Piccola riflessione – Rilassarmi – Irto di peli! – Solo venti euro – Non ho tempo! – Tartrà – Appello estivo “Servono più donatori di sangue”…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Piccola riflessione
Piccola riflessione senza alcuna pretesa sui recenti episodi di violenza sulle donne che sono spesso presentati con la parola femminicidio Mentre elaboravo i pensieri pensavo a questi ennesimi casi di femminicidio. Si il femminicidio sta uccidendo sempre più donne sul territorio italiano per non parlare nel mondo. Molti dei delitti che mi circondano sembrano il frutto sinistro del decomporsi della gioia, del venire meno dei rapporti e delle relazioni, siano esse amorose, commerciali, e anche politiche. Una violenza cieca e senza premeditazione che, in questa sua semplicità, appare ancor più immotivata e incomprensibile. Quello che sento dai media è il cercare sempre di dare spiegazioni ad un fenomeno che mi fa vergognare come maschio per l’incapacità di questi maschi di costruire una relazione sana con la compagna, accettandone l’esercizio della nuova autonomia femminile che si sta diffondendo nella nostra società. Molti uomini, troppi continuano avedere le donne come loro proprietà e non riescono ad accettarne prese di posizione, spazi di vita personali e rifiuti. Per certi immondi individui, permettetemi ma non li posso chiamare uomini, per questi esseri schifosi la ferita patita, in termini di narcisismo, orgoglio, prestigio, possesso, è talmente potente e profonda da non ammettere mediazioni. E’ un eliminare per ribadire un potere, il sudicio potere dell’assassino che pensa così di negare, in via definitiva, la libertà dell’assassinato. La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci e contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani. Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne, si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo a essere piegato, sterile e domato. Ritengo che alle donne si deva sempre rispetto perchè per coraggio di abnegazione sono sempre superiori all’uomo, così come credo certi uomini lo sono rispetto alle donne per la loro bestiale brutalità nei loro confronti. Volevo scrivere questa breve riflessione di solidarietà alle donne contro questi esseri schifosi ribadendo che sarebbe ora di dire basta! Oggi gli strumenti ci sono per ripensare in modo corretto ai rapporti tra uomo e donna perridare senso alle frasi dei nostri vecchi: “le donne non si toccano nemmeno con un fiore”, e assieme di fare tutti uomini e donne un passo avanti. Lavorando, tutti e tutte assieme, per costruire una parità reale. Mettendo da parte tutti gli stereotipi ormai logori della donna angelo del focolare e di esigere che da adesso il linguaggio della comunicazione, in testa quello della pubblicità la smetta di mercificare il corpo delle donne.
Favria, 6.08.2016 Giorgio Cortese

Certi giorni trovo sempre un valido motivo per parlare dei problemi dei miei simili ma se deve pensare a come migliorarmi ho sempre una valida scusa.

