Lupi, no all’abbattimento «Sì a strategie alternative» di Ornella De Paoli

RONCO. Si torna di nuovo a parlare di lupi. Se ne parla nelle valli, poiché sono state nuovamente segnalate tracce della loro presenza, ma anche in consiglio regionale.

tratto dalla Sentinella del Canavese
I lupi, infatti, martedì erano all’ordine del giorno a Palazzo Lascaris ed hanno provocato un animato scambio di vedute tra chi li vuole difendere ad oltranza e chi, invece, vuole limitarne la proliferazione. Il dibattito ha fatto seguito alla presentazione di due ordini del giorno, uno del Pd (approvato) che sostiene l’appello fatto dal Wwf al Ministero dell’ambiente e alle Regioni affinché non vengano concesse deroghe al divieto di abbattimento e in alternativa siano incentivate misure di protezione alle attività agro-silvo pastorali, l’altro di Forza Italia (bocciato dall’aula)che, invece, ritiene necessario il contenimento della popolazione di lupi come prevede la direttiva ministeriale.
In effetti, il piano di conservazione e gestione del lupo del Ministero dell’ambiente prevede una deroga che consente l’uccisione, ogni anno, del 5 per cento degli esemplari presenti nella penisola. «Chi vive in città non è consapevole dei problemi e difende posizioni che non fanno i conti con la realtà – afferma il consigliere Gianluca Vignale, firmatario dell’ordine del giorno di Fi respinto dalla maggioranza – . Per consentire a chi vive la montagna e va in alpeggio di continuare l’attività è inevitabile un’azione di contenimento. Del resto, non esistono predatori del lupo, per evitare il sovrannumero deve intervenire l’uomo. Ha vinto chi considera la montagna un Luna park». Secondo i firmatari dell’altro ordine del giorno, invece, bisogna aiutare i pastori ad evolversi verso forme alternative all’abbattimento ed incentivare strategie di prevenzione prendendo esempio dal Nord Europa “dove si va a scuola piuttosto che a sparare”».
Posizioni molto diverse, dunque, che riflettono le polemiche su questo tema scoppiate anche nelle Valli Orco e Soana negli ultimi anni, da quando, cioè, questi predatori sono arrivati negli alpeggi, facendo stragi di greggi e nei pressi dei paesi, spaventando la popolazione. Lamentele a tal proposito molto probabilmente si risentiranno a breve, quando ritorneranno sugli alti pascoli i pastori e i margari con i loro animali. «I lupi ci sono – dicono in Valle Soana, dove la presenza
di un branco di almeno cinque elementi è accertata dal Parco nazionale del Gran Paradiso – , non è facile vederli, ma lasciano tracce. In giro ci sono carcasse di caprioli azzannati e quest’inverno non abbiamo più visto i camosci scendere a valle come in passato».
Ornella De Paoli