Pont: Commissario Prefettizio quasi sicuramente per oltre un anno a cura di Marino Pasqualone

Dopo le dimissioni dei 10 consiglieri e la conseguente caduta del Sindaco Riva

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 9 marzo 2023)
PONT CANAVESE –  Si annuncia tutt’altro che breve, salvo sorprese dell’ultima ora, la crisi politico-amministrativa del comune di Pont Canavese, innescata lo scorso 25 febbraio dalle dimissioni quasi contemporanee di dieci consiglieri comunali, cinque di maggioranza (tra cui due assessori) ed altrettanti di minoranza, che hanno portato alla caduta dell’amministrazione guidata dal settembre del 2020 dal sindaco Bruno Riva ed al commissariamento da parte della Prefettura di Torino del paese di fondovalle.

Pare infatti sempre più concreta l’impossibilità “tecnica” per i pontesi di poter votare già i prossimi 14 e 15 maggio per il rinnovo della loro amministrazione, in quanto le dimissioni e la susseguente sospensione del consiglio comunale sarebbero intervenute, seppur di pochi giorni, oltre la data limite per poter accedere al primo turno elettorale amministrativo utile già fissato a metà maggio, e quindi si prospetta all’orizzonte un commissariamento della durata di oltre un anno, fino alla primavera del 2024 quando si voterà anche per le elezioni regionali.

Chi sperava in una crisi lampo e in una campagna elettorale a tambur battente rischia quindi seriamente di andare deluso, e ci sarà probabilmente per tutti molto più tempo per riflettere sul da farsi ed interrogarsi su cause ed effetti di una crisi amministrativa che da tempo era nell’aria, ma che nessuno però è stato in grado di disinnescare fino al deflagrante esito finale.

Intanto sul tavolo del vice prefetto aggiunto Paolo Cosseddu, da domenica 26 febbraio commissario prefettizio di Pont Canavese, oltre all’ordinaria amministrazione da portare avanti  restano almeno un paio di questioni più urgenti a cui porre mano nelle prossime settimane: la possibile riapertura della strada di collegamento con la valle Orco alle Roggie e la situazione sempre più numericamente carente del personale dipendente comunale.

Per quanto riguarda la strada delle Roggie, chiusa dopo la caduta di giganteschi massi dalla parete rocciosa su cui sorge la Torre Tellaria (Castlàs) sulla sottostante chiesetta, frana che aveva interessato in parte anche il vicino piazzale e l’adiacente strada provinciale che mette in collegamento diretto Pont Canavese con la valle dell’Orco, ci avviciniamo ormai ai cento giorni di interruzione del transito automobilistico e pedonale, con conseguenze nefaste per la già traballante economia turistico-commerciale del paese: nel frattempo si sono già effettuati a più riprese lavori di pulizia e di disgaggio di altri massi instabili dalla parete, anche se, a quanto è dato di sapere, ancora non del tutto risolutivi del problema.

Sul fronte del personale comunale, invece, da mesi ormai Pont assiste ad una continua emoraggia di dipendenti, dovuta sia a trasferimenti per mobilità o concorsi ad altre amministrazioni pubbliche che per pensionamenti, mentre le sostituzioni dei medesimi sono state finora in gran parte garantite ricorrendo  all’utilizzo temporaneo di dipendenti di altri enti.

Dopo l’addio, avvenuto negli scorsi mesi, delle responsabili sia della polizia municipale che dei servizi alla persona e dell’istruttrice amministrativa addetta all’ufficio tributi, si prospettano ora a fine aprile il trasferimento per mobilità esterna verso la Città Metropolitana di Torino della geometra dell’ufficio tecnico comunale addetta al settore lavori pubblici e tecnico-manutentivo, ed a fine giugno il pensionamento della bibliotecaria e addetta all’ufficio scolastico Susanna Chiri.

C’è poi sullo sfondo il ruolo che, in questa situazione di mancanza di un’amministrazione comunale e del conseguente indirizzo politico, potrà svolgere in questo prevedibilmente lungo lasso di tempo il Comune di Pont Canavese nell’ambito dell’Unione Montana Valli Orco e Soana, di cui il non più sindaco Bruno Riva ne era il vicepresidente ed il consigliere di minoranza Paolo Coppo anch’esso membro del consiglio di Unione.

Ora sono entrambi decaduti, con l’unico subentro nell’ente montano, (al momento non si sa ancora se solo in consiglio oppure anche in giunta), dello stesso commissario prefettizio al posto del sindaco Riva, mentre il posto di consigliere di minoranza sarà inevitabilmente appannaggio del componente dell’opposizione di un altro Comune valligiano.

Il rischio concreto è che il paese di fondovalle rimanga politicamente ai margini delle importanti scelte che l’Unione montana sarà chiamata a fare nei prossimi mesi, diventando così più spettatore che protagonista della “rivoluzione verde” che proprio in questi mesi sta prendendo forma anche nelle valli che salgono verso il Gran Paradiso.                                                                                              Marino Pasqualone