Emoji o emoticon. – La materia oscura è dentro di noi? – Lo sciame di moscerini. – La cuginanza. – Hellas Verona. – Via Gallica. – Diecimila passi, perché?…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Emoji o emoticon. Queste due parole, emoji ed emoticon sono utilizzate comunemente con lo

stesso valore, ma in realtà le due parole hanno un significato diverso. Le emoji sono la “faccine digitali” che inviamo quotidianamente tramite le diverse chat, come Whatsapp, Messanger, e sono state inventate negli anni 90 in Giappone. Le emoticon, invece, sono le espressioni nate dalla combinazione di due segni di punteggiatura e servono per esprimere uno stato d’animo, queste forme d’espressione sarebbero nate da un’idea dell’informatico statunitense Scott Fahlman e ogni anno il 17 luglio ne viene celebrata la giornata mondiale. Gli emoji sono diventati un linguaggio naturale grazie al loro successo nelle app di messaggistica istantanea come WhatsApp, che proprio da pochi giorni ha reso disponibile sulla chat la possibilità di inserire tutta la gamma degli emoji sulla tastiera per la funzione Reactions, permette di rispondere ad un messaggio con un semplice emoji, appunto. E, specchio dei tempi, sono finiti per diventare un modo per sensibilizzare su temi importanti o per esprimere inclusione e diversità. Ad esempio, in piena pandemia per il Covid-19 sono stati lanciati il simbolo della vaccinazione e la faccina con la mascherina.
Favria, 18.07.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Se siamo capaci di sopportare le parole di un adulatore importuno forse allora siamo incamminati sulla via del la saggezza, che diverrà virtù quando ignoreremo la stessa persona impegnata a gettare fango su di noi. Felice martedì.

La materia oscura è dentro di noi?

Sabato 1 luglio è partita la sonda Euclid che dovrà scandagliare un terzo del cielo, descrivere un miliardo di galassie, risalire indietro nel tempo di 10 miliardi di anni e investigare la natura del 95% della composizione del cosmo. La sonda si chiama Euclid non a caso,  nasce da lontano la conoscenza della geometria che, grazie al matematico e filosofo greco Euclide, ha rivoluzionato la misura dello spazio, anche con le leggi che portano il suo nome. Gli studiosi scrivono che la  materia oscura costituisce circa il 26,8% dell’Universo, non emette alcun tipo di radiazione, non interagisce, non assorbe luce e si può rilevare solo dall’attrazione gravitazionale che impiega sulle galassie. Non c’è un’ipotesi comune sulla sua composizione: potrebbe essere costituita anche da  ipotetiche particelle comparse nei primi istanti dopo il Big Bang e che interagiscono solo debolmente con la materia visibile, mah le ipotesi sono tante. Quello che mi porta a pensare se la materia oscura è così diffusa nell’universo, allora è anche diffusa nella nostra casa comune la Terra, nella nostra società e nelle nostre teste? Sui giornali leggo delle rivolte nelle periferie delle grandi città francesi, raduni non autorizzati delle famiglie arcobaleno in Italia che occupano imponentemente  terreni infischiatosi  delle ordinanze e della salubrità ed il pericolo di incendi. Questa materia oscura si avverte nella violenza verso le donne, nel livore delle persone sempre più piene di rabbia, dal pensiero dominante “maiunagioia”. Mi direte che sono problemi antichi e non di oggi, ma se penso a quanto scritto in premessa non dovremmo sorprenderci: se il Big Bang ha creato l’Universo e tutto ciò in esso contenuto, se c’è materia oscura nel cosmo, perché non dovrebbe essercene anche nel nostro organismo? Noi siamo parte dell’universo.

Favria 19.07.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita è  facile governare una barca quando il mare è sereno. È nella tempesta che devi dimostrare di sapere manovrare il timone e mantenere la rotta. Felice mercoledì.

Lo sciame di moscerini.

