Ronco, Abitare nei parchi (e in montagna): si può? a cura di Marino Pasqualone

Se ne e’ parlato a Ronco in un convegno

RONCO CANAVESE –  “L’uomo abita ancora i Parchi?”: per cercare di rispondere a questa domanda nel pomeriggio dello scorso sabato 2 luglio, nell’ambito dei festeggiamenti di “Una valle fantastica” e dei 100 anni del Parco Nazionale Gran Paradiso, si sono dati appuntamento a Ronco Canavese numerosi sindaci ed amministratori pubblici valligiani, insieme a tecnici ed esperti nei vari settori dell’ambiente montano.

Ad aprire i lavori del convegno, a cui erano presenti anche alcuni consiglieri regionali e parlamentari canavesani, è stato il sindaco di Ronco Lorenzo Giacomino, il quale ha sottolineato come “la presenza umana nelle aree protette, nelle aree interne e nelle montagne italiane è la condizione “sine qua non” per una transizione ecologica che parta dalle comunità stesse che vivono il territorio, perché è necessario ribadire che le comunità nei Parchi sono una risorsa”.

A seguire l’intervento del presidente dell’Unione Montana Valli Orco e Soana, e sindaco di Frassinetto: “Per le Comunità alpine occorrerebbe una maggiore attenzione alla diversa e particolare realtà della montagna quando si scrivono le leggi – ha evidenziato Marco Bonatto Marchello – ed anche se lo spopolamento delle valli oggi sembra si sia fermato, occorre agire al più presto mettendo insieme idee e le risorse per realizzarle, perché ogni giorno che ancora perdiamo nel decidere potrebbe essere decisivo per il futuro dei nostri paesi”.

Il presidente nazionale dell’Uncem (Unione Comuni ed Enti Montani) Marco Bussone ha invece messo il dito nella piaga, ancora mai rimarginata, dei campanilismi che dividono e rendono meno efficace l’azione amministrativa locale: “La frammentazione delle due valli Orco e Soana va superata – ha infatti rimarcato Bussone nel suo intervento, riferendosi alle due diverse Unioni Montane oggi presenti tra l’Orco e la Soana – altrimenti, se non si riesce ad essere coesi e forti sul territorio valligiano e superare insieme la polarizzazione tra ambientalismo e sviluppo locale, si rischia di minare il futuro di queste terre”.

Quindi, dopo il saluto videoregistrato del Presidente del PNGP Italo Cerise, è stata la volta degli interventi dei vari esperti presenti al convegno, tra cui Daniele Cat Berro della SMI (società Meteorologica Italian) che, partendo dalla realtà dei sempre più evidenti cambiamenti climatici, ha evidenziato come la montagna, e la valle Soana in particolare, potrebbero indirettamente trarre dei benefici dal riscaldamento globale, riuscendo ad attrarre verso i paesi delle valli nuovi residenti in fuga dalle bollenti città della pianura, a patto però che non vengano superati i limiti ambientali del territorio e garantiti i servizi essenziali a chi intendesse fare questa scelta di vita.

Un ripopolamento della montagna che, và detto senza facili trionfalismi, nelle valli canavesane che salgono verso il Gran Paradiso è per il momento un fenomeno del tutto frammentario ed episodico, con casi singoli di “nuovi abitanti” che stanno certamente ridando fiato e speranza dopo decenni di abbandono del territorio alpino, ma che ancora non hanno i numeri necessari a segnalare una vera e propria inversione di tendenza.

Quindi abitare nei Parchi, e più in generale in montagna, si può certamente, ma la strada per vedere rinascere, anche dal punto di vista demografico, i paesi delle valli Orco e Soana si presenta ancora lunga ed irta di ostacoli, alcuni dei quali di tutt’altro che semplice risoluzione.

D’altronde, se la discesa degli abitanti dai paesi valligiani verso le città e le fabbriche della pianura è stata a suo tempo in molti casi inevitabile e se vogliamo anche una scelta logica e “facile”, se non dal punto di vista affettivo almeno da quello economico, tornare a risalire i sentieri, seppur oggi diventati comode strade asfaltate, che portano verso le borgate abbandonate sarà certamente una sfida molto più complicata ed impegnativa da vincere.

                                                                                                          Marino Pasqualone