Disgregazione! – Come una piccola candela nel buio…-Ricordati di venire a donare.-Paesaggio- Anduvinej!-L’elio ovvero il rapporto che abbiamo con le risorse naturali.-Res Gestae favriesi. 17 gennaio 1972 Due Priori per un cavallo.- …LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Disgregazione!
Ho letto con disgusto, si da maschio con schifo, i fatti avvenuti in Germania la notte di Capodanno, con centinaia di aggressioni di gruppo a sfondo sessuale!. A Colonia circa un migliaio di uomini hanno partecipato alle violenze intorno al Duomo e alla stazione centrale. Le responsabilità individuali restano da verificare. Gruppi di uomini descritti come nord africani o di origine araba, hanno sistematicamente circondato e aggredito le vittime. Oltre alle molestie fisiche e verbali, almeno un caso di stupro. Ovunque, lo stesso modus operandi ed in Germania si parla già di una “nuova forma di crimine organizzato”. Ma c’è un dato che accomuna incontrovertibilmente i responsabili dei fatti di Colonia: erano tutti uomini. Ritengo che le leggi che abbiamo, anche sul rispetto di noi esseri umani, debbano valere per chiunque, a qualunque titolo, sul suolo europeo. Soprattutto per chi invoca il diritto di asilo. Non sono tollerabili, né tanto meno in alcun caso giustificabili, eccezioni di sorta. Ma bisogna evitare che questi profughi creino delle sacche dove si aggreghino tra di loro, e pertanto in quei luoghi valgano delle regole di “diritto speciale” sui nostri territori. Purtroppo ci sono tentativi allo loro costituzione, “enclavi” de facto sottoposte alla Sharia come Molenbeek a Bruxelles, balzato agli onori della cronaca come vivaio di terroristi dopo le stragi di Parigi, oppure Châteauneuf-sur-Cher, un piccolo comune francese, dove ha preso forma la teoria dei “villages musulmans” dell’imam “segregazionista” Mohamed Zakaria Chifae. Non è peraltro nemmeno più ammissibile tollerare forme di segregazione della dignità e del ruolo sociale delle donne anche quando avvengano “soltanto” all’interno delle comunità etniche o religiose di appartenenza. La voce delle femministe, pronta a levarsi per rivendicare l’uso di un sostantivo declinato al femminile, troppo spesso è rimasta muta davanti alle molte manifestazioni di questa violenza di genere specifica di ambiti religiosi e culturali determinati. Sono inaccettabili sia i matrimoni coatti quanto ogni altra forma di limitazione della libertà personale delle donne anche all’interno delle comunità di origine. Non ritengo concepibile che in Italia ed in Europa venga imposto il velo, le punizioni corporali o la “semplice” proibizione alle fanciulle di fare sport o frequentare luoghi di aggregazione e ricreazione o di suonare strumenti musicali. L’autodeterminazione dell’individuo è un valore insindacabile per chi vuole vivere nei nostri paesi e deve cadere la giustificazione del rispetto delle proprie tradizioni, troppo spesso accordate, in passato, per ignavo buonismo, per paura di passare per razzisti. Gli eventi di questi giorni in Germania sono una vera dichiarazione di guerra all’Europa e danneggiano l’integrazione. L’accettazione dei principi fondamentali dei nostri ordinamenti e sistemi sociali è la contropartita necessaria imposta a chi richieda accoglienza, diritti e integrazione. I migranti, per diventare cittadini, devono aderire ad un nuovo “patto sociale”, pena l’esclusione dal nostro consesso civile e la revoca della cittadinanza. Il rispetto della legge va imposto senza remore contro la violenza di questi barbari aggressori incompatibili con la Civiltà dell’Europa. Questi avvenimenti mi fanno riflettere che il 95% delle violenze sessuali, in Italia, avviene all’interno del cerchio familiare e amicale più stretto. Il nemico è quella subcultura che porta a ritenere normale che le donne siano facili di costumi e se gli capita di avere delle molestie, pensare che se la sono andata e cercare. Le donne responsabili di violenze sessuali sono un numero statisticamente irrilevante, chi commette violenze sessuali, purtroppo siamo noi uomini. Il dato è questo, e purtroppo, perché più difficili da individuare, sono uomini di qualsiasi religione, anche atei, di qualsiasi censo, spesso insospettabili e ben inseriti nella società. Io penso sia necessario partire da qui, e lasciare nella melma dell’indecenza di chi scrive “difendiamo le nostre donne”, perché il principio proprietario da cui parte è lo stesso dei vigliacchi molestatori, invece di una integrazione europea di persone con religioni diverse ma di onesti principi, questi vogliono solo un Europa in disgregazione che non porta a nulla.
Favria 11.01.2015 Giorgio Cortese

