoro con passione e determinazione.  Come dicevo prima l’attività di Fd Scavi incarna il sogno vincente , il sogno americano, con un crescendo costruito su tenacia, competenza e dedizione. mercoledì 3 luglio ore 21,00 in borgata Chiarabaglia la Fd Scavi  festeggia giustamente  il ventennale anniversario, con Santa Messa presso il Pilone della Chiarabaglia di ringraziamento, le nozze di porcellana,  ringraziano tutti quelli che hanno creduto in loro, ma non come un traguardo ma un nuovo punto di ripartenza che li sprona a confrontarsi con le future sfide  con la speranza di ritrovare tutti nelle prossime decadi per festeggiare altri successi. Come dice il titolare Francesco l’anniversario dei venti anni di attività spinge ad aprirsi alle sfide future, e per titolari e collaboratori un’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno condiviso un pezzo della loro storia.

3.07.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita quotidiana ogni muro è una porta. Felice mercoledì.

La piaga del ballo.

Nel luglio del 1518 gli abitanti di Strasburgo furono colpiti all’improvviso da un  irrefrenabile impulso di ballare. Tutto incominciò quando una donna di nome Troffea scese in strada e iniziò a contorcersi e a girare su se stessa in maniera inconsulta, imitata via via da un numero crescente di persone che si unirono a lei nella “danza”. Spiazzate dal fenomeno, le autorità consultarono i medici i quali attribuirono la “febbre del ballo” al caldo estivo e suggerirono di assecondare chi ne era stato colpito, nella speranza che la malattia si “sfogasse” e scomparisse così come si era presentata. Si costruì un palco in centro, si assoldarono ballerini professionisti e un gruppo di musici perché accompagnassero i “danzatori”, ma col passare del tempo diversi di loro, esausti, morirono colpiti da ictus e attacchi di cuore. A quel punto le autorità di Strasburgo cacciarono i superstiti sulle colline circostanti, dove sorgeva un santuario dedicato a San Vito, patrono della danza. Il provvedimento sortì il suo effetto e la piaga si esaurì, lasciando un numero imprecisato di vittime. Ancora oggi è difficile stabilire le cause del fenomeno. Tra le ipotesi, l’intossicazione di massa causata dall’ingerimento di segale contaminata da sclerozi del fungo Claviceps purpurea: la cosiddetta “segale cornuta”, che provoca l’ergotismo, i sintomi comprendono convulsioni, spasmi e allucinazioni. Secondo altri, invece, si tratterebbe di un’isteria collettiva da stress: il 1518 fu infatti un anno segnato da carestie e tensioni politiche: il senso di precarietà potrebbe aver gettato i soggetti più “sensibili” in uno stato di trance in grado di indurli, loro malgrado, a ballare sino alla morte.

Favria, 4.07.2024 Giorgio Cortese

Buona giornata. Ogni giorno abbiamo solo bisogno di sorridere. Felice  giovedì.

La Salicaria.

Il nome generico deriva dal greco lythron, sangue, per il colore dei fiori e perché in passato si riteneva fosse efficace come cicatrizzante. Quello specifiche allude alla somiglianza delle foglie con quelle di alcuni salici.  Si tratta di una specie officinale e medica dalle molteplici proprietà e fu impiegata nei secoli per le proprietà astringenti contro la dissenteria e fino al XIX secolo non mancavano descrizioni in tal senso nei libri di medicina. La Salicaria fu impiegata nei secoli per le proprietà astringenti contro la dissenteria e fino al XIX secolo non mancavano descrizioni in tal senso nei libri di medicina. Durante la Prima guerra mondiale fu inoltre utilizzata dalle truppe tedesche nella terapia della febbre da tifo. Le radici venivano utilizzate in passato nella concia delle pelli, mentre i fiori erano utilizzati come coloranti, sia alimentari che di fibre naturali, cotone, lana. I germogli possono essere consumati in insalata, mentre le foglie possono essere usate come surrogato del tè

Favria,  5.07.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Bisogna avere il coraggio di capovolgere le cose e di non accettare ciò che  tutti approvano senza avere il coraggio di porsi domande. Felice venerdì.

Le guerre anglo-boere.

