ghiacciaio Ciardoney: Estate 2016 LUNGA E CALDA, NUOVO FORTE REGRESSO

Martedì 13 settembre 2016 il team della Società Meteorologica Italiana ha coordinato la campagna di misure di fine estate sul Ghiacciaio Ciardoney, comprendente la valutazione del bilancio di massa e i rilievi delle variazioni frontali.
Una missione che ha segnato i trent’anni dall’inizio del monitoraggio continuativo di questo remoto ghiacciaio del versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso, avviato nel settembre 1986 da Luca Mercalli e Fulvio Fornengo. Un traguardo di grande soddisfazione e rilievo scientifico, reso possibile in primo luogo dalla collaborazione con IREN Energia (ai tempi AEM Torino), che ha sempre creduto in questa attività e facilitato la logistica delle misure mettendo a disposizione i propri mezzi, dall’elicottero al piano inclinato Telessio-Valsoera.
Martedì 13 settembre 2016, ore 8.30, Colle Ciardoney: si approfitta di una breve “finestra” di schiarite, dopo i diffusi strati nuvolosi del giorno precedente, e prima dei nuovi addensamenti attesi da fine mattinata e della perturbazione atlantica di giovedì 15. D’altra parte l’estate è al culmine dei suoi effetti (negativi) sul ghiacciaio, e non si può attendere oltre, rischiando che un’eventuale nevicata nasconda alla vista i danni dell’ennesima stagione troppo calda
e sfavorevole per il glacialismo alpino.
Nonostante il buon recupero primaverile dell’accumulo nevoso dopo la siccità di inizio inverno (1290 mm di acqua equivalente, al  sopralluogo del 10 giugno 2016), e un lieve ritardo nell’avvio della fusione estiva in maggio-giugno, il caldo moderatamente sopra media di luglio e agosto 2016 e quello eccezionale e tardivo della prima metà di settembre (4-5 °C in eccesso sulle Alpi occidentali) ha spogliato tutto il ghiacciaio dalla neve stagionale e indotto l’ennesimo bilancio di massa pesantemente negativo, pari a -1,8 m di acqua equivalente e pressoché identico a quello del 2015.
All’ulteriore smagrimento del ghiacciaio è corrisposto anche un netto ritiro della fronte, in media di 17,8 m ai due segnali di misura (-26,5 m nel settore sinistro e -9 m in quello destro).
Su tutto il ghiacciaio, e anche in prossimità del Colle Ciardoney, tutta la neve dell’inverno 2015-16 è stata consumata dal caldo estivo, ma qui – sul punto più elevato – sono rimasti modesti lembi di nevato vecchio, ormai quasi trasformato in ghiaccio, risalenti al  2013 e al  2014, fusi solo in parte nell’estate  2015. Solamente in questo limitatissimo settore sommitale attorno a quota 3100 m, dove il vento genera importanti accumuli di neve, la perdita netta di ghiaccio si è interrotta negli ultimi quattro anni (con un timido guadagno di 5 cm), ma il resto del ghiacciaio è in forte disequilibrio e riduzione.

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sul sito SMI/Redazione Nimbus

Daniele Cat Berro, Luca Mercalli – SMI/Redazione Nimbus
14 settembre 2016