La Sandretto dichiarata fallita Ma i lavoratori sperano ancora di Ornella De Paoli

La parabola discendente della Sandretto, precipitata due anni fa, dopo una crisi cominciata molto prima, purtroppo non si è fermata: ieri, giovedì 9 marzo, il Tribunale di Ivrea ha dichiarato il fallimento della fabbrica di Pont Canavese, non ritenendo possibile la procedura di concordato preventivo richiesta dalla società. Curatore fallimentare è stato nominato Leonardo Marta, lo stesso che dal novembre dello scorso anno, aveva l’incarico di commissario dell’azienda pontese. La sentenza era attesa da mesi dai 124 ex dipendenti, per i quali era stato messo in moto un percorso di mobilità. Solo una decina di dipendenti erano riusciti a trovare un nuovo lavoro. Ed erano stati proprio i lavoratori, per recuperare i loro crediti, a presentare istanza di fallimento dopo la messa in liquidazione dell’azienda a luglio, preludio del licenziamento, poi avvenuto a fine ottobre. La proprietà , dal canto suo, aveva presentato domanda di concordato preventivo, sul quale il Tribunale si è espresso ieri, dopo una verifica durata mesi.
Con il fallimento potrebbe aprirsi un nuovo capitolo nella storia infinita della Sandretto SpA, società di Pont Canavese, ma facente capo al gruppo Photonike con sede in Belgio, creata nel 2014 in seguito all’ennesimo passaggio di proprietà della storica azienda pontese, produttrice di presse, passata nel 2013 al gruppo belga, che, a sua volta, l’aveva acquisita dal gruppo brasiliano Romi. I lavoratori, che lo scorso anno, per oltre quattro mesi, hanno mantenuto un presidio davanti allo stabilimento per impedire ogni tentativo di smantellamento degli impianti produttivi e per difendere il lavoro e la fabbrica, sperano ancora di veder riaprire quel cancello. Un sogno, o un miracolo, che potrebbe concretizzarsi,secondo Fabrizio Bellino, segretario generale Fiom per il Canavese e Settimo Torinese, che ha seguito la vicenda fin dalle fasi iniziali.
«Il nostro obiettivo è ridare delle opportunità ai lavoratori e ad un territorio duramente provato dalla crisi.» Sottolinea Bellino. «Occorre cercare una soluzione industriale, trovare degli imprenditori disposti a riavviare l’attività, magari con una nuova impostazione. Il settore ricambi e le presse della nuova ’serie dieci’ potrebbero essere interessanti in tal senso, così come le agevolazioni previste in casi simili. In questa prospettiva, la Regione Piemonte, detentrice e garante del marchio Sandretto, ha un ruolo importante da giocare. Per questo, chiederemo un incontro a breve con
l’assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero». Intanto, giovedì prossimo, i lavoratori si riuniranno ancora in assemblea davanti allo stabilimento pontese: potrebbe essere l’ultima volta e la tenda del presidio, rimasta finora vuota, potrebbe, essere smontata.
tratto da La Sentinella del Canavese di Ornella Depaoli