Pont: fa discutere il nuovo look del viale della “lea” a cura di Marino Pasqualone

Panchine e scale a colori tra consensi e proteste sui social

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 2 settembre 2021)
PONT CANAVESE – Agosto a Pont Canavese è solitamente un mese tranquillo e sonnacchioso (non che gli altri siano poi così pieni di vita…), in particolare da quando, ormai più di 30 anni fa, la nuova circonvallazione per la valle dell’Orco tagliò fuori il paese dall’intenso traffico diretto verso Ceresole Reale ed il Nivolet.
Ma quest’anno a renderlo insolitamente vivace e soprattutto… “colorato” ci ha pensato l’amministrazione comunale con il nuovissimo look del viale alberato della “Lea” di Pont, dove le panchine, i capitelli e soprattutto le scale che scendono verso la centralissima piazza Craveri sono uscite dal grigiore cementizio in cui giacevano da decenni, per accendersi improvvisamente in un arcobaleno di colori che ha incuriosito, ed in alcuni casi spiazzato, molti cittadini pontesi.
E inevitabilmente, in quest’epoca storica dove le chiacchiere da bar sono state sostituite dal sovente più molesto chiacchiericcio sui social, non potevano mancare le prese di posizione ed i commenti postati sui vari gruppi e profili facebook, dove tra applausi a scena aperta e stroncature degne di un critico d’arte incarognito, molti hanno voluto dire la loro su questa vistosa “riverniciatura” del salotto verde pontese.
Tra chi approva incondizionatamente la realizzazione, ed invitava a godere “questi colori che, in un momento così buio, ci danno allegria e speranza per un futuro migliore”, e chi la critica altrettanto aspramente ritenendola fuori luogo e si chiede “cosa ci azzecca sta tavolozza di colori in un paese come Pont?”, giudicandola “ più adatta ad un parco giochi e non ad un viale storico”, c’è poi chi ricorda che “molti altri paesi hanno adottato simili iniziative per distinguersi ed uscire dal buio in cui erano precipitati, ed è stato un successo”.
A difendere l’idea alla base di questa piccola “rivoluzione colorata” della Lea decisa dall’amministrazione comunale, ed a spiegarne il significato, è il consigliere comunale Stefano Pegoraro: “Abbiamo apprezzato l’idea proposta dai cantonieri di rendere l’allea più colorata, ed abbiamo pensato di dare un senso a tutto questo colore dedicando ad ogni panchina una frase legata alla causa che rappresenterà – spiega Pegoraro – probabilmente ha sconvolto la scalinata o il messaggio che vuole lanciare”.
Dal Comune fanno sapere che il colore delle panchine è riferito al messaggio che vogliono veicolare: rosso per ricordare le donne vittime di violenza, rosa per la battaglia contro il cancro al seno, blu contro il bullismo, verde per l’ambiente e così via, mentre la scalinata con le alzate arcobaleno è contro le discriminazioni delle persone Lgbt: su ogni panchina sarà inoltre riportata una frase collegata alla scelta del colore, per renderne più esplicito il significato.
Comunque, se l’intento finale era catturare l’occhio del turista di passaggio per Pont e magari farlo scendere dall’auto per curiosare, c’è da dire che l’obiettivo è stato probabilmente centrato, e pure se quanto realizzato può piacere o non piacere, appare perlomeno azzardato parlare di “viale storico” per un luogo più volte rimaneggiato negli ultimi anni, delimitato da muri di cemento grezzo sul lato parcheggio e da poco tempo rivestito in pietra sul lato strada, con panchine in cemento, pavimentazione di autobloccanti e con gli alberi delimitati da cordoli in cemento.
E poi, come ha commentato acutamente qualcuno, sempre sugli onnipresenti social, “che se ne parli bene, che se ne parli male, l’importante è che se ne parli”, e “chissà che in fondo all’arcobaleno non ci sia la pentola d’oro…”.Già, chissà. Marino Pasqualone