La violenza sulle donne l’ultimo rifugio degli incapaci – Referendum!-Con che grazia le foglie d’autunno! – La ragione l’istinto e la libertà – Ciapinabò! – Dicembre – Quello che unisce! – Toma – Mettiamoci il cuore alla ricerca Telethon!… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

La violenza sulle donne l’ultimo rifugio degli incapaci
La violenza alle donne vuole dire distruggere l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Ritengo che la violenza sulle donne è la violazione dei dirtitti di tutti gli esseri umani. La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone e come maschio provo raccapriccio per tutte le violenze consumate, per tutte le umiliazioni che subiscono, per lo sfruttamento dell’intelletto e del copro delle donne e per l’ignoranza dei maschi che compiono queste azioni. Ritengo che i diritti delle donne siano una responsabilità di tutto il genere umano. Personalmente non sto zitto se vengo a conoscenza se degli esseri umani sono costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Stare zitto e neutrale aiuta la bestie che esercitano la violenza e tutti dobbiamo lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne, perché è un dovere morale se no siamo simili a chi esercita la violenza per nascondere dietro la loro arroganza la personale insicurezza ed inferiorità, l’ultimo rifugio degli incapaci.
Favria, 25.11.2016 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno c’è sempre una strada migliore, il quotidiano scopo è trovarla, perché dietro ogni impresa di successo ci sono delle persone che hanno preso una decisione coraggiosa.

Referendum!
Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. Ritengo che questo istituto rappresenta al meglio la tecnica decisionale di democrazia diretta, nella quale tutti i cittadini prendono parte alla decisione politica. Il lemma deriva dal verbo latino refero, riporto, riferisco dalla locuzione ad referendum, convocazione per riferire. Il referendum costituzionale di domenica 4 dicembre 2016 ci chiamare a votare per scegliere se dire Sì o No alla Riforma Costituzionale Boschi-Renzi. Ma allora come votare? Lo scontro tra il Si ed il No è trasversale e coinvolge tutti gli schieramenti politici e ideologici. Ovviamente il leader naturale del partito del Sì è Matteo Renzi, ma a predicare le ragioni della riforma costituzionale c’è anche l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha spiegato che “le due debolezze fatali della storia repubblicana sono stati la minorità dell’esecutivo e il bicameralismo perfetto”. Contemporaneamente si sono delineati anche i comitato del No, presieduti da costituzionalisti ed esponenti delle opposizioni, i quali hanno definito la riforma costituzionale votata dalla maggioranza “l’anticamera di uno stravolgimento totale dei principi della nostra Costituzione e di una sorta di nuovo autoritarismo”. Molti dubbi sono stati sollevati anche in merito al nuovo rapporto tra Stato e Regioni disegnato dalla nuova legge, che, secondo i costituzionalisti del No, non risolverebbe le criticità scaturite dalla riforma del 2001. Secondo il No si tratta di una riforma non legittima perché prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale, Porcellum, dichiarata incostituzionale, ma allora perché non si sono dimessi in massa per richiede subito nuove elezioni e perdere i benefici della loro permanenza in parlamento? Gli amministratori locali chiamati a comporre il nuovo Senato godrebbero anche loro dell’immunità parlamentare ma se mettono le mani nella marmellata nulla vieta che i galantuomini li presenti gli tolgano l’immunità! il Senato rappresenterà prevalentemente le istanze e i bisogni di comuni e regioni e finalmente gli interessi della periferia verranno portati in dibatto al Governo centrale. Dicono che cosi si risparmia solo il 20% dei costi della politica ma scusate se è poco! Dicono che l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150mila firme, attualmente ne servono 50mila, per i disegni di legge di iniziativa popolare, ma abbiamo paura che la gente, il popolo non firmi per una azione di iniziativa popolare giusta? Ci pensano tutti pecoroni come loro! Certo la riforma costituzionale-Italicum accentra il potere nella mani del governo, di un solo partito e di un solo leader, ma se vogliamo un Paese moderno governabile fuori dalle camarille faziose un governo deve governare per tutto il mandata, come il Sindaco di un Comune, poi al successivo mandato saremo noi elettori cittadini a mandarli a casa. Io voterò sicuramente Si, certo non è la riforma che avrei voluto ma almeno ci aiuta a fare un passo fuori dalla palude dei veti incrociati e dove ci sono ragnatele di potere che non vogliono mai nessuna ridorma per non perdere i loro personali benefici. Al di la di un No con un Si sulla scheda cambiamo finalmente l’Italia e voltiamo pagina
Favria, 27.11.2016 Giorgio Cortese

L’onestà credo che dovrebbe essere un dovere per tutti, non un optional da sbandierare solo per fini elettorali.

