«Sconfiggere la tendenza al negazionismo della mafia» mdi Ornella De Paoli

RIVAROLO CANAVESE. Con due relatori d’eccezione come Rosy Bindi e Giancarlo Caselli, il pubblico non poteva mancare all’incontro svoltosi nella sala Lux di Rivarolo nel tardo pomeriggio di Martedì, con tema “Il contrasto a mafia e corruzione: una questione di libertà”. Molti i sindaci e gli amministratori comunali canavesani presenti, oltre a vari candidati alle elezioni del 4 marzo, ai quali non sono certo sfuggite le parole dell’ex procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, intervenuto dopo l’introduzione del sindaco, Alberto Rostagno, del coordinatore di Avviso pubblico, Diego Sarno, e della moderatrice del dibattito, Josè Fava, referente di Libera per il Piemonte.
«La politica fa fatica a parlare di mafia, in questa campagna elettorale – ha esordito Caselli -. Non se ne parla, non se ne discute abbastanza, mentre occorre combattere la tendenza, molto diffusa, al riduzionismo, in alcuni casi negazionismo, della mafia, la quale, invece, è un problema che tocca tutta l’Italia. Le mafie ci sono davvero, non sono una fiction. Per contrastarle bisogna saperle individuare, dobbiamo diventare tutti specialisti di questa materia e bisogna che ognuno faccia il suo dovere nel posto dove si trova, politici, professionisti, amministratori comunali, imprenditori e tutti i cittadini. La libertà è un valore che va tutelato tutti insieme».
Secondo l’ex procuratore, presidente onorario di Libera ed anche cittadino onorario di Rivarolo, la mafia si può sconfiggere, almeno ciclicamente, e risultati ottenuti sono stati ottenuti e resi possibili con l’azione di magistratura, forze dell’ordine, di una parte della politica, con l’impegno di sacerdoti e chiesa e in particolare dei movimenti civili guidati da Libera. «La lotta alla mafia, però, deve essere l’impegno di ciascun cittadino» ha ribadito Caselli.
Della capillare diffusione dell ’ndrangheta, di Cosa nostra, della camorra nella politica, nelle amministrazioni comunali, nelle attività economiche ha parlato, in particolare, Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, la quale proprio il giorno seguente all’incontro di Rivarolo, ha concluso il suo incarico presentando la relazione finale della commissione: 700 pagine di analisi e di proposte per contrastare mafia e illegalità. «Mi auguro che la prossima commissione parlamentare antimafia possa avere la possibilità di esprimere un parere sulle leggi che vengono approvate, ad esempio, ci dovrà essere il parere della commissione se si fa una legge sugli appalti, sui giochi in denaro, e così via – ha affermato, tra l’altro, Rosy Bindi-. Il peso della corruzione e dell’economia criminale è il problema più grande dell’Italia, va aggredito e affrontato con coraggio. La mafia si contrasta se si afferma la legalità e facendo maturare nel nostro Paese il senso di cittadinanza».
tratto da La Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli
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