Rilassarmi
E’ domenica, è festa e mi rilasso e raccolgo i pensieri simili alle nuvole nere del temporale e li metto in uno scrigno dell’animo che aprirò lunedì mattino e lascio che intorno tutte le preoccupazioni sbiadiscano per riprendere forma solo da domani. In questi momenti di rilassamento mi chiedo perché ogni giorno devo correre affannosamente. Ogni giorno nella mia umana esistenza tutto il creato mi danza intorno rilassato e l’unico teso sono solo io. Se osservo bene gli alberi crescono, gli uccelli cinguettano, la roggia gagliarda scorre con la sua voce argentina scorre con lieve leggerezza e alla sera le stelle ruotano placide sulla volta celeste. Se guardo bene tutto avviene in una maniera molto rilassata, senza fretta, furia, preoccupazione o spreco ed io misero bipete corro agitato prigioniero dei miei schemi mentali. Ecco mi costruisco l’inferno già in terra quando sono teso e se arrivo ad attimi di rilassamento totale come adesso assaporo un piccolo istante di paradiso. Se potessi vivere nuovamente la mia vita, nella prossima cercherei di commettere più errori cercando non di essere perfetto ma di rilassarmi di più, tenendo sempre a mente il principio, rilassati e fai rilassare. Ritengo che ci sia una grande differenza tra il rilassamento attivo e quello passivo. Il rilassamento attivo rinfresca e ristora la mente, la mantiene flessibile e in tono per pensare. I grandi pensatori hanno sempre conosciuto questo segreto. Winston Churchill era solito dipingere per rilassarsi. Albert Einstein suonava il violino. Questi potevano rilassare una parte del cervello mentre stimolavano l’altra. Quando tornavano alle attività giornaliere erano più freschi e brillanti che mai. Personalmente per rilassarmi scrivo e leggo, come adesso, noto che dopo la mia mente risponde a più domande perché sono rilassato e aspetta con calma le risposte. Alla domenica, per ricaricare le batteria il segreto è rilassarmi. Non preoccuparmi dei numeri, non pensare all’opinione degli altri. Ma inondare la mia mente in un oceano di pensieri positivi, di gioia, felicità soddisfazione, realizzazione, apprezzamento che porteranno in seguito risultati positivi come entusiasmo, calma, benessere, relax, energia. Ogni fine settimana con calma recupero i pensieri negativi come i giudizi, la sfiducia, il risentimento, e la paura che producono solo risultati negativi di tensione, ansietà, alienazione, rabbia, fatica per chiuderli in un forziere dell’animo dove poi butto via la chiave. In queste sere di estate il buio rotto solo dal rumore dei grilli è relax in gocce che riempie l’animo di serenità e poi la natura è in cima alla lista dei potenti tranquillizzanti e dei riduttori di stress. È stato accertato che il semplice suono dell’acqua che scorre riduce la pressione arteriosa, ma personalmente preferisco un buon libro che distende l’animo e genera gioia nella mente. Ogni mattina poi mi propongo di camminare, mangiare ed ascoltare in modo rilassato senza fretta come se avessi a disposizione l’eternità. E poi questo è vero! Noi piccoli bipeti siamo qui dall’inizio e saremo qui fino alla fine, esistiamo da sempre e per sempre.
Favria, 7.08.2016 Giorgio Cortese

Preferisco la pietà all’invidia, la prima è una tristezza miscelata con l’amore per i miei simili la seconda e solo mescolata all’odio verso tutti!

Irto di peli!
Il lemma orripilante dal significato di: sgradevole, che fa drizzare i peli, deriva dal latino horripilare, composto di horrere diventare irto e pilus pelo. Questa parola, in origine descriveva il fenomeno fisico per cui i muscoli erettori dei peli si contraggono, normalmente noto come pelle d’oca è divenuta a significare lo spaventoso e il repellente. In realtà paura e disgusto non sono le sole emozioni che suscitano una simile reazione, anzi la pelle d’oca è spesso collegata a sensazioni positive. Ma l’uso nella lingua ha preso questo indirizzo e pertanto non può esistere un orripilante gradevole. Ovviamente questa parola viene impiegata anche in senso ironico e iperbolico, per cui si posso parlare di orripilante in riferimento alle decisioni prese da certe persone per aiutarmi con la lingua a a dipingere certe impressioni con tinte particolarmente vivaci.
Favria 8.08.2016 Giorgio Cortese

È inutile chiedere, si vede da qui ad un chilometro di distanza che c’è qualcosa, per capirlo basta pensare ed applicarsi un po di più. Richiede un po di tempo e bisogna avere voglia di applicarsi un po più del solito. Forse questo è il problema, aver voglia di farlo…..

