Pont Canavese: mostra artigianale e sagra gastronomica di Marino Pasqualone

discreto successo per la 2^ edizione rinnovata della rassegna pontese
tratto dal Risveglio Popolare del 14 Aprile)

Se quel che sussurra qualcuno è vero, alla base del cambiamento di data (e di formula) della Mostra dell’artigianato pontese, per oltre trent’anni anni in calendario all’inizio del mese di giugno, ci sarebbe stata anche la “maledizione” del maltempo (leggasi temporali e/o tempo uggioso) che da qualche anno caratterizzava l’appuntamento, limitando così inevitabilmente la partecipazione del pubblico.
In questo caso almeno quest’anno, alla seconda edizione del nuovo appuntamento “ibrido” tra gastronomia ed artigianato, dal punto di vista meteorologico è andata benissimo: un bel sole primaverile, appena velato da alcune nubi durante la giornata, ha fatto da cornice alla manifestazione, favorendo, soprattutto nel pomeriggio, l’afflusso dei visitatori.
Anche se, va sottolineato, proprio lo stesso giorno nella non lontana Salassa si teneva una mostra del tutto simile a quella pontese, ed anche il flusso turistico di passaggio verso le valli Orco e Soana in questa stagione a cavallo tra inverno e primavera non è certo ai massimi livelli.
Oltre alle numerose bancarelle ed ai (per la verità pochi) artigiani all’opera in via Caviglione, per tutta la giornata in piazza Craveri bambini e ragazzi si sono potuti divertire con “Grisulandia”, una serie di attività promosse a cura dei Vigili del Fuoco, mentre a lato si tenevano balli tradizionali e danze folcloristiche.
Resta comunque, al di là del successo o meno di questa od altre manifestazioni, il ricordo di quando Pont e le sue valli erano davvero una terra ricca d’artigiani del legno, del ferro e del rame, e la consapevolezza che questi ed altri mestieri sono stati per secoli una delle poche occasioni per guadagnare qualche lira per mantenere famiglie numerose integrando i magri proventi di agricoltura ed allevamento, spesso a prezzo di fatiche e privazioni (basti ricordare la saga dei piccoli spazzacamini della valle dell’Orco) che oggi non possiamo neppure più immaginare.
L’impressione è che anche per l’artigianato valligiano, come è già accaduto all’agricoltura di montagna, siamo ormai giunti quasi al punto zero, ed i prossimi anni sapranno dirci se questo comparto dell’economia locale è destinato all’estinzione oppure se saprà rinascere su nuove basi e con nuovi e giovani protagonisti.

Marino Pasqualone
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