Agosto – Cosa aspetti? Vieni a donare!- Oggi vorrei avere i piedi per terra come Anteo, non guasta! – Harpis and sitols and tympane- Donare il sangue ad agosto: un gesto, molti beneficiari. – Prigionieri! – La Repubblica di Cospaia, lo stato ideale! …Le pagine di Giorgio Cortese

Agosto è il mese che porta l’estate al declino. Dopo gli ultimi grandi caldi porta le prime avvisaglie della fine della bella stagione, e la pioggia di questa mattina né è messaggera. Ad agosto si si gusta con maggiore intensità il bel tempo, i bagni al mare, le passeggiate in montagna, la bellezza del lago cercando di non cadere nella malinconica dolcezza di ciò che finisce.

Certi giorni dovrei viverli due volte: una volta per capire e una volta dopo aver capito.

Cosa aspetti? Vieni a donare!
E’ emergenza per la carenza di sangue in estate. Durante l’estate c’è un calo delle donazioni e c’è difficoltà a rifornire le strutture sanitarie. Con l’arrivo dell’estate, le donazioni di sangue calano vertiginosamente. Nonostante il grandissimo sforzo dei donatori, nel mese di Luglio, che ringraziamo ancora una volta per la loro generosità, le scorte sono insufficienti, si rischia di stare a secco. Data dunque la carenza di sangue e il proseguire di un periodo critico, il Gruppo Comunale D. Chiarabaglio – L. Tarizzo, continua nel sensibilizzare nuovi e vecchi donatori a recarsi a donare il sangue con il prelievo del 14 agosto, venerdì. Tutti possono donare sangue purché in possesso del requisito di buona salute, età compresa tra 18 anni ed i 60 anni (per candidarsi a diventare Donatori di sangue intero), 65 anni (età massima per proseguire l’attività di donazione per i Donatori periodici), con deroghe a giudizio del medico. Peso superiore a 50 kg con pressione arteriosa: tra 110 e 180 mm di mercurio, Sistolica o MASSIMA, tra 60 e 100 mm di mercurio (Diastolica o MINIMA. Frequenza cardiaca compresa tra 50-100 battiti/min., anche con frequenza inferiore per chi pratica attività sportive, e con il valore dell’emoglobina, deve avere un livello minimo di 12,5 g/dl nelle donne e di 13,5 g/dl negli uomini.. AAA Servono tutti i gruppi sanguigni, in particolar modo il gruppo 0, sia positivo che negativo. E Tu che mi leggi che aspetti oltre a mettere mi piace e condividere il messaggio ti aspettiamo a Favria venerdì 14 agosto dalle ore 8- alle ore 11,00 cortile interno del Comune. Se da diverso tempo non doni, da più di 90 giorni, vieni venerdì 14 agosto a Favria To, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,00, farai la differenza! Per darti un migliore servizio è gradita la conferma della Tua preziosa disponibilità telefonando al numero 3331714827 o messaggio anche con WhatsApp o mail corteseg@tiscali.it
Grazie di cuore

Nella vita le nuvole non si dovrebbero mai fermare sul mio spicchio di cielo, ma fare passaggi veloci e brevi per non oscurare mai del tutto il sole.

La gola, diceva Leonardo da Vinci, è mantenimento della vita. Certo di tutte le passioni umane, o vizi, forse è il complicato, il più difficile a praticare senza eccedere, anche perché mentre bisogna essere in due per abbandonarsi all’amore, si può praticare la golosità da soli, per mangiare un piatto di agnolotti dobbiamo si essere in due, io e gli agnolotti. Ritengo la ghiottoneria la curiosità dello stomaco.

Oggi vorrei avere i piedi per terra come Anteo, non guasta!
Anteo fu un Gigante figlio di Poseidone e della Madre Terra , che viveva in Libia dove costringeva gli stranieri a lottare con lui finché erano esausti, e poi li uccideva. Non soltanto era abile e forte, ma ogni qual volta toccava terra riprendeva forza. Conservava i crani delle sue vittime per farne il tetto del tempio di Poseidone. Anteo non era un avversario facile da battere; viveva in una grotta ai piedi di un picco roccioso, dove si nutriva di carne di leone e dormiva sulla nuda terra per conservare e aumentare la sua forza colossale. La Madre Terra, non ancora sterile dopo la morte dei Giganti, concepì Anteo in un antro libico ed era fiera di lui più di quanto non lo fosse dei suoi mostruosi figli maggiori: Tifone, Tizio e Briareo. Ercole lo sfidò e nel prepararsi alla lotta ambedue i contendenti si liberarono delle loro pelli di leone, ma mentre Eracle si ungeva il corpo con olio alla maniera olimpica, per sfuggire più facilmente alla presa dell’avversario, Anteo si massaggiò le membra con sabbia calda, per timore che il solo contatto delle piante dei piedi con la terra non fosse sufficiente a rinvigorirlo. Quando Eracle ebbe messo a terra il Gigante, con grande stupore vide i suoi muscoli gonfiarsi e il sangue scorrergli benefico nelle membra, poiché la Madre Terra gli ridava forza. I contendenti si avvinghiarono di nuovo l’uno all’altro, e di nuovo Anteo si gettò a terra, questa volta di sua spontanea volontà, senza aspettare che Eracle lo sopraffacesse. Al che Eracle, rendendosi conto di ciò che stava accadendo, sollevò il Gigante alto tra le braccia e gli strizzò le costole, sordo ai profondi gemiti della Madre Terra, finché Anteo morì. Il mito di Anteo mi porta a riflettere che oggi abbiamo tutti bisogno di essere radicati maggiormente nella nostra realtà, che è poi la vita quotidiana fatta di contatti con altri esseri umani, di avere ” i piedi per terra” per non indebolirci , per non vivere un’esistenza virtuale , confinata alla solo alla ” testa” . In una parola , abbiamo tutti bisogno vivere la vita con maggiore calore umano e meno della freddezza degli strumenti tecnologici.
Favria, 2.08.2015 Giorgio Cortese

Mi rendo sempre più conto che non sono abbastanza intelligente per dimostrare a un cretino che è un cretino!.

Harpis and sitols and tympane
L’altro giorno in auto ascoltavo un musica dove veniva citata come strumento antico la Citola, chiamata anche Sytole, Cytiole, Gytolle, molto probabilmente dal francese diminutivo di cithara, e non dal latino cista, scatola, uno strumento musicale arcaico del quale non si conosce l’esatta forma originale. Viene generalmente descritto come uno strumento ad arco dotato di quattro corde, con un corpo generalmente denominato a “foglia di agrifoglio”. Sarebbe uno strumento risalente al Trecento il cui unico esemplare noto venne trovato nel Warwick Castle, ora esposto al British Museum, anche se in un periodo più tardo fu trasformato in un violino con il ponte alto, fori ad f e tastiera angolata. La citola è frequentemente menzionata da poeti dal XIII fino al XV secolo, e si trova nella Bibbia Wycliffe: “Harpis and sitols and tympane”.
Favria 3.08.2015 Giorgio Cortese

Cerco sempre ogni giorno di sforzarmi di vivere l’istante presente senza aver timore del lontano futuro

Donare il sangue ad agosto: un gesto, molti beneficiari.
Agosto è il mese in cui ci sono meno donatori di sangue. Ma sono molte le persone che hanno comunque bisogno di un aiuto. Le malattie del sangue non vanno in vacanza. Leucemie, talassemia, trapianti di fegato e tutte le patologie ematiche in generale, hanno sempre bisogno di un donatore. Soprattutto durante il mese di agosto. Ogni anno, con l’arrivo del caldo si creano delle carenze di sangue. Un problema collegato principalmente ai cali di pressione”. Insomma più aumenta il caldo, più diminuisce la pressione e il numero di donatori. Ma ciò che resta stabile è il numero di chi ha bisogno di sangue. L’’Italia ha un milione e seicentomila donatori periodici, ovvero quelli che si sottopongono regolarmente a un prelievo volontario di sangue. Grazie a questi, le scorte di sacchette ematiche superano sempre uno standard minimo che garantisce la copertura per gli interventi programmati e quelli di pronto soccorso”. Ma durante l’estate il livello minimo di sangue manca e così sono necessari più donatori. Proprio per questo il Centro nazionale sangue, fino al 18 agosto, distribuirà circa 200.000 cartoline, attraverso 1000 locali disseminati lungo le nostre coste e in montagna, per invitare chi può alla donazione. Prima di dare il sangue è importante compilare in maniera assolutamente veritiera e accurata il questionario pre-selezione. Trascurare anche qualche piccolo dettaglio all’apparenza insignificante potrebbe creare danni e non benefici al ricevente. “Per donare bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, buone condizioni fisiche generali e il peso non inferiore ai 50 chilogrammi. Il prelievo non dura più di 10 minuti e consiste nella raccolta di una certa quantità di sangue dal volontario con materiale rigorosamente sterile e monouso. Il personale è costituito da medici e infermieri professionali appositamente formati e disponibili per qualsiasi informazione. I prelievi di sangue si effettuano a intervalli non inferiori ai 90 giorni: gli uomini possono donare quattro volte l’anno, le donne in età fertile due volte l’anno. Non tutti possono donare. Alcune malattie infettive come l’epatite virale, l’Aids, la sifilide possono essere trasmesse dal donatore al ricevente attraverso il sangue. Poiché il periodo di incubazione di queste malattie è lungo, è meglio autoescludersi se ci sono stati rapporti sessuali a rischio e comportamenti che possono compromettere la propria e l’altrui salute. Diventare donatore di sangue è anche un’occasione per tenere sotto controllo se stessi e per scoprire, ai primissimi sintomi, patologie ‘silenti’. Vengono effettuati periodicamente esame emocromocitometrico completo, controllo transaminasi, sierodiagnosi per la lue (per la sifilide), HIV test e i test per l’epatite A e B”. Non sempre si può donare. Sono causa di sospensione temporanea: sindrome influenzale, faringite (mal di gola), gastroenteriti, alcuni tipi di terapia (antibiotici), interventi chirurgici, viaggi in zone tropicali e gravidanza. Tu che mi leggi che aspetti vieni a donare il 14 di agosto a Favria dalle ore 8 alle ore 11,00 cortile interno del Comune, Ti aspettiamo
Favria, 4.08.2015 Giorgio Cortese

A volte mi chiedo cosa sia importante nella vita, un amore, il successo, il potere. Niente di tutto questo. La stima di se stessi, ed essere consapevoli delle scelte fatte.

Prigionieri!
Attraverso, nella prima domenica d’agosto, la piazza vuota del mio paese. Niente passanti, niente mamme con i bambini in carrozzella, niente cani che si rincorrono e si azzuffano, niente ragazzi della vicina scuola, niente pensionati che si guardano intorno, gli occhi già spenti. Seduto, semi sdraiato, su una panchina all’ombra, soltanto un uomo malconcio che parla a un altro uomo malconcio seduto su un’altra panchina li vicino, che gli dice all’altro che puzza forte, anzi grida con la voce dal tono rabbioso disperato. Proseguo e chi era stato apostrofato di puzzare gli risponde con tono di scusa che dice bene che puzza forte, ma mica posso fare la doccia tutti i giorni. Mi sembra qusi che queste due persone si stiano giustificando davanti a me o forse mi stanno accusando della loro condizione di disagio, o magari non mi hanno neanche preso in considerazione. Poi di colpo il silenzio cala sul parco e si odono solo i richiami dei merli e il gracchiare stridulo delle gazze e il tubare delle tortore. Sono uscito dal parco e vado ad acquistare il giornale ma la solitudine umana di quelle due persone mi accompagna nell’animo. Come loro sono in tanti che sono in stato di disagio e in questa torrida estate non hanno potuto evadere dal caldo delle nostre Comunità, e le piazze e i parchi con le panchine sono divenute le loro prigioni, le nostre quotidiani prigioni
Favria 5.08.2015 Giorgio Cortese

Nella vita le persone dall’occhio avido diranno, così come non lo dicono il mare e l’inferno: mi basta!

La Repubblica di Cospaia, lo stato ideale!
Da sempre per ottenere un prestito è necessario offrire delle garanzie. Anche Cosimo il Vecchio, artefice del potere dei Medici a Firenze, quando il Papa neo-eletto Eugenio IV gli chiese 25.000 fiorini d’oro, ebbe in pegno la città di Borgo Sansepolcro ed il suo circondario nell’alta valle del Tevere, territorio che nel 1431 faceva parte dello Stato della Chiesa. Allo scadere del decimo anno il prestito non fu reso e Sansepolcro entrò a far parte della Repubblica di Firenze. Fu pertanto necessario concordare i nuovi confini tra i due Stati ed ognuno nominò una propria commissione. A sud di Sansepolcro, il confine venne fatto passare lungo un affluente del Tevere, un torrente comunemente denominato Rio. Ma di torrenti Rio che scendevano dal monte Gurzole ve n’erano due sostanzialmente paralleli e ciascuna commissione, agendo indipendentemente, fissò il proprio confine, tralasciando una striscia di territorio di 330 ettari, larga tra 500 e 700 metri e lunga qualche chilometro, all’interno della quale sorgeva il borgo di Cospaia, villaggio contadino posto in cima ad una collinetta, con circa 350 persone in meno di 100 famiglie. Gli abitanti si affrettarono a proclamare Cospaia ” libera “. Era l’anno del Signore 1441 e nasceva la più piccola repubblica del mondo. La situazione politica tra papato e Firenze consigliò di rinunciare ad una contesa per una striscia di terra senza alcuna importanza strategica ed economicamente marginale, magari in attesa di tempi migliori per un’annessione. I Cospaiesi, sebbene analfabeti, seppero mantenere ottimi rapporti con i centri vicini: San Giustino a sud e Borgo Sansepolcro a nord, appunto, continuando ad avvalersi dei servizi di molitura del grano, delle cure mediche e mantenendo la dipendenza ecclesiastica dal Vescovo. La loro economia, traendo vantaggio dalla mancanza di tasse, dazi e gabelle varie, iniziò a migliorare, pur restando fondamentalmente ancorata al baratto. La repubblica di Cospaia non aveva esercito né carceri. A capo dell’amministrazione vi era il Consiglio degli Anziani e Capi famiglia, che si riuniva nella chiesa dell’Annunziata dal 1718 al 1826 sede dell’omonima confraternita, nell’architrave del suo portone si può ancora leggere l’unica norma scritta della repubblica, “perpetua et firma libertas”. Alle sedute del Consiglio degli Anziani partecipavano, altresì, il curato di San Lorenzo, in qualità di “presidente”, forse perché l’unica persona non analfabeta, carica condivisa con un membro della famiglia Valenti, la più importante del paese, quando la riunione si teneva nella loro casa, fino al 1718,. La menzionata frase latina era anche incisa sulla campana della parrocchiale. Barcamenandosi e facendosi notare il meno possibile, questa comunità anarchica, senza nessun governo, trascorse indisturbata il primo secolo di esistenza, finché un fatto nuovo fece la fortuna dei Cospaiesi. Correva l’anno 1574 , quando il cardinale Niccolò Tornabuoni, Nunzio apostolico a Parigi, inviò al nipote, l’abate Alfonso vescovo di Sansepolcro, i semi di una pianta medicinale da poco in uso in Francia: il tabacco. La pianta, detta ” erba tornabuona ” non ci mise molto a superare i 4 chilometri che separano Cospaia da Sansepolcro e così, anno dopo anno, divenne la coltura maggiormente praticata nei campi cospaiesi. Per le esigenze d’irrigazione fu innalzato un terrapieno come diga per creare un laghetto. Ma il fumo ed il fiuto del tabacco erano ostacolati dai regnanti dell’epoca, talché fu lanciata la scomunica papale contro l’uso del tabacco, abolita solo nel 1724 da Benedetto XIII. Proprio a Cospaia la coltivazione ed il commercio clandestino del tabacco portarono un certo benessere, ma anche una piccola invasione di contrabbandieri. Gli abitanti di Cospaia seppero gestire con saggezza contadina anche questa situazione, potenzialmente pericolosa per la loro ” Perpetua et firma libertas “, il motto che scolpirono nel 1613 alla fondazione della Confraternita dell’Annunziata sull’ingresso della loro chiesa. Questa è l’unica forma di coordinamento che attuarono i Cospaiesi, l’unico accordo di cui sentirono il bisogno. Il minuscolo stato perse la sua indipendenza temporaneamente durante il periodo napoleonico, ma definitivamente nel 1826 , riassorbito nello Stato della Chiesa. Dopo diversi secoli di esistenza, Cospaia si ridusse però a un mero ricettacolo di contrabbandieri. Il concetto di libertà si era un po’ appannato a favore dei suoi privilegi che attiravano persone di tutti i tipi, per motivi economici o per sfuggire alla giustizia dei due grandi Stati adiacenti. Con il ritorno del potere papale a ciascun capo famiglia cospaiese venne indennizzato con una moneta d’argento, denominata “papetto” per il profilo del pontefice, ed alla comunità fu concesso di continuare a coltivare un massimo di mezzo milione di piante di tabacco. Così si pose fine a quasi 400 anni di libertà, ad una repubblica anarchica che avrebbe suscitato l’invidia dei filosofi utopici quali Platone, Campanella o Thomas Moore. Oggi Cospaia è una frazione di San Giustino; poche case, una chiesetta: a vederla sembrerebbe una delle tante contrade del centro Italia, ma chi fin qui ha seguito questa curiosa vicenda, passando da quelle parti non potrà non rivolere uno sguardo a quella che, per 400 anni, fu la più piccola repubblica del mondo.
Favria 6.08.2015 Giorgio Cortese

Solo tra le fessure dell’anima le emozioni prendono vita.