Solo venti euro….
Un mio conoscente mi ha raccontato che alcuni anni prima una persona che sembrava degna di fiducia gli ha richiesto venti euro per una sua momentanea emergenza. Questi soldi non sona mai stati restituiti e anzi alla richiesta garbata di riaverli indietro la risposta che ha avuto è stata lapidaria, quella di averli già ridati da tempo e come si permetteva di richiedergli di nuovo! Lasciando perdere questo squallido individuo, che si pensa astuto ma è un furbetto, anzi no un mariulo da quattro soldi. Il piccolo debito mi ha fatto pensare che nella vita siamo tutti debitori e non proprietari di quello che abbiamo perché siamo, prima di tutto, debitori di quello che siamo. Alla radice del nostro essere ed esistere, vivere e operare c’è una scelta e un atto divino, una parola che ci ha chiamato. Non siamo, allora, proprietari ma debitori. Oggigiorno leggo ed assisto a fatti dove c’è sempre la tentazione di prevaricare su questa realtà ritenendola campo libero per ogni incursione, quasi fosse solo una questione biologica o fisica.. Come dicono i tedeschi la vita, è Gabe, dono, ma anche Aufgabe, impegno. Ciò che siamo lo dobbiamo al Creatore, ma ciò che diventiamo lo dobbiamo anche alle scelte della nostra libertà, alla sollecitudine della nostra applicazione, alla nostra solerzia. Il talento ricevuto non deve essere sepolto nel fondo oscuro dell’inerzia e della noncuranza negligente ma fatto fruttare bene
Favria 9.08.2016 Giorgio Cortese

Molte persone sono attirate dal fascino, dal potere e dalla sicurezza. Il fascino è solo facciata. Il potere è per i frustrati ed i mendicanti. La sicurezza è di chi ha paura. Il mix umana spazzatura.

Non ho tempo!
Quante volte incontriamo nella nostra vita quotidiana delle persone che ignorano le nostre richieste con la frase: “Non ho tempo!”. Nel VII secolo Sant’Agostino nelle Sue Confessioni diceva: “Se nessuno me lo chiede, so cos’è il tempo, ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire” infatti il filosofo contemporaneo Martin Heidegger, allorché si accinse a scrivere un saggio sul tempo, affermò che gli mancavano le parole per poter parlare di questo argomento. Personalmente ritengo che dobbiamo partire dall’affermazione di Aristotele: “ll tempo è un artifizio umano così come il bello e il giusto”. Senza scomodare i grandi filosi o pensatori del passato, molto più semplicemente il tempo è simile ai minuscoli granelli, secondi, ore o giorni, di una clessidra che scivola via e così viene da pensare: “ Non ho tempo perdere, il tempo è denaro, Il tempo è prezioso”. Purtroppo conosco delle persone che non trovano mai il tempo per affrontare le problematiche più spinose e per lavorare insieme. Il tempo, nonostante la precisione degli orologi è sempre una sensazione soggettiva. Ad esempio se sono seduto in poltrona o adesso davanti al computer, e mentre scrivo ascolto una piacevole sinfonia di Mozart, il tempo vola, ma lo stesso tempo mi sembra interminabile se sono seduto sulla poltrona del dentista. Durante la giornata certi giorni, li vivo con l’affanno della mancanza di tempo, divenendo schiavo del tempo per paura di non avere tempo. Ritengo che sia sul lavoro che nella vita sociale accettare il senso del tempo, senza divenirne schiavo dell’orologio, é la questione decisiva del lavorare insieme, del divertirsi, nel significato etimologico di de-vertere, cambiare direzione, insomma per riprendermi sempre il tempo necessario per cambiare direzione, senza cadere nell’affanno di perdere del tempo. Se si vuole rovesciare e rendere umano il “non ho tempo” con “ho tempo di ascoltare” con il “Tu” vissuto in gratuità, che rende il tempo di ognuno di noi prezioso, e lasciatemi dire eterno. Penso che non bisogna diventare tanto anziani per fare la scoperta in parte paradossale che il tempo, pur essendo misurabile e quantificabile dalle leggi fisiche, è condizionato dalla percezione soggettiva, per cui un minuto può sembrare non passare mai e invece gli anni volano via come un soffio. Ma ricordate che il tempo è sempre galantuomo
favria 10.08.2016 Giorgio Cortese

