Pont: SEMPRE IN VENDITA L’ANTICA STRADA DI STROBA di Marino Pasqualone

PROROGATI AL 25 AGOSTO I TERMINI DELL’ASTA PUBBLICA
( da IL RISVEGLIO POPOLARE del 28 luglio 2016 )
Per chi volesse all’occorrenza comprare, per la modica somma di
200 mila euro, l’antica e storica strada che, dalle Rive del Bausano di Pont, sale alle
centrali idroelettriche di Stroba, c’è ulteriore tempo fino al prossimo 25 agosto, nuovo
termine fissato per l’asta pubblica di vendita di questo bene comunale.
Sembra dunque non sia andato a buon fine il primo tentativo del Comune di Pont
Canavese di vendere quei due chilometri di strada sterrata che corrono lungo le rive dello
spumeggiante torrente Soana, tra boschi lussureggianti e rupi incombenti, con scorci
pittoreschi già citati nei libri dei primi viaggiatori-scrittori dell’ottocento (Martelli e
Vaccarone), ma di cui oggi una larga fetta degli stessi pontesi ne ignorano beatamente la
stessa esistenza.
Tanto che, in quattro e quattr’otto, l’amministrazione pontese nelle scorse settimane ha
deciso di metterla in vendita, forse per togliersi il “fastidio” di una strada comunale difficile
da mantenere efficiente e descritta in svariate ordinanze come potenzialmente pericolosa,
ma solo ultimamente chiusa con ben due sbarre metalliche al transito veicolare.
Così però rischia di finire per sempre, per la verità nel silenzio assordante e
nell’indifferenza pressoché totale di cittadini ed associazioni pontesi, la storia “pubblica” di
quella che, fino alla fine dell’ottocento, era la principale strada di accesso all’intera valle
Soana, poi sostituita dalla nuova (e per buona parte ancora attuale) carrozzabile per
Ronco e Valprato realizzata intorno al 1890.
L’avviso d’asta precisa che, se mai qualcuno la comprerà, dovrà mantenere libero (bontà
loro) il transito pedonale sulla strada, anche se crediamo sia lecito chiedersi, se questa
strada è effettivamente così “pericolosa”, perché un privato dovrebbe in futuro accollarsi la
responsabilità di farci passare qualcuno sopra, fosse anche a piedi od in bicicletta
(ammesso che con le due ruote lo si possa poi ancora fare, visto che sempre nel suddetto
avviso si parla di solo transito pedonale dalla centrale di Raie in poi).
Per intanto l’unico risultato è stato che negli ultimi tre mesi, cioè da quando le sbarre ne
vietano l’accesso effettivo, sulla strada prima sempre pulita e percorribile sono ora invece
cresciuti indisturbati erbacce, rovi ed arbusti.
E così, per fare cassa ed eventualmente mettere in cantiere per il momento non meglio
definite “opere di pubblica utilità” indicate dall’amministrazione comunale, un’altra vasta
fetta del territorio pontese rischia di diventare difficilmente accessibile e l’ennesima
occasione per valorizzare l’ambiente naturale pontese e la sua storia di andare
definitivamente perduta.
Marino Pasqualone
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