Certi giorni la vita mi da colpi bassi, ma non devo arrendermi mai, cambio direzione, faccio le capriole ma non mi piego mai, perché più mi abbasso e più do la possibilità alla vita di prendermi a calci

Come una piccola candela nel buio…
Nell’atteggiamento che, contraddistingue molte persone e che sento spesso riecheggiare come cupo rumore di fondo, è la presenza di una critica distruttiva, negativa, fine a se stessa.Un pessimismo imperante, spesso mascherato da realismo, che impedisce dell’emergere di un nuovo orizzonte, di un nuovo spirito capace di cogliere, anche nelle situazioni, apparentemente meno fortunate, la scintilla indispensabile per trasformare il male, le violenze, i dolori, le tragedie in qualcosa di diametralmente opposto. Solo così, la critica da mero atto contestatore ed inutile momento di gratuita aggressività o violenza, si trasforma in una pausa di riflessione, una messa tra parentesi della realtà per analizzarla e scovarne gli aspetti negativi sui quali intervenire ed i positivi da rafforzare. Solo così la critica da semplice denuncia, da verba volant, si trasforma, dunque, in azione, in una realtà in grado di risolvere davvero il problema, la difficoltà precedentemente identificate e denunciate. E’ troppo facile maledire l’oscurità senza cercarvi un rimedio, chi si comporta così come chi non accetta nessuna critica, dimostrano entrambi la totale incapacità di accettare e capire le situazione che si presentano e la rigidità mentale nel mettersi sempre in gioco, in prima persona, per risolvere il negativo in positivo. Maledicendo le oscure tenebre, non riportiamo in cielo il sole, anzi, finiamo acciecati di rabbia, di sconforto, di paura o, peggio ancora, di indifferenza, impedendoci anche di vedere e godere della fioca, magica luce delle stelle. Personalmente ritengo che la ricetta contro l’oscurità è una semplice, umile, modesta, candela, con la sua tremolante fiamma di fragili emozioni e calde sensazioni, con il suo inconfondibile aroma e scintillante crepitio, con la sua insospettata potenza vitale capace di trasformarsi in fuoco per scaldare i corpi e gli animi. Una piccola candele capace di muovere macchine, per esplorare gli animi, testimoniando la speranza in una felicità, in una serenità, in un benessere, che solo uniti possiamo raggiungere. Se sono circondato dalla notte è nel buio che devo guardare per cercare una traccia di luce. La luce la si può vedere dappertutto se si vuole e nella vita quotidiana i momenti bui ci possono essere però invece di maledire la nostra esistenza pensando di essere sfortunati bisogna farsi sempre forza e combattere il buio che ci sta attorno, pensando sempre positivo, credere in noi stessi e lottare con la forza dell’animo per risollevarci dai momenti spiacevoli che la vita ci propone. Insomma essere positivi e sorridenti sempre in modo da abbagliare gli altri con la luce della nostra piccola candela. Nella vita di ogni giorno si può vedere il buio più tetro fissando il sole, ma purtroppo non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Favria, 12.01.2016 Giorgio Cortese

Donare il sangue è un atto di generosità nei confronti dell’altro e di noi stessi oltre che un atto di salvaguardia della salute. Non manchiamo, doniamolo.

