Percorsi nelle antiche borgate santuario delle Grazie a Foggi

L’Arcalüs è l’arcobaleno, per chi vive nelle Valli Orco, ma anche un interessante quaderno di storia sparonese (storie e ricord, cunte e cantadde dla gëint da Sparôn e Ribôrdôn), curato da Elio Blessent, giunto ormai al decimo numero.

tratto da la Sentinella del Canavese di (m.mi.)
La prima parte della pubblicazione è una sorta di utile guida in cui l’autore, seguendo un bell’itinerario di diverse frazioni “dell’invers”, partendo da Stadonia e risalendo verso Castelletto, per poi toccare al Bütün, Pianët, La Porta, Ciabòt e ridiscendere a Sanbôrsëint racconta una realtà dove sembra quasi impossibile che un tempo vi fossero state attività e vita.
«Scrutando in mezzo alle vecchie abitazioni, molte delle quali in totale abbandono o addirittura crollate, si respira l’aria di una volta – confida Blessent – . Piccole stanze abitate da famiglie numerose, anguste cucine fuligginose con un grande camino dove cuocere il poco cibo a disposizione, ampie stalle con piccolissime finestrelle dove ricoverare gli animali e utilizzate dagli uomini, alla sera, per pregare, raccontare, stare assieme al caldo tepore del bestiame, rive e terrazzamenti coltivati o foraggiati, rogge costruite dall’uomo per far giungere, nei nuclei abitati, l’acqua necessaria al sostentamento sia dell’uomo che degli animali». Un mondo arcaico, alla fine, che resta patrimonio della memoria di una comunità che non si può disperdere.
Fabrizio Bertoldo, dopo la visita alle miniere di Vasario ed alla Cà Bianca, la casa dei minatori posta sopra la borgata, trasferisce al lettore dell’Arcalus le sue emozioni, mentre ancora Vasario, sempre a proposito delle sue miniere e della loro coltivazione ha una suggestiva vetrina.
La storia della chiesa santuario della Madonna delle Grazie a Foggi, frazione di Ribordone, con l’antico e bellissimo affresco raffigurante la Vergine col Bambino, datato ’400 ed attribuito alla scuola spanzottiana e un documento unico,
recuperato nell’archivio storico comunale di Sparone, il Giornale di classe dell’anno scolastico 1928/1929 della scuola di Bose, stilato dall’allora maestra Lidia Caramagna, sono altre ghiotte curiosità. Da leggere e meditare, perchè il passato è un insegnante straordinario. (m.mi.)