Alla fine dell’800 l’Impero britannico si scontrò con le repubbliche sudafricane indipendenti dell’Orange e del Transvaal. Obiettivo? Espandere i confini delle colonie africane e ampliare gli interessi economici nella regione. Gli inglesi cercarono di sottomettere i coloni olandesi, i cosiddetti “boeri”, presenti nell’area da quasi duecento anni. In quei anni era stati  scoperti  giacimenti d’oro e diamanti e gli inglesi volevano reagire alla concorrenza tedesca nel continente africano. Usarono come pretesto il fatto che i boeri facevano pagare le tasse agli stranieri europei, ma per paura di perdere il potere non concedevano loro i diritti civili. Tra il 1899 e il 1902 ebbe luogo un conflitto violentissimo, cui i boeri risposero con azioni di guerriglia. Londra lanciò allora la politica della “terra bruciata”: migliaia di fattorie incendiate, coltivazioni distrutte e decine di migliaia di internati nei campi di concentramento. La guerra si concluse nel maggio 1902, con un trattato che cancellò le repubbliche boere del Transvaal e dello Stato Libero dell’Orange rendendole parte dell’Impero britannico. Non terminarono, però, le sofferenze della popolazione sudafricana, che continuò a morire di fame e di stenti. Le fattorie e i villaggi del Paese erano stati distrutti e i principali mezzi di sostentamento della popolazione boera e di quella nativa cancellati dalla furia dell’esercito di Sua Maestà Britannica.

Favria, 6.07.2024 Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita se posso, devo e se devo posso. Felice  sabato.


Le bandiere di Europa: Polonia e Portogallo e Finlandia

I colori della bandiera Polacca delle sue due fasce orizzontali, una bianca sono simbolo di moralità e una rossa, emblema di ardore, derivano dagli stemmi del regno di Polonia e del Granducato di Lituania nonché dal vessillo della Confederazione polacco-lituana, XVI-XVIII secolo, che vide i due Paesi uniti. Portogallo, la fascia verde Simboleggerebbe la natura e la speranza, mentre il quadrato rosso alluderebbe al sangue dei caduti. A sigillare le due aree, una sfera armillare, o astrolabio sferico, simbolo delle esplorazioni portoghesi, con sovrapposto lo scudo dello stemma nazionale. Finlandia, la croce scandinava, mutuata dalla bandiera danese, assume qui una colorazione blu, che rimanda al cielo e ai laghi del Paese, su sfondo bianco, come la neve che cade copiosa sul territorio finlandese.

Favria, 7.07.2024 Giorgio Cortese

Buona giornata. Ogni giorno scelgo sempre di essere ottimista, mi sente meglio. Felice domenica.

SS. Priscilla  e Aquila.

Di religione ebraica, i coniugi Aquila e Priscilla vissero a Roma nel I secolo d.C. e furono convertiti al cristianesimo da san Paolo. Di loro non si sa molto, anche se sono più volte citati negli Atti degli Apostoli. Pare che fossero fabbricanti di tende e che furono costretti, prima di ricevere il battesimo, a lasciare Roma in seguito all’espulsione dei giudei decretata dall’imperatore Claudio nel 49 o 50. Si stabilirono quindi a Corinto dove conobbero l’apostolo Paolo di Tarso e poi lo accompagnarono a Efeso, vivace centro di scambi culturali, religiosi e commerciali. Qui egli fondò una comunità cristiana e Aquila e Priscilla lo aiutarono nella formazione dei nuovi convertiti come Apollo, un giudeo alessandrino. La casa della coppia divenne il punto di riferimento della neonata comunità che qui si riuniva per ascoltare le prediche di Paolo. Rientrato il divieto imperiale riguardante l’espulsione dei giudei, Aquila e Priscilla tornarono a Roma e qui, dopo aver aperto la loro casa alle riunioni dei cristiani, continuarono la loro attività fino al martirio, avvenuto secondo la tradizione tramite decapitazione. Alcuni identificano Priscilla con Prisca, la prima martire donna, decapitata e venerata nell’omonima chiesa sull’Aventino, altri con la Priscilla alla quale furono dedicate le omonime Catacombe sulla via Salaria. Una curiosità: sant’Aquila, celebrato con la moglie l’8 luglio, è stato scelto come patrono della squadra di calcio della Lazio che ha come emblema, appunto, un’aquila.

Favria, 8.07.2024 Giorgio Cortese

Buona giornata. Quante volte nel rispondere ad un augurio diciamo “speriamo! ” Ma cos’è la speranza? Non è forse quella “luce” che ci nasce dentro anche se nuvoloni grigi mi oscurano il cielo. La speranza è la  forza della vita, che ognuno di noi custodisce nel profondo del suo cuore. È ciò che ci da la voglia di farcela, di aspettare e magari poi “indossare” un paio di ali nuove e riprendere il volo dopo ogni caduta.

Il potere di salvare la vita l’abbiamo nel sangue. Vieni a donare il sangue, vieni a donare a Favria Mercoledì 17 luglio, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te.  Attenzione, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare  e portare  sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827. Ricordo i requisiti minimi per donare: età compresa tra i 18 e i 60 per la prima volta, poi dai 65 a 70 anni l’idoneità a donare va valutata dal medico.  Grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio