CS UNCEM Agenda digitale per la montagna

VERSO UN’AGENDA DIGITALE PER LA MONTAGNA: AZIONE CON I FONDI FESR PER DARE SERVIZI E CONTENUTI ALLE AREE INTERNE DEL PIEMONTE E DAR VITA ALLE SMART VALLEY
La Regione Piemonte, con Anci e Uncem, incontrerà nei prossimi giorni i Sindaci e gli Amministratori dei Comuni piemontesi per fare il punto sul piano banda ultralarga che mette a disposizione 290 milioni di euro per nuove infrastrutture in particolare nelle aree interne e montane. Uncem ribadisce alla Regione la necessità urgente di avviare un’azione forte non solo sulle nuove reti (indirizzando efficacemente il piano nazionale coordinato da Ministero dello Sviluppo economico e Infratel), ma soprattutto sui servizi e sui contenuti che dovranno costruire le nuove smart valley, non certo meno importanti delle smart cities. Sul tavolo ci sono le risorse del Fesr, con 45 milioni di euro che la Regione deve al più presto orientare, con bandi e progettualità volti a colmare il digital divide. È chiaro che le aree montane, rurali e interne non possono continuare a correre a velocità diverse rispetto a Torino e alle aree urbane.
Servono opportune politiche e investimenti sui servizi, sui quali Uncem ha già fornito una serie di indicazioni alla Regione, per costruire un Agenda digitale per la Montagna con sei pilastri:
1. Si parte dai trasporti. Vi sono grandi opportunità di migliorare il trasporto pubblico con un “Uber della montagna” a metà tra il car sharing e il car pooling. Le piattaforme organizzative devono essere attuate almeno su base regionale.
2. Sul fronte sanità, vi sono da portare nelle aree interne le opportunità che sono già disponibili nelle aree urbane. Quasi tutte le Regioni stanno lavorando al fascicolo sanitario digitale. Ma nelle zone in cui per raggiungere un ospedale bisogna fare almeno 60 chilometri, scendendo a valle, questo è solo un pezzetto di un più profondo complesso che tocca la riorganizzazione della rete di assistenza, la nascita di centri multiservizio a bassa intensità sanitaria, l’individuazione di “infermieri di comunità”. Questi servizi si possono “prenotare” con sistemi digitali. Vi è poi tutto il fronte della telemedicina, anche della diagnostica. Molte le sperimentazione avviate alla fine degli anni Novanta. I sistemi digitali avanzati possono cambiare profondamente i processi.
3. Il mondo della scuola e della formazione è quello che apre maggiori scenari all’interno di un’Agenda nazionale digitale per le aree interne e montane. Finora molti istituti di tutti i gradi hanno montato le lim, lavagne multimediali, in tante classi. Sono un primo positivo passo. Non sarà frequente, ma vi sono ancora borghi e frazioni che in brevi periodi dell’inverno, nelle alte valli, restano isolati. Permettere lezioni a distanza, tramite ipad e smartphone deve essere una certezza. Formarsi a distanza non è un’alternativa di seconda scelta. Strutturare percorsi formativi in e-learning è indispensabile.
4. Sul fronte dello sviluppo socio-economico i temi sono molteplici. Partiamo da quanto già esiste, in particolare in termini di fruibilità dei dati. Si pensi al catasto di pascoli, boschi, terreni agricoli. Il Piemonte dispone già di un sistema informativo per l’agricoltura, ma non sulle foreste. I dati ci sono e vanno uniti. Pensiamo alla grande fruibilità di aree finora abbandonate, per nuovi investimenti produttivi legati all’industria 4.0. L’insediamento di server farm in zone nelle quali sperimentare nuovi prodotti e processi deve essere un’opportunità che Regioni e imprese contribuiscono a garantire. Anche per questo, molti Comuni montani stanno lavorando a progetti per insediare spazi di co-working nei loro territori. Dispongono di ambienti liberi, in contesti paesaggistici unici, immersi in scenari alpini o appenninici che permettono ottima qualità lavorativa, anche con sistemi di telelavoro, finanziati e sostenuti dai Por Fesr.
5. Promozione e del marketing dei territori, tre idee: nessun Ente locale ha mai sperimentato, per pubblicizzare territorio ed eventi, le dirette di Facebook o altri sistemi social di racconto (costano poco e sono molto efficaci). Anche i siti internet istituzionali di enti e di piccole imprese possono veicolare promozione e investimenti. L’e-commerce dei prodotti enogastronomici locali deve far parte dell’Agenda, aiutando e formando gli operatori della PA e gli imprenditori. Uncem mette a disposizione il portale www.bottegadellalpe.it. Le webtv locali possono distribuire opportunità e notizie. Non hanno grandi costi, ma svolgono un’azione di coesione forte.
6. A questo tema si collega la grande sfera pubblica amministrazione ed Enti locali. E cioè, come l’Agenda digitale migliori i sistemi di lavoro all’interno e verso l’esterno degli enti delle aree montane e interne del Paese. I sistemi informativi dei Comuni si devono parlare. Cloud dunque, prima di tutto. Poi piattaforme uniche tipo Mude per le pratiche edilizie, per il Suap, per i tributi e la relativa verifica, per l’anagrafe e per la richiesta di documenti. Un’Agenda digitale per la Montagna deve imporre e dare tempi chiari a questo processo che è imprescindibile e condizione per la gestione associata delle funzioni fondamentali nei piccoli Comuni. Urbanistica, organizzazione del bilancio, Polizia locale, Protezione civile, scuole, trasporti, statistica, catasto sono da regolare in maniera sistemica con piattaforme digitali che dialogano e sono aperte tra Comuni e verso la comunità che interagisce con immediatezza e tempi ridotti.
Mentre il piano nazionale per la banda ultralarga non prevede un diretto controllo decisionale e politico della Regione, su contenuti e servizi le scelte che verranno fatte da piazza Castello sono decisive. I 45 milioni disponibili sul Fesr non devono essere tutti orientati alle aree urbane, ma devono prevedere investimenti capaci di rispondere alle necessità delle aree interne. È qui che si vince la vera sfida dell’innovazione, dove digitalizzare processi e progetti significa dare opportunità e capacità a chi vive e lavora nelle zone montane e rurali – oltre il 60% del Piemonte – per le quali servono scelte che stanno nel futuro, coinvolgendo i Comuni e le Unioni montane, assieme alle migliori capacità e imprese nei settori informatico, scientifico e delle telecomunicazioni. Uncem, assieme ad Anci, condivide già il percorso con le aziende pubbliche di questi settori (come CSI, CSP, TopIx, Torino Wireless, Istituto Boella, Ires), ed è in essere un proficuo dialogo con Confindustria e altre associazioni di categoria delle imprese.