600 e più volte Grazie – Da pezzi da novanta e pezze da piedi – Finalmente sabato mattina! – Maggio – Arriva Maggio – Viene avanti analfabeta del terzo millennio! – AAA Cercasi eroi anonimi del quotidiano… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

600 e più volte Grazie
Muchas gracias, Thank you, Merci , Danke, Obrigado, Mulţumesc ,Tack, Kiitos, Takk, Tak skal du have, Köszönöm, Tujechhe, Toda, Arigatò, Ephkharistò, Dank je, Dziękuję, Hvala, Děkuji, Go raibh maith agat, Shukran, Tashakkur, Xiexi, Spasiva, Teşekkür ederim, Gratias tibi ago. Dico grazie in tutte le lingue che ho trovato per i seicento e più auguri di buon onomastico, Vi ringrazio ad uno a uno. Ci sono quelli che si credono fortunati perché vivono una vita agiata, io invece mi sento fortunato perché ho amici come voi, unici e stupendi. E non basterà mai nulla per dirvi grazie di esserci. Ritengo il ringraziamento è la vibrazione più pura che oggi esista sulla terra. Certo Grazie è una sola parola, Una sola parola, logora, ma che brilla come una vecchia moneta e ne approfitto ancora per dire grazie al sole che sorge, dico grazie alla vita che scorre in ogni singolo istante dico grazie al presente, l’unico spazio dove agire, dico grazie alle emozioni carburante inestimabile dei miei giorni. Grazie di cuore per gli auguri di buon onomastico, arrossisco, Vi ringrazio e…arrossisco ancora. Certo è solo un semplice “Grazie” ma è il mio abbraccio per ognuno di Voi tramutato in parole.
Favria 24.04.2016 Giorgio Cortese

Da pezzi da novanta e pezze da piedi.
Più che un un detto, “pezzo da novanta” è un modo di dire che, in origine proviene dal siciliano “ pezzu ’i nuvanta” che deriva dai “cannoni da 90/53”, cioè con calibro di 90 mm, in uso per il tiro anticarro durante la seconda guerra mondiale. Secondo altri proviene dall’ambiente malavitoso della mafia che a sua volta deriva dal “pezzo da novanta”, il più grosso petardo di ferro, alto 26 cm, che veniva sparato nelle feste a conclusione dei giochi di fuochi e degli spari dei mortaretti.. Tornando al modo di dire in senso figurato, pezzo da novanta diventa, nel linguaggio della mafia, un ‘mafioso potente e molto temuto’. Infine, viene anche aggiunto il significato di “pezzo grosso” anche a chi riveste una posizione di rilievo o di grande potere in un ambito o attività economica. Ma poi se le cose vanno male rischia di “cadere a pezzi”, quando perde la fortuna economica o il ruolo che ricopriva. Certo, io cerco sempre di “essere tutto d’un pezzo”, integro, leale, che non scende a compromessi ma evitando di essere una persona rigida, testarda, conservatrice, che mi baso soltanto sui miei valori consolidati e non accetto di rivedere le mie posizioni preconcette. Certo sono forse un “pezzo di pane” ma, sicuramente non un “pezzo d’asino” e mi impegno sempre di non andare a “a pezzi e bocconi” nel lavori che intraprendo o nelle mie scelte personali. Sicuramente non “faccio a pezzi” nessuno neanche i “pezzi da museo” che hanno nel loro repertorio solo dei “pezzi forti” ormai superati e consunti” che si “ fanno a pezzi” da soli. Persone che non si rendono conto di avere le “pezze sul sedere” del loro animo. Cercano sempre di “metterci una pezza” sulle loro innumerevoli sviste ma non si rendono conto che ormai abituati a mai rassegnarsi, di tanto in tanto, non hanno tratto insegnamento dalle loro azioni e così assommano errori su errori, trattando i simili con la supponenza delle pezze da piedi.
Favria 29.04.2016 Giorgio Cortese

Dicono i saggi che l’umiltà è un pregio di pochi, ma chissà perché tutte le persone che conosco, compreso il sottoscritto, pensano di possederla.