Ricordati di venire a donare.
Ricordati di venire oggi a donare a Favria, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,30. Ti rammento i motivi per cui conviene venire a donare o informare altre persone nel venire a donare. Ricordati di venire a donare perché salvi una vita! Donare il sangue salva una vita, anzi tre. Da ogni sacca di sangue intero donata possono essere prodotte fino a tre sacche mediante separazione degli emocomponenti: concentrati eritrocitari, concentrati piastrinici, plasma liquido. Ricordati di venire a donare perché aiuti molte persone! Permette non solo di salvare la vita a chi è vittima di un incidente o a chi necessità di sangue per i trapianti o le operazioni chirurgiche, ma soprattutto alle migliaia di persone che soffrono di patologie legate al sangue e che necessitano in maniera periodica o addirittura giornaliera di trasfusioni e farmaci plasma derivati. Ricordati di venire a donare perché Ti tieni sotto controllo! Donare sangue periodicamente garantisce un controllo costante del nostro stato di salute, attraverso visite sanitarie da parte dei medici prelevatori e accurati esami di laboratorio, in modo assolutamente gratuito e nel pieno rispetto della privacy. Con il Tuo dono aiuti a garantire l’autosufficienza! Per garantire l’autosufficienza, specie per i plasmaderivati. Solo i Donatori periodici e l’aumento di nuovi Donatori, può far fronte al costante aumento del fabbisogno di sangue ed emoderivati. Ti ricordo che il sangue non si fabbrica! Il sangue umano è un prodotto naturale e non riproducibile artificialmente in laboratorio. Solo la donazione volontaria, anonima, gratuita e responsabile dei Donatori ci permette di raccoglierlo. Donare sangue non comporta un notevole dispendio di tempo. La donazione dura pochi minuti, nella piena tutela del donatore e nel rispetto di precise normative nazionali. Donare il sangue è indolore, non dannoso per la salute e assolutamente sicuro perché tutto il materiale usato è monouso. La donazione non comporta alcun disagio fisico e il sangue donato viene riprodotto in brevissimo tempo dal nostro organismo. Ti ricordo che per donare il sangue non bisogna essere superuomini né eroi, è sufficiente essere sani ed aver compiuto diciotto anni. Donare il sangue è un gesto di solidarietà, altruismo e un dovere sociale. Concludo che tutti i potremmo avere bisogno di sangue. Anche tu! E allora che aspetti vieni mercoledì 13 gennaio a Favria, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,30.
Favria 13.1.2016 Giorgio Cortese

Ciò che rende ogni giorno unico è il profumo portato dai ricordi, i sorrisi ricevuti e la serenità con cui l’ho vissuto.

Paesaggio
Vorrei restare rannicchiato nei miei pensieri per tutta la notte e per quelle notti che ancora verranno. Ricordo vecchie pallide albe di freddi inverni e nella fredda consapevolezza che il giorno uguale a ieri trasformerò, la nebbia che dentro mi scorre, in un paesaggio unico nel quale ritroverò equilibrio. ma nel mio animo è già primavera e allora sorrido e, sorrido ancora!
Favria, 14.1.2016 Giorgio Cortese

Il valore di un essere umano non sta nella perfezione, ma nella volontà di migliorarsi.

Anduvinej!
Sorele gemele ch’as coro d’apress e l’han mai ciapase e as s-ciapo ‘nancora nen adess? Sorelle gemelle che si ricorrono sempre senza prendersi mai?
A l’è cita coma na parpajòla ma ‘n dova ch’as toca a-i resta la gòla? E’ piccola come un farfallina ma dove tocca lascia la bolla?
A-i è ‘n linseul tut taconà, mai la gucia a l’ha tocà? C’è un lenzuolo con tante toppe che l’ago ha mai toccato?
Favria, 15.01.2016 Giorgio Cortese