Con che grazia le foglie d’autunno!
L’autunno è sempre stata la mia stagione preferita. Il tempo in cui tutto esplode con la sua ultima bellezza, come se la natura si fosse risparmiata tutto l’anno per il gran finale. Nel parco i viali ricolmi di foglie mi ricordano che l’autunno sta marciando verso di me, in questo periodo dell’animo assisto stupito ogni anno alla maturazione del colore con le foglie che indossano una dimora d’oro lucente con il malinconico sole autunnale. Verso fine novembre nel parco e nella campagna nel mio passeggiare domenicale noto che il fogliame ha perso la sua estiva freschezza e le foglie ingiallite che cadono sono simili agli umani primi capelli bianchi, quando si è visto già troppe stagioni, prima del gelido inverno. Rimango sempre affascinato dal vedere cadere le foglie e ritengo che nulla sia delicato come una foglia che cade dall’albero che nel suo breve viaggio dal ramo alla terra mi pare che voglia ancora darmi un ultimo attimo di magnifica bellezza con la sua leggera grazia nel discendere a terra. Nel calpestare le foglie, il loro sommesso rumore è assordante nel silenzio del mio animo perché con la sua caduta al suolo preannunciano il ruzzolare di un ennesimo anno. Ma l’autunno è anche una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore per la varia tonalità dei suoi colori, non sono un musicista ma questa colorata stagione è simile ad un andante grazioso e malinconico che prepara mirabilmente il solenne adagio dell’inverno alle porte. Avviandomi verso casa, raccolgo questi pochi pensieri nutro la speranza che anche la mia mente possa lasciare la cadere per terra le idee vecchie e ormai morte come fanno gli alberi con le foglie ormai secche, perchè molte volte mi sento simile ad un bruco sulla foglia che non vede la grandezza dell’albero che la sorregge.
Favria 28.11.2016 Giorgio Cortese

Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo custode come protettore e pastore, per condurlo alla vita. Basilio Magno.

Certe persone ritengono che l’educazione sia costosa, ma non sanno quanto gli costerà la loro ignoranza

La ragione l’istinto e la libertà
Un tempo lontano, la ragione, tenne lungamente prigioniero, il destino. Arrivò allora, il coraggioso istinto, combattè senza paura, e vinse sulla ragione. Fu così che il destino, trovò la tanto sospirata libertà.
Favria, 29.11.2016 Giorgio Cortese

Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e, se non le trovano, le creano

Ciapinabò!
Il Topinambur, comunemente conosciuto in Piemonte con il nome di Ciapinabò, anche con le forme topinabò, tapinabò ,è un tubero ricavato da una pianta erbacea originaria del Nord America, introdotto in Europa nel cinquecento. La polpa è carnosa e bianca, di sapore delicato, vagamente simile al carciofo, di cui è un buon sostituto in quanto più economico e pratico. E’ anche conosciuto anche come carciofo di Gerusalemme o di Giudea, tartufo bastardo o di canna, pera di terra, patata del Canada, patata americana o rapa tedesca. Questa pianta erbacea americana, è originaria della regione est del Nord America, già coltivato nel 1.400 d.C. l’etimologia del nome, secondo alcuni deriva da una tribù indiana del Canadà detta dei Tubinambàs, oggi pressocchè estinte. La pianta è piuttosto simile al girasole, in latino helianthus dalla fusione di helios, sole ed anthos, fiore, fiore del sole,. La caratteristica della pianta è il suo eliotropismo, fenomeno per cui una pianta o un organo vegetale tende a orientarsi in direzione del sole. Ma quello che ci interessa sono i tuberi commestibili. I valori nutrizionali del topinambur sono simili a quelli del carciofo, infatti ha poche calorie e contiene una buona quantità di fibre solubili, come l’inulina, che aiutano ad abbassare la glicemia, asparagina, colina e molti minerali come fosforo, ferro, magnesio, potassio, selenio e zinco. inoltre favorisce la secrezione lattea durante l’allattamento e combatte la ritenzione di liquidi. I topinambur si possono mangiare crudi a fettine sottili o cotti, dopo averli pelati. Ridotti a cubetti di un cm di lato, necessitano di 10 minuti di cottura se bolliti, 15- 20 minuti se stufati. Si possono utilizzare in tutte le ricette, alla pari del carciofo, molto poco calorico, e nella cucina piemontese si trova sempre con la bagna cauda e la fonduta.
Favria, 30.11.2016 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione. Quello di cui mi pento alla fine di ogni giornata, non sono le azioni e le parole delle persone malvage ma del mio spaventoso silenzio di fronte a queste azioni e parole.