Finalmente sabato mattina!
Sabato è il giorno della settimana tra il venerdì è il sabato.Per il mondo romano, prima dell’avvento del cristianesimo, era Saturni dies, giorno di Saturno, nome usato oggi nei paesi di lingua inglese, Saturday. Per gli ebrei è un giorno sacro di astensione da qualsiasi opera creatrice e dunque anche dal lavoro e di celebrazione dell’opera salvatrice di Dio, prescritto nei dieci comandamenti. Questo sabato mattina presto, rifletto che spesso non mi rendo effettivamente conto che di paure, di passi e di lunghi tragitti ne ho affrontati e pure parecchi. Certi pensieri ogni tanto tendono a ritornare e cercano di oscurare il mio animo. Poi la parte positiva del mio animo riprende il sopravvento e spazza via tutte le nubi dall’animo. Ma oggi è sabato e al mattino coltivo da tempo una piccola isola di tranquillità. La mia isola di serenità è il piacere di ritrovarmi a prendere un caffè con Pietro e Mauro,e una volta anche con il buon Lorenzo che prematuramnete ci ha lasciato. Premetto che anche durante la settimana ho dei lieti momenti di serenità ma quella del sabato mattina ha tutto il suo fascino, perché le persone serene procurano serenità per se e per gli altri. Divcono che la vita sia simile ad un vaso invisibile e noi siamo cosa ci gettiamo dentro, e allore se metto solo invidia, insoddisfazione e cattiveria e traboccherà ansia. Ma se lo ricolmo di gentilezza, empatia e amore e traboccherà serenità e per me la serenità vale più della felicità, perché la parola felicità è ultimamente molto sopravvalutata, ma è la gioia di stare bene e trovarmi bene che conta, è una beatitudine. La serenità è stare in pace con se stessi e in armonia con gli altri. Se il buon umore è un tonico per la mente e per il corpo, il miglior antidoto per l’ansia e la depressione. Questa risorsa attrae e mantiene gli amici e ritengo che alleggerisce i carichi di lavoro quotidiani, è per me la strada diretta per la serenità e la contentezza. Il rito del sabato è abbastanza semplice, ritrovo verso le nove, con un caffè lungo, caffè corto e macchiato. Il bere il caffè è un’arte come il preparalo, si scaldano i cuori e le corde degli animi divengono simili a giardini, dove i pensieri gentili sono le radici, le parole cordiali sono i fiori, e le buone azioni sono i frutti. Evviva l’amicizia e il caffè al sabato mattina al piccolo bar a Favria, 30.04.2016 Giorgio Cortese.

Certi giorni la serenità è quando riesco ad abbinare quello che penso con l’azione in un compiuto equilibrio.

