Poeti di ieri e di oggi ne La brasa, la spluvia di Ornella De Paoli

Pont, nella rivista de Ij Canteir, che si appresta a festeggiare i 40 anni, storia, tradizioni e cultura
Ci sono due poesie di Gian Pietro Bertoli sul nuovo numero della rivista dell’associazione Ij Canteir, La brasa… la spluvia, distribuita in questi giorni ai numerosi soci. Bertoli, sindaco di Pont negli anni Ottanta/Novanta del secolo scorso, in seguito consigliere regionale (ma può vantare, precedentemente, un passato da consigliere comunale a Rivarolo), è, infatti anche scrittore e poeta, con partecipazioni fortunate a numerosi concorsi.
Ad un altro poeta pontese è dedicato un articolo della rivista a firma di Marino Tarizzo: si tratta di Luigi Valsoano, nato a Pont nella seconda metà dell’Ottocento, unico esempio di poeta operaio in piemontese, autore della raccolta di poesie “Fior dël pavé”.
Nelle pagine de La brasa… la spluvia si trovano altri interessanti articoli sulla storia e sulla cultura di Pont e valli, come quelli sulla borgata Raie, sulle valanghe cadute a Campiglia nel 1855, sulla lavorazione delle castagne, oltre al primo fumetto in patois valsoanino e un avvincente racconto di orchi e fate intitolato “La leggenda di Orco e Soana”.
La pubblicazione, che esce una volta all’anno, riporta anche un riepilogo delle numerose attività svolte nel corso del 2017 dal sodalizio, tra cui il quarto Memorial Alfredo Gea, serata di cori organizzata in collaborazione con il coro Gran Paradiso e il Gruppo Alpini di Pont, svoltasi lo scorso 25 novembre e dedicata allo scomparso presidente de Ij Canteir.
Nella prima pagina della rivista, la redattrice Lorenza Aimone ricorda come l’associazione prenda nome proprio dai travetti in legno, canteir in pontese, costituenti la struttura portante dei tetti a lose, poiché si prefigge di svolgere un ruolo di «struttura portante a salvaguardia di un’importante cultura legata ai valori etnico ambientali, idealmente rappresentati proprio dal tetto in ardesia (lose), che non deve crollare o deteriorarsi nel tempo per impedire che gli stessi diventino un mucchio di pietre anonime».
Un fine perseguito fin dal 1978, dato che l’associazione si appresta a festeggiare (e lo celebrerà come merita) il quarantesimo anniversario di fondazione il prossimo 4 febbraio, in occasione della festa del suo patrono, San Giocondo. Un traguardo straordinario, anche in considerazione del ruolo svolto e dei risultati conseguiti, che fanno de Ij Canteir un baluardo della cultura di un territorio che ha ancora tanto da raccontare e da esprimere.
tratto da La Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli
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