Vivere la vita è un magnifico sogno che vive sempre di speranza.
L’elio ovvero il rapporto che abbiamo con le risorse naturali.
Una festa non può dirsi tale senza palloncini gonfiato con questo gas. Il problema è che l’elio, il gas leggerissimo e non infiammabile che gonfia i palloncini, sembra scarseggiare, ed è sempre più costoso. I primi ad avere preso delle misure drastiche sono i giapponesi: al Tokio Disney Resort ne hanno sospeso le vendite. Eppure l’elio è uno degli elementi più comuni nell’universo. Solo l’idrogeno è più abbondante. L’elio però è leggero, sale nell’atmosfera. Se un atomo di elio si scontra con un altro riceve una spinta verso l’esterno. Se supera la velocità di fuga della Terra di11,2 km al secondo, si perde nello spazio. Con l’elio si possono fare cose straordinarie. E’ grazie all’elio liquido che abbiamo le macchine di neuroimaging utilizzate per studiare il cervello umano o i superconduttori usati nella fisica delle particelle. L’elio è impiegato anche dall’industria aerospaziale, serve a far funzionare molte apparecchiature mediche, incluso quelle per la risonanza magnetica, o per il collider del Cern di Ginevra, il maggior consumatore singolo al mondo, utilizzato per trovare il famoso bosone di Higgs, la particella di Dio. E, ovviamente, è usato dal sottoscritto e da milioni di esseri umani per gonfiare i palloncini che consumano l’8% della produzione mondiale, il resto viene usato per fare di tutto: dai laser, ai neon, ai respiratori per le immersioni a grandi profondità, ai sistemi di guida per i missili aria aria, alla crescita dei cristalli di silicio, alle saldature ad arco. Poi c’è il capitolo importantissimo dell’utilizzo dell’elio liquido per il raffreddamento di ogni tipo di strumentazione. L’elio è l’elemento più gelido che conosciamo, una volta liquefatto, bolle a -269°C, abbassando la temperatura di tutto ciò che gli è vicino. Per diventare superconduttori, i magneti devono essere raffreddati a temperature di poco superiori a quelle dell’elio liquido. Ecco perché l’elio è fondamentale per raffreddare i magneti che tengono a bada i fasci di particelle del Cern ma anche per quelli che permettono da fare la risonanza magnetica negli ospedali, senza dimenticare che moltissime apparecchiature scientifiche lavorano immerse nell’elio liquido. Il nome di questo gas elio deriva dal greco helios sole è un elemento chimico avente simbolo He, peso atomico 4, numero atomico 2. È il più leggiero dei cosiddetti gas nobili o rari, che costituiscono il gruppo zero del sistema periodico di Mendeleev. Questo gas fu scoperto dal francese Pierre Janssen e dall’inglese Norman Lockyer, indipendentemente l’uno dall’altro, nel lontano 1868. Entrambi stavano studiando la luce solare durante un’eclissi e, analizzandone lo spettro, trovarono la linea di emissione di un elemento sconosciuto. Successivamente Edward Frankland confermò la scoperta di Janssen e propose che il nome dell’elemento ricordasse Helios il dio greco del sole, con l’aggiunta del suffisso –ium, in inglese, perché ci si aspettava che il nuovo elemento fosse un metallo. Venne isolato da Sir William Ramsay nel 1895 dalla cleveite e definitivamente classificato come non metallo. L’elio è la sorgente di energia che tiene acceso il Sole, e la maggior parte delle stelle, con la fusione dell’idrogeno in elio. È quindi normale che l’elio sia il secondo elemento più abbondante dell’Universo, dopo l’idrogeno primordiale, ed ogni secondo il Sole produce 596 milioni di tonnellate di elio. Il maggior produttore al mondo, come detto, sono gli Stati Uniti. Ce ne sarebbe in abbondanza in Russia, Qatar e Iran, ma è difficile da estrarre. La domanda crescente di elio, non solo in campo medico, ma anche scientifico e tecnologico, fa salire i prezzi. Nel 1960il governo americano costituì una riserva strategica di elio a fini militari. Erano i tempi della Guerra fredda. Per alcuni anni il governo acquistò grandi quantità di gas, che decise di custodire in caverne naturali in Texas. L’idea era di cedere gradualmente le scorte per ripagare il debito accumulato per acquistarle. Ma il prezzo di vendita stabilito non era remunerativo e nel 1996 si decise di terminare il programma, che aveva accumulato un debito di 1.3 miliardi di dollari. Le riserve furono privatizzate e si smise di alimentarle. Si stabilì che, una volta ripagato il debito, le vendite di elio cessassero. Il forte sviluppo della domanda fa prevedere che nel 2020 non dovrebbe più essere utilizzato per usi ludici e nel frattempo il prezzo continuerà a salire. Come già detto il potenziale maggiore è in Russia dove, nel 2030, si potrebbe arrivare a produrre elio per soddisfare tre quarti della domanda mondiale. Non sono stati né i palloni, né il Cern, né l’astronomia a fare schizzare il prezzo dell’elio che, dal 2000 a oggi, è quadruplicato. Sono piuttosto l’industria elettronica e quella militare, che hanno nell’elio un elemento insostituibile, a vedere con maggior preoccupazione la penuria di Elio e a chiedersi come sia possibile mitigarla. La prima cosa di fare è cercare di capire la causa, anche perché è una storia veramente peculiare. Prima di tutto bisogna dire che, nonostante venga prodotto in grande quantità dalle stelle, l’elio sulla terra è raro. Nell’aria ce n’è pochissimo perché è un gas leggero che si disperde nello spazio. Bisogna andarlo a cercare sottoterra, dove si forma per il decadimento di materiale radioattivo. Durante la trasformazione dell’uranio in piombo, viene prodotto elio che percola nella roccia fino a venire immagazzinato in sacche sotterranee, insieme al metano. Non tutti i giacimenti di gas naturale contengono la stessa frazione di elio. Quelli nel sottosuolo della città di Amarillo, in Texas, si sono dimostrati particolarmente interessanti ed è lì che il governo americano ha utilizzato una enorme caverna sotterranea per costruire un deposito federale di elio. All’inizio del ‘900 l’elio, più leggero dall’aria ma non infiammabile come l’idrogeno, era stato considerato un materiale strategico per i dirigibili, poi si è passati all’industria elettronica, alla criogenia e alle applicazioni militari, tanto in voga ai tempi della guerra fredda. Quella dell’elio rappresenta una storia emblematica del rapporto tra l’uomo e le risorse naturali. Non voglio dire che si dovrebbe vietare l’uso dell’ elio per i palloncini, io sono uno di quelli che li usa, ma come tutte le scelte, anche quella di gonfiare i palloncini, ha delle conseguenze e dovrebbe aiutarci a imparare, una volta per tutte, che viviamo in un mondo di risorse finite per le quali siamo stati in grado di trovare impieghi sempre diversi, e questo non è di per sé un fattore negativo. Ma sarebbe opportuno utilizzare la stessa intelligenza che ci ha portato a fare cose tanto importanti con l’elio per provare a pensare soluzioni nuove per farle anche senza elio.
Favria, 16.01.2016 Giorgio Cortese