Maggio
Il nome latino, secondo il poeta Ovidio deriva da majores, gli adulti anziani, secondo la divisione fatta da Romolo dei cittadini romani, gli adulti i ed i minori, così che i primi governavano con la saggezza ed i secondi con la forza delle armi. Secondo altri il nome del mese arriva dalla dea Maia la madre di Mercurio a cui venne consacrato questo mese, in quanto questa dea era la patrona della fertilità e dell’abbondanza. Poi nel medioevo questo mese viene dedicato alla Madonna e ne diviene mese mariano con il tentativo di cristianizzare le feste pagane in onore della natura in fiore, sulle quali regnava, come s’è detto, la Regina o Sposa di Maggio. Evocando la Madonna, la creatura più alta, si potevano unire insieme i temi della Natura e della Santa Vergine. Ma il primo ad associare esplicitamente la Madonna al mese di Maggio, fu Alfonso X il Saggio, Re di Castiglia e Léon nel sec XIII, che la celebrava in Las Cantigas de Santa Maria Un secolo dopo e precisamente nel 1677, il Noviziato di Fiesole, in una terra dove era vivissima la tradizione del Calendimaggio, fondò una specie di Confraternita detta “Comunella” Si cominciò con il Calendimaggio poi si aggiunsero le domeniche e infine tutti i giorni del mese. Si cantavano le litanie lauretane, s’incoronava la statua della Vergine con rose e le si offriva alla fine del mese, un cuore d’argento. Sicché alla Regina della Primavera si contrappone la Regina del Cielo. Queste pratiche fiorirono in tutta la Penisola, dalla Chiesa di santa Chiara a Napoli, dove alla fine del secolo XVII° si onorava ogni sera la Vergine coi canti e si impartiva la benedizione, a Mantova dove le domeniche e le feste del mese erano solennizzate da devozioni a Maria. La formalizzazione del mese di maggio è dovuta però al gesuita Dionisi con il suo Mese di Maria pubblicato nel 1725 a Verona, dove si suggerisce di compiere le pratiche devozionali anche in casa o nel luogo di lavoro, davanti a un altarino della Madonna, con preghiere, Rosario e Litanie,, fioretti e giaculatorie, e con l’offerta alla fine del mese, del proprio cuore alla Madre di Dio. Un’ulteriore spinta alla sua pratica venne dalla definizione del Dogma dell’Immacolata Concezione, nel 1854 .
Favria 1.05.2016 Giorgio Cortese

Non sono mai abbastanza avanti negli anni per non cambiare, per rinnovarmi e migliorarmi. Capire i miei limiti, le mie umane fragilità, mi aiuta ad essere resiliente.

Per capire se certe persone mi ascoltano rimango zitto e lo ascolto, solo così capisco se mi danno veramente ascolto.

Quando certe mattine alzandomi penso di avere tutte le risposte, gli eventi della giornata me li cambiano tutte in domande. Ecco che allora penso che troppo spesso sottovaluto il valore di un sorriso, una parola gentile, un orecchio in ascolto, un complimento sincero, o il più piccolo atto di cura, che hanno tutti il potenziale per trasformarmi la mia vita

Arriva Maggio.
A maggio ogni campo, siepe o piccola bordura sono rivestiti ad erba e ogni albero di foglie. Ora gli alberi dei giardini mostrano i loro fiori, nel frutteto è una esplosione di profumi e colori, insomma l’anno assume il suo aspetto più bello. Evviva è arrivato maggio dalle giornate floride e luminose, mese che ho atteso un anno intero. Maggio arriva con il suo profumo inebriante di erba e di piante che germogliano.Maggio mese di luci e colori vivi e già mi strizza l’occhio di promesse estive che mi invitano a sognare e a sperare in una estate solare.
Favria 2.5.2016 Giorgio Cortese

Quando ho sete, penso che se voglio bere devo sempre chinare lievemente la mia testa verso il bicchiere. Questo mi ricorda che ogni giorno chi si dimentica l’umiltà, perde se stesso e il piacere d’assaporare tante piccole cose che ogni giorno la vita ci regala.