Ricordate che non siamo solo la vita che viviamo ma anche quella che doniamo. Donate il sangue, date il Meglio di Voi Stessi, venite a Favria venerdì 12 luglio, cortile interno del Comune ore 8-11,20 Vi aspettiamo

Tartrà
Il tartrà è un antipasto tipico della cucina piemontese. Tipico piatto della cucina povera, oggi viene proposto nei ristoranti di tutto il Piemonte come raffinato antipasto. In realtà, una volta, si serviva nelle cucine di campagna come piatto unico dove in passato dai pochi ingredienti che la terra metteva a disposizione nascevano piccoli capolavori del gusto, come la panada, una minestra di pane raffermo resa nutriente dall’uovo sbattuto e dal formaggio grattugiato, o i tajarin, sottili tagliatelle che venivano condite con ragù di frattaglie e fegatini di pollo. E come questo morbido budino salato, che si cucina in poco tempo mescolando latte e panna liquida con uova sbattute, che lo fanno ‘crescere’ e lo rendono simile a un soufflé – e dando sapore al composto con del grana grattugiato, una cipolla tritata finemente e rosolata nel burro, qualche foglia di salvia e di alloro, un rametto di rosmarino o di maggiorana fresca e un pizzico di noce moscata. Secondo l’ipotesi più probabile, Tartrà e Tartra deriverebbero dallo spagnolo tarta e dal francese tarte, due termini che in italiano vengono tradotti con torta o crostata, rimandando quindi alla forma attuale della pietanza che, cotta all’interno degli stampi, somiglia appunto ad una piccola torta. Ma, nelle cascine dei contadini, il budino non aveva l’aspetto di uno sformato, dal momento che veniva cotto all’interno dei paioli e non negli stampi, perciò l’etimologia della parola Tartrà rimane ancora oggi avvolta dal ‘mistero’. Tornando al Tartrà che ha una consistenza soffice tra un budino salato e un flan e si realizza con pochissimi ingredienti che dovranno quindi essere freschissimi e di qualità. Uova sbattute, latte e panna sono la base per questi tortini monoporzione che vengono poi serviti accompagnati da salse varie, fonduta di formaggi o funghi trifolati, abbinati al vitello tonnato in estate sono fenomenali.
Favria 11.08.2016 Giorgio Cortese

Ogni giorno la vita è meravigliosa, senza sarei morto!

Appello estivo “Servono più donatori di sangue”
Donazione di sangue: un ritornello che durante il periodo estivo avvolte ritorna come un incubo. Come ogni anno, durante il periodo estivo la necessità di sangue e di plasma per gli ospedali e le case di cura aumentano a causa degli incidenti e parallelamente calano le donazioni, a causa delle ferie dei donatori. Per questo che come volontari Fidas Vi facciamo ancora una volta appello alla sensibilità e alla solidarietà degli iscritti, donatori volontari che donano regolarmente sangue. Ma anche a chi, pur essendo in buona salute, non ha mai preso in considerazione la possibilità di diventare donatore. Chi ha la possibilità ed è in buona salute non può ignorare l’importanza assoluta di effettuare la donazione per poter consentire agli ammalati di trovare puntualmente il sangue e i suoi componenti dei quali hanno assoluta necessità. Oggi più che mai, ogni donazione è fondamentale per evitare che l’estate divenga ‘calda’ anche dal punto di vista delle disponibilità di sangue. Donare sangue: in estate è ancora più importante per questo prima delle vacanze ricordati di donare. Che aspettate venite a donare sangue per salvare tante vite Vi aspettiamo venerdì 12 agosto ore 8-11,20 cortile interno del Comune a Favria
Favria 12.08.2016 Giorgio Cortese

La salita della vita certi giorni può essere difficile e stancante, ma la vista dall’alto compensa. La vittoria è di chi non si arrende mai.