Valprato Soana: una conferenza per “riprogettare il territorio” di Marino Pasqualone

C’e anche uno studio di fattibilita’ per un “albergo diffuso” a borgata Andorina ( da “il risveglio popolare” del 12 febbraio 2015)
E’ stata buona la partecipazione del pubblico alla conferenza “Riprogettare il territorio di Valprato Soana”, tenutasi presso la sala consiliare del Comune di Valprato Soana lo scorso  sabato 31 gennaio.
Durante il pomeriggio si sono susseguiti gli interventi del Sindaco di Valprato Soana Francesco Bozzato,  del Vice Presidente del Parco Nazionale Gran Paradiso (e consigliere comunale di Valprato) Adriano Gea, del docente di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Torino Stefano Duglio e della professoressa Toniolo,  oltre ai docenti ed allievi della classe “5 G” del corso Costruzioni, Ambiente e Territorio dell’I.I.S. XXV Aprile di Cuorgnè.
“ Temi portanti degli argomenti illustrati durante la conferenza sono stati la rivalutazione del territorio e delle costruzioni non solo del Capoluogo ma anche delle frazioni – spiega in un comunicato l’amministrazione comunale di Valprato Soana –  in particolar modo con l’apice del progetto nello studio di fattibilità per il recupero e la valorizzazione della borgata Andorina, con la creazione dell’Albergo diffuso”.
E proprio a riguardo della borgata Andorina, grappolo di case ad oltre 1400 metri di altitudine ormai da tempo disabitato, ricordiamo che solo pochi anni fa la precedente amministrazione comunale aveva già ipotizzato la realizzazione di una pista sterrata di collegamento con partenza da Cenevere, località posta a circa metà del tratto di strada provinciale che da Valprato sale alla frazione di Campiglia Soana.
Andorina è una frazione di Valprato situata su di un poggio che sovrasta il capoluogo, ed è attualmente raggiungibile solo attraverso due ripidi sentieri che salgono rispettivamente partendo dalla borgata Chiapetto e da poco sopra il cimitero del paese, attraversando quella che già più di un secolo fa Francesco Farina, nel suo libro-guida sulla “Valle Soana”, definiva “la più grande pineta che ancora esista sulle nostre Alpi, la così detta Bandìa dell’Andurina, fittissima, e con piante di tale grossezza che a mala pena possono essere abbracciate da due uomini di statura ordinaria”.
Da tempo ormai abbandonata, Andurinà (come viene chiamata nel locale patois) rivive ancora oggi ogni anno all’inizio di agosto in occasione della festa di S. Antonio, patrono a cui è dedicata la chiesetta del villaggio,  mentre i prati intorno alle case sono ancora in parte sfruttati come pascolo per i bovini in estate.
Nel 2007 il Comune dell’alta valle Soana aveva inoltrato alla Provincia una richiesta di supporto per la progettazione di questa pista sterrata che dovrebbe consentire ai mezzi meccanici di poter raggiungere la frazione: studio di fattibilità che alla fine del 2011 era stato completato dal Servizio di assistenza tecnica ai Comuni della Provincia e, quindi, l’anno dopo il progetto della pista forestale era stato approvato dall’amministrazione comunale (allora guidata dal sindaco Silvano Crosasso) la quale, nel frattempo, aveva già provveduto a far inserire nel Piano del Parco Nazionale del Gran Paradiso e nel Piano regolatore generale comunale il tracciato della nuova strada in progetto.
Ma, oltre al recupero ad uso turistico della borgata Andorina, molti altri possono essere i punti di forza per ridare fiato all’economia del paese valligiano, la cui popolazione è scesa in un secolo da mille e seicento abitanti  ai poco più di cento residenti attuali.
“ La linea portata avanti dalla nuova amministrazione comunale nella rivalutazione dell’ambiente montano è stata ben recepita dai vari intervenuti alla conferenza, con la viva intenzione di continuare il lavoro già fatto fin ora tramite ulteriori stage e progetti sul territorio – prosegue ancora il comunicato dell’amministrazione comunale valligiana –  Un’opportunità questa sia per valorizzare le bellezze naturali del Comune di Valprato Soana, ma soprattutto rivolta ai giovani per interagire con il nostro territorio sia come fruitori ma in un futuro anche come sede lavorativa di attività che possono scaturire dal “Riprogettare Valprato” “.

Marino Pasqualone
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