Eccoli arrivano verso sera, era già numerosi nel giardino alcune ore prima, ma adesso verso sera nella sua luce profonda che si disperde nel tramonto, sotto gli alberi del parco, nelle loro fronde arieggiate da deboli refoli di vento che timidamente soffiano nella calura opprimente. Eccoli i moscerini, si agitano confusamente, disegnano nell’aria figure vibranti in miniatura, frullano luminosi intorno. Tratteggiano pentagoni e poi cerchi incompiuti, si incrociano e si urtano, si alzano in volo. Si lanciano a spirale oltre l’orizzonte e là seguitano la danza di punti scuri, alati d’ombre poco più chiare. Talvolta si inseguono a vicenda, si urtano, con appena una battuta di sospensione, si accordano nuovamente e sembrano come prigionieri di un cilindro. Trovo strano che uno si perda uscendone e, se capita, non si perde del tutto, ma con lo stesso ritmo continua a oscillare a lato. Assomiglia così, in sé concluso senza confini prestabiliti, a una strana lingua con le sue regole, forse scrivono verso il tramonto una effimera poesia sull’Estate quando le  cose migliori succedono velocemente, mentre lo stupore ci agguanta alle spalle e il  caldissimo sole  sorride in cielo.

Favria, 20.07.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Dove c’è speranza, c’è sempre un cuore pronto a ricominciare, vivere, credere che tutto può migliorare. Felice giovedì.

Buona giornata. Hai mai pensato di donare il sangue? Ecco alcuni validi motivi per iniziare. Non richiede fatica, è indolore ed è anche un’ottima opportunità per monitorare la tua salute. Inoltre, al termine potrai goderti una colazione gratuita. Ma soprattutto, contribuirai ad aiutare le 1.800 persone che quotidianamente necessitano di una trasfusione. Ti aspettiamo a FAVRIA VENERDI’ 4 AGOSTO  2023, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te.  E’ necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

La cuginanza.

I cugini possono essere per sangue o acquisti per matrimonio con molti di loro non abbiamo bisogno di parole, ci si capisce al primo sguardo e, a volte, anche al primo pensiero. Questa è la magia che mi lega alla cuginanza, rapporti di parentela tra cugini, dove la parola cugino deriva dall’antico francese cosin, che risale a una pronuncia vezzeggiativa del latino consobrinus, cugino. Nella vita i cugini sono delle figure vicine e lontane al tempo stesso. I cugini sono al limite tra l’intimità e l’estraneità. I cugini sono amici che vengono dallo stesso albero famigliare un pizzico d’infanzia che non potrà mai perdersi. Può essere qualcuno che ci ascolta, che ci è complice, che ci consiglia e che condivide le nostre gioie, e anche i nostri dolori. I cugini possiamo amarli come fratelli o sorelle oppure sentirli distanti come degli estranei. Ricordiamoci sempre che nella vita quotidianagli amici vanno e vengono, i cugini restano per sempre.

Favria, 21.07.2023 Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita ci sono lotterie che non vorremmo vincere mai. Felice venerdì

Hellas Verona.

La squadra di calcio Hellas Verona nasce nell’ottobre del 1903, quando alcuni studenti del liceo classico Scipione Maffei di Verona, il più antico d’Italia ancora in attività, fondarono un club di calcio che chiamarono  Associazione Calcio Hellas. L’idea di fondare una società calcistica venne proposta dal professor Decio Corubolo, insegnante di greco: per questo motivo si decise di utilizzare il termine “Hellas”, per ricordare l’antica Ellade, ovvero l’odierna Grecia. primo presidente venne eletto il conte Fratta Pasini, con un fondo pari a 32 lire. In questo periodo il calcio si giocava a livello professionale solo in Piemonte, Lombardia e Liguria, non a caso le prime società a vincere il titolo di campione d’Italia furono Genoa, Milan e Juventus,  dove era più nutrita la presenza di cittadini britannici. Nei primi anni di vita, l’attività del club fu episodica e frammentaria, perlopiù tesa a contendere a Bentegodi Verona,  Enotria e altre società minori il primato cittadino, mentre a partire dalla stagione sportiva 1906 l’Hellas iniziò a confrontarsi con altre squadre della regione Veneto, dando origine a una rivalità col Vicenza tuttora molto sentita.  Nel 1911 la squadra iniziò a partecipare al campionato regionale, che fino al 1921 era la fase di qualificazione per le finali nazionali. Ottenne diversi secondi posti nel girone veneto-emiliano, ma non giunse mai alla finalissima contro i vincitori del girone nazionale. Nel 1919, dopo la Prina Guerra Mondiale, l’Hellas assunse la denominazione di Football Club Hellas Verona accogliendo, per fusione, la società minore denominata Verona. Dal 1921 al 1929 il Campionato di Prima Divisione si componeva delle migliori squadre dei vari gruppi regionali, fra cui anche la formazione veronese che riuscì più volte ad arrivare al girone finale, senza però ottenere grandi risultati; in questi anni particolarmente sentita fu la rivalità cittadina tra il Verona e la Bentegodi. Il Bentegodi in onore di Marcantonio Bentegodi è una Istituzione Comunale, che nell’estate del 1928 per colere del regime fascista  venne incorporato nel Verona, la sezione calcio fu riaperta per breve tempo nel secondo dopoguerra ed oggi è una polisportiva gestita dal Comune. I colori sociali del Verona, il giallo e il blu, richiamano quelli dello stemma della città veneta, che sono in realtà l’oro e l’azzurro. I soprannomi della squadra sono “i Mastini” e “gli Scaligeri”, in riferimento alla famiglia  Della Scala che governò Verona tra il XIII e il XIV secolo; lo stemma araldico degli Scaligeri è richiamato sulla tenuta di gioco e sul marchio societario come un’immagine stilizzata di due possenti mastini rivolti in direzioni opposte.Il Verona nella stagione 1984-1985 ha celebrato  celebra lo storico scudetto in uno stadio Bentegodi in festa.

