Pont: si e’ dimesso l’assessore Eugenio Reinaudo a cura di Marino Pasqualone

Lascia anche la maggioranza di Riva , ma fara’ minoranza a se

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 22 luglio 2021)
PONT CANAVESE – A neppure un anno dalle elezioni comunali del settembre 2020, l’amministrazione comunale di Pont Canavese guidata dal sindaco Bruno Riva si trova già in difficoltà, a causa degli attacchi concentrici sia dell’opposizione (che in una lettera “privata” ne ha addirittura richiesto le dimissioni) e sia, al suo interno, dalla decisione dell’assessore Eugenio Reinaudo di passare direttamente dalla Giunta ai banchi della minoranza, seppure senza confluire in quella già esistente.
Una scelta, quella dell’ormai ex-assessore Reinaudo, deflagrata a quanto pare inaspettata all’inizio del consiglio comunale di giovedì scorso, con una lunga dichiarazione letta davanti a tutti i consiglieri presenti e che, in sostanza, metteva sul banco degli imputati per questa decisione proprio il sindaco Riva, a cui l’assessore dimissionario ha evidenziato “la mancanza di riferimento di un capitano coraggioso, che stia al timone della nave sicuro e determinato e non già silente e dubbioso in ogni circostanza di rilievo”.
«L’avvicinarsi di un anno di esperienza amministrativa mi ha portato a fare alcune importanti riflessioni – ha dichiarato Eugenio Reinaudo in consiglio – Essere amministratore comunale è una forma di volontariato molto particolare, perché ti porta a fare delle scelte non solo per noi stessi ma per una comunità che per nessun motivo deve essere penalizzata. Nell’amministrazione comunale che lei guida e della quale faccio parte rilevo l’assenza e l’eccessivo timore nella capacità di decisione e assunzione di responsabilità come dovrebbe essere da parte del Sindaco, per non bloccare l’attività amministrativa”.
«Inoltre, come altri cittadini che ci hanno sostenuti, vedo insufficiente la sua presenza presso gli uffici oltre alla mancanza di capacità di essere riferimento sicuro ed infondere certezze ad amministratori e funzionari – ha poi aggiunto l’ex-assessore – questo forse a causa degli impegni lavorativi e all’inesperienza nella guida della macchina amministrativa. In ultimo i fatti che la minoranza ha segnalato, contenuti nella richiesta di dimissioni e resi noti a tutti i componenti della maggioranza, non sono stati smentiti, e nei loro contenuti sono descritte situazioni che per un amministratore pubblico sono moralmente troppo scorrette per poter essere accettate o archiviate come attacchi personali”.
“Sono quindi venute meno le condizioni che mi permettevano di riconoscermi in questa maggioranza, in cui avevo creduto ma che vista all’opera è priva dell’esperienza e della guida necessaria per un paese come il nostro – ha concluso Reinaudo – per questo rassegno le dimissioni da assessore. Non esistono più le condizioni per esercitare le deleghe che mi sono state assegnate. Resterò come consigliere di minoranza per non abbandonare la nave su cui i cittadini mi hanno fatto salire. Pertanto continuerò ad avere come meta il bene del paese, ma seguendo una rotta diversa. Questo non vuol dire che vado con la minoranza attuale”.
La reazione del sindaco a questo palesemente inaspettato, almeno nella tempistica e nella forma, addio alla Giunta ed alla maggioranza dell’assessore Reinaudo, è stata tutto sommato misurata, ma certamente amareggiata: «E’ una descrizione dei fatti quella di Eugenio che non mi aspettavo. Non c’è nulla di conosciuto e non mi aveva avvisato di nulla – ha replicato Bruno Riva – Quindi recepisco la sua decisione ma avrebbe potuto dirmelo, anche solo telefonicamente. Sono dispiaciuto, ma è un motivo in più questo per imparare, perché la vita è fatta di situazioni da cui imparare”.
Poi, rivolgendosi direttamente al suo ormai ex-assessore ha aggiunto: “Sei hai colto dei momenti di indecisione forse è anche vero, ma sono dovuti alla freschezza amministrativa che abbiamo messo in campo. Siamo un gruppo di persone che però è stato scelto proprio per questa freschezza, per quel qualcosa di nuovo che ci ha premiato alle urne. Possono esserci state indecisioni, ma mai paura, di nulla e di nessuno, anzi, tanta volontà di imparare – ha precisato il sindaco Riva – Secondo me i pontesi hanno scelto otto nuovi concittadini affinchè potessero fare nuove considerazioni. E io sono grato ai pontesi che mi hanno scelto. La tua decisione, Eugenio, è inaspettata, ma non mi coglie impreparato. E’ una tua scelta, la rispetto, ma non la condivido per un unico motivo: perché avresti potuto dirmelo. Ripeto, non ci sono indecisioni, al massimo solo eccessiva ricerca di correttezza. Ci siamo messi in gioco perché Pont, che è un paese meraviglioso, meritava di avere la possibilità di scelta».
Quindi ha chiesto la parola l’ex-sindaco Paolo Coppo, che dai banchi dell’opposizione ha sottolineato:” E’ passato un anno, capiamo che c’è difficoltà, che c’è inesperienza, però va bene fino ad un certo punto, non si possono fare queste esperienze a scapito degli altri, perché io vedo che comunque il paese è fermo”.
A questo punto il sindaco Riva ha ancora voluto precisare qualcosa in merito alla richiesta di dimissioni avanzata dai quattro consiglieri di opposizione con una lettera “riservata”: “Sono cose private, è una cosa personale e famigliare che sto affrontando. Da maggio del 2020 ho ricevuto circa una quarantina di lettere dal mio Comune: le ho sopportate in silenzio e non ho reso il paese partecipe, non le ho sbandierate, cosa che qualcun altro avrebbe fatto. Ho ricevuto segnalazioni tre giorni prima delle elezioni, controlli e sopralluogo su un bene di mio papà a dicembre. Ho chiesto il verbale ma al momento non ce l’ho ancora. Senza un verbale non posso rispondere.”
“Molto scorretto quello che hai detto sulle quaranta lettere – ha replicato l’ex-sindaco Coppo – su questo ho chiesto un confronto pubblico e sono sempre disponibile, ma è scorretto quello che hai detto in questa sede. Nella lettera di richiesta di dimissioni da noi inviata era spiegato tutto in modo chiaro”.
A raffreddare un clima che si stava facendo rovente è poi intervenuto il vicesindaco Massimo Motto: “In qualità di vicesindaco e di “fondatore” del nostro gruppo, apprendo con profondo rammarico la decisione di Eugenio, e lo dico più sotto l’aspetto umano che politico, perché ognuno di noi è ed era parte del gruppo che abbiamo creato insieme. Voglio però fare una distinzione netta tra quelle che sono le tue decisioni, Eugenio, che rispetto, e la situazione personale del sindaco e della sua famiglia di cui hai parlato – ha concluso Motto – Sono situazioni pregresse che sta affrontando e delle quali al momento non mi sento di entrare in merito essendo a carattere personale”.
Adesso l’amministrazione guidata dal sindaco Bruno Riva dovrà anche affrontare il problema di trovare un sostituto in Giunta comunale al posto del dimissionario Eugenio Reinaudo, che dovrà a questo punto essere necessariamente una donna, in quanto la rappresentanza numerica delle cosiddette “quote rosa” nell’organo esecutivo del Comune di Pont Canavese era ed è al momento carente: una grana in più, e di non poco conto, che si aggiunge alle due minoranze che d’ora in poi siederanno sui banchi del consiglio comunale pontese.
Marino Pasqualone