Dicembre
Dicembre è il mese delle lunghe feste ma anche il mese della malinconia. Il mese dei ricordi struggenti dei nostri cari con cui festeggiavamo il Santo Natale che ora non ci sono più! In questo mese con il solstizio d’Inverno si giunge al giorno più corto dell’anno e subito dal giorno dopo iniziano con il passono della formica da aumentare le ore di luce. In questo mese inizia il vero freddo ma , purtroppo ci sono persone che hanno ancora più freddo perché non hano nulla e aumentano sempre di più in questa lunga crisi. Con dicembre ci avviamo alla fine dell’anno, e tutti abbiamo nel cuore il pensiero che il prossimo anno sia migliore e il mio augurio che doni a tutti pace e serenità
Favria, 1.12.2016

La cifra importante nella vita è l’incontro, non la polemica

Quello che unisce!
In una Comunità bisogna sempre trovare i valori che uniscono che sono molto di più dagli umani dissapori che allontanano. Il recente terremoto ha fatto nascere nella Comunità di Favria con la volontà di dare un aiuto concreto a chi ha perso in pochi attimi i sacrifici di una vita. Certo quello che potranno fare con le Associazioni di Favria non servirà a colmare le risorse che necessitano per la ricostruzione, ma ha generato una sincera e proficua collaborazione tra i volontari che sono il fermento vivo della Comunità, sono le arterie pulsanti. Ho notato una collaborazione che non c’era con associazioni avente un diverso scopo nell’ambito Favriese. Ritengo che al di la del risultato anche economico di quanto si riuscirà a ricavare domenica 4 dicembre, quello che è importante è l’Unità di intenti delle varie associazioni Favriesi, che si sono trovati e parlati. Sarebbe bello che dopo questa esperienza non lasciare cadere questa volontà di dialogare e di scambiarsi reciproco aiuto anche nel propagandare, ognuna secondo i propri mezzi e disponibilità di tempo gli eventi delle altre Associazioni, anche rimettendo in piedi un giornalino locale come fù il Favriese solo per dare una pubblicità dei vari eventi che avvengo nel paese. Insomma fare in modo che lo spirito che si è instaurato adesso, rimanga con dei periodici incontri, perché collaborare con tutti in una Comunità da migliori risultati che viaggiare ognuno per conto suo, in gruppo si raggiungono alti risultati da soli si arranca. Siamo tutti volontari che siamo spinti dal fare del bene per qualche scopo, donando il sangue, con prozione turistica, sportiva, anziani, culturali o mantendo viva le cappelle delle varie borgate, e chiedo scusa se ho omesso altri scopi ma siamo davvero tanti e ne sono come donatore di sangue strafelice di poter collaborare. Grazie di cuore alla Coldiretti, Associazxioni Buoni Amici, Consulta Commercio, Pro LocoVolontari Biblioteca Pistonatto, Comitato San Grato, FIDAS Favria Società Filarmonica Favriese, Tennis Club Favria, Favria Giovane, Consulra Commercio, Consulta delle Donne, ANA Gruppo Alpini FavriaTechni, Caritas Parrocchiale, Comitato SS. Annunziata, Centro Incontri Pensionati, Il Menestrello. Grazie ancora per la collaborazione, grazie al Comune e alla Pro Loco che ha avuto questa bella idea dando la possibilità a tutte le Associazioni di lavorare insieme verso una visione comune, solo collaborando con sana e sincera poassione come Comunità possiamo ottenere i migliori risultati perché nessuno di noi è tanto in gamba quanto noi tutti messi insieme. Che aspettate a veniere a Favria dal domeniva 27 novembre a domenica 4 dicembre una settimana di eventi Pro Terremotati, le associazioni di Favria uniti con passione per aiutare i terremotati
Favria, 2.12.2016