Viene avanti analfabeta del terzo millennio!
Se penso ad un analfabeta, penso ad una persona che firma con una X al posto del nome, ma purtroppo oggi esistono anche gli analfabeti funzionali. Persone che hanno frequentato la scuola dell’obbligo e non solo, che però sono incapaci di usare in modo efficiente le abilità apprese nello studio dalla lettura alla scrittura e al calcolo. Certo sono persone che sono capaci di apporre la propria firma e che magari usano con assiduità I social forum tipo facebook, ma che sono incapaci di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze. Sono persone che hanno dei problemi a scrivere brevi componimenti di senso compiuto, sono connessi sempre su internet ma non sanno interpretare la realtà. Questi nuovi analfabeti, anche se apparentemente autonomi, non comprendono il senso di un articolo pubblicato su di un quotidiano, non sono capaci di riassumerlo e e di appassionarsi al un testo scritto, e non sono in grado di interpretare un grafico. Se non andiamo bene nello nostra Patria e nel mondo è anche dovuto a questa forma di analfabetismo che porta ad un crollo verticale della cultura anche nella classe politica che ad ogni livello ci deve rappresentare, e così si arriva a pensare ad esempio che la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta la bolletta del gas, ma forse è utile sapere, per comprendere la realtà, che Polonia e granducato di Lituania, comprendevano l’Ucraina non russofona, furono uno stato solo, circa dal 1400 fino alla fine del 1600. Perché è questa mancanza di contesto che fa di una persona una analfabeta funzionale che si preoccupa, troppo tardi e inutilmente, solo quando aumenta la sua bolletta del gas, ed il taglio delle tasse è giusto anche se corrisponde ad un taglio dei servizi pubblici. A questo punto aggiungiamo che l’ISTAT dice che oltre il 59% degli ultraquindicenni italiani ha al massimo la terza media. Gli analfabeti del terzo millennio cercano di tradurre il mondo che li circonda paragonandolo esclusivamente alle personale esperienze dirette, impoverendo le loro conoscenze sempre di più rispetto al mondo, rimanendo incapaci a leggere e comprendere la società complessa nella quale si trovano a vivere. Questo proliferare dell’ignoranza crea sui social forum gente convinta che “un qualcosa” sia vero solo perché loro pensano sia così. Leggo spesso dei “secondo me”, “io credo”, frasi che nel corso della discussione diventano “è così”, “Tu non capisci”, “quali prove scientifiche, basta l’evidenza” e via delirando. Ma forse a qualcuno fa comodo che la gente continui a crescere nell’ignoranza propinando solo intrattenimenti leggeri e ludici. Premetto non sono contro internet che se usato bene è un modo per veicolare le idee, ma queste idee mi devono sempre fare riflettere che la cultura è oggi più che mai un bene comune primario come l’acqua; i teatri le biblioteche, sono come tanti acquedotti. Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla della barbarie dominata dalla legge del più forte e dell’ignorante
Favria, 3.05.2016 Giorgio Cortese

Nella vita la sorgente dei diritto la chiamo il quotidiano dovere fatto con diligenza e passione

AAA Cercasi eroi anonimi del quotidiano
Chi dona sangue dona la vita. Perchè il sangue è l’energia che alimenta la vita del corpo umano. Il sangue non si può creare in laboratorio: perchè qualcuno lo possa ricevere, occorre che qualcun altro lo doni. Per questo il sangue non basta mai. La donazione è un grande gesto di altissimo valore civile. Chi dona aiuta concretamente gli altri, soprattutto chi è più debole e nel momento del maggiore bisogno. Chi dona contribuisce a salvare quelle persone che ogni giorno rischiano la vita per mancanza di sangue. Chi dona alimenta il valore della solidarietà e il progresso sociale e culturale della nostra società. Chi dona aiuta anche se stesso: solo una grande disponibilità di sangue garantisce salute e sicurezza per tutti. Anche la tua! Ti aspettiamo a Favria venerd’ maggio ore 8-11,30 cortile interno del Comune. Ricordo che, come da indicazioni del nostro Centro Trasfusionale di Riferimento (Banca del Sangue del Presidio Ospedaliero Molinette di Torino) verrà applicata la procedura della Donazione differita. In sintesi, ai “Candidati Donatori” che si presenteranno al prelievo del 13 maggio a Favria ore 8-11,30 per la prima volta e che non hanno mai effettuato donazioni di sangue o emocomponenti, verranno effettuati esclusivamente degli esami. Successivamente, se sulla base degli esiti dei referti risulteranno idonei, potranno diventare “Donatori” e proseguire in questo importante percorso.
Favria 4.05.2016 Giorgio Cortese

Certi giorni sono stanco di questa falsità travestita da buonismo, stanco di vivere tra ipocrisia e persone povere d’animo. E allora cerco sempre di essere un po’ più gentile del necessario