Nella vita è la passione che mi guida, la voglia di mettermi sempre in gioco che mi aiuta a crederci sempre

Res Gestae favriesi. 17 gennaio 1972 Due Priori per un cavallo.
Dalla Gazzetta del Canavese del 21 gennaio del 1972 ho trovato questo breve trafiletto che parla della nostra Comunitàe anche dello condizioni meteo di quel lontano giorno: “Lunedì 17 gennaio, Sant’Antonio Abate ha avuto luogo la tradizionale benedizione degli animali. Ormai quasi completamente sostituiti dai trattori, sono pochi i cavalli che ancora circolano per le strade di Favria. La neve cadeva abbondante, li ha, inoltre tenuti a casa quasi tutti. Quando il Parroco Don Natale Moratto, è uscito sul sagrato, un solo cavallo attendeva la benedizione. Il rappresentante degli equini, era, per la cronaca quello del signor Pietro Anglesio…..il pranzo ha avuto luogo nella Trattoria degli Amici a Favria.”
Favria, 17.01.2016 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno la gentilezza delle paroole crea fiducia, la gentilezza dei pensieri crea profondità nell’animo, ma la gentilezza del donare disinteressatamente genera amore

Attenzione. Ho ricevuto mail dove per una situazione di carenza, la Banca del Sangue segnala la necessità di raccogliere sangue, richiedono almeno 20 unità di sangue, di gruppo 0 neg. Grazie se venite a donare mercoledì 13 gennaio a Favria ore 8-11,00. Grazie se fai girare il messaggio e fai venire a donare altre persone