Nella vita di ogni giorno se l’istinto detta il dovere è l’intelligenza che fornisce i pretesti per eluderlo ma il mio dovere è quello di essere utile, non secondo i miei desideri, ma secondo le mie piccole forze

Toma
L’etimologia della parola toma è incerta e nessuno fino ad oggi è riuscito a darne una spiegazione plausibile o convincente. Come al solito le etimologie proposte partono dal latino e, più a monte, dal greco. Pare che la parola derivi dal greco tomé, taglio, témnein, tagliare. Altra possibile derivazione sarebbe dal greco ptóma, caduta, e poi dal latino tumor, rigonfiamento. La più convincente sarebbe quella che la fa derivare da una parola preromana, tuma. Insomma, conosco da dove viene il nome diffusissimo di uno dei più buoni formaggi e super-piemontese per di più.
Favria, 3.12.2016 Giorgio Cortese

Nella vita la saggezza è saper gioire, la bontà è far gioire

Mettiamoci il cuore alla ricerca Telethon!
Conoscevo Telethon da tanti anni, per via della famosa maratona televisiva, ma in modo superficiale. Un po’ di tempo fa, sono stato ad una riunione di donatori di sangue ADSP FIDAS e li ho conosciuto un paio di volontari Telethon, dopo aver appreso da loro che spesso la ricerca genetica sulle malattie rare è trascurata dai grandi investimenti pubblici e industriali, e chi è affetto da queste patologie è orfano dei ricerca e farmaci perché le malattie genetiche rare prese singolarmente non sono statisticamente rilevanti, na la vita è sempre importante, e allora come volontario il 4 dicembre a Favria, in piazza Martiri, cicino al Castello, ci metto il cuore, mettendo in offerta il dolce cuore di cioccolato Caffarel, al latte o extra fondente, per sostenere la ricerca sulle malattie genetiche. Ma lo sapete che Telethon nasce nel lontano 1966 negli Stati Uniti, dove il comico e filantropo americano Jerry Lewis inventa una non stop televisiva per raccogliere fondi a favore della distrofia muscolare. Una formula di successo che viene adottata, a partire dal 1987, anche in Europa dall’Associazione francese contro le Miopatie (Afm). Nel 1990, grazie all’incontro tra Susanna Agnelli e l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm), Telethon sbarca in Italia con la prima maratona televisiva. Da allora Telethon lavora ogni giorno per dare risposte concrete a tutte le persone che lottano contro le malattie genetiche, così rare da essere spesso dimenticate dai grandi investimenti pubblici o privati in ricerca. Con i soldi che si raccolgono si finanziano i migliori ricercatori ed istituti di ricerca, perché Telethon crede nel merito e nell’eccellenza. Ricordo che uno dei valori di riferimento della Fondazione è la trasparenza, che personalmente apprezzo moltissimo. Ogni movimento è tracciabile e il bilancio della Fondazione è certificato e disponibile online, al giudizio di chiunque voglia consultarlo. E allora che aspettate venite a Favria domenica 4 dicembre in piazza Martiri dalle ore 10 alle ore 17,00 ricordandovi che quello che esce dalla tasca, per queste azioni che valgono riempiono il Vostro cuore e solo con la passione si solleva il Mondo e si possono raggiungere sempre nuovi risultati importanti per la cura delle malattie genetiche. Grazie
Favria, 4.12.2016 Giorgio Cortese

Nella vita gli appassionati sollevano il mondo perché sopravvivo di ciò che si ricev, ma si vivo di ciò che riesco a donare