Favria, 22.07.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Sempre e mai, sono due  parole che in bocca a certe persone suonano come una moneta da tre euro. Felice  sabato

Via Gallica.

Da Grado a Torino, passando per Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo e Milano: questo il tracciato seguito dall’antica via Gallica. Lunga circa 290 miglia romane, tagliava in due la Gallia Cisalpina, lambendo il lago di Garda e attraversando l’intera Pianura Padana. Lungo il tragitto intersecava altre importanti arterie quali la Postumia, la Claudia Augusta, l’Annia, la Popilia e le strade che collegavano tra loro le città maggiori, concorrendo alla fitta rete viaria che si diramava capillarmente sull’intero territorio peninsulare. La via Gallica fu realizzata a partire dal 40 d.C., regnante l’imperatore Claudio, e collegava anche una serie di centri oggi “minori” ma che in età romana rivestivano grande importanza in quanto scali commerciali, porti e stazioni di raduno delle truppe. Alcuni di essi conservano importanti testimonianze archeologiche, ad esempio, di Ad Quartum, odierna Quarto d’Altino, insediamento sorto in età preistorica e poi sviluppatosi tra l’età del ferro (I millennio a.C.) e l’età romana (II secolo a.C. – III secolo d.C.), quando raggiunse il suo massimo splendore (nella foto). La decadenza iniziò dopo il saccheggio da parte degli Unni di Attila (452): da allora Altino, pur continuando ad esistere, andò spopolandosi anche a causa delle mutate condizioni climatiche e ambientali seguite alla drammatica alluvione del 589. I suoi fasti si possono rivivere visitando il Museo e l’Area archeologica di Altino. Dell’antica via Gallica, oggi in parte ricalcata dal tracciato della strada statale 11 Padana Superiore, restano anche le rovine di alcuni ponti romani quali quello di Palazzolo sull’Oglio, l’antica Palatium,  e il Ponte San Giacomo di Brescia. La sua più antica descrizione si trova nell’Itinerarium Burdigalense, redatto da un anonimo viaggiatore proveniente da Bordeaux che vi transitò nel 333-334 in occasione del suo pellegrinaggio a Gerusalemme.

Favria, 23.07.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Certi giorni viviamo in un mare di contraddizioni e  purtroppo non sappiamo nuotare. Felice domenica.

Diecimila passi, perché?

Nei ormai lontani anni sessanta del secolo scorso nacque il mito che diecimila passi, non 9.999 oppure 10,001 fossero essenziali per la salute fisica. Perché proprio 10.000 passi? All’indomani dei Giochi olimpici di Tokyo un signore, poi diventato un imprenditore, inventò il primo contapassi: lui si chiamava Yoshiro Hatano e l’aggeggio fu battezzato manpo-kei,  letteralmente “contatore dei 10.000 passi, meglio 10 mila  passo  misura. Purtroppo era una bufala che ogni tanto circola sui social, per alcuni l’obbiettivo non è sostenibile, ad esempio gli anziani o  coloro che convivono con malattie croniche e al contrario è una soglia  troppo bassa per i giovani o per chi è in perenne rischio obesità. Camminare ogni giorno è importante e molto probabilmente di passi ne facciamo molti di più. Quindi mettiamoci le scarpe da ginnastica, usciamo a camminare godendo la natura senza guardare il numero di passi fatti.

Favria,  24.07.2023

Buona giornata. L’illusione vorrebbe abbracciare la speranza, ma la speranza non ci sta… poiché… gli obbiettivi che ha non sono mai fasulli. Felice lunedì.