Res Gestae Favriesi 11.05.1806 Disposizione dei banchi….- Res Gestae Favriesi. 12 maggio 1731 il campanaro-Dopo la vite ed il mais…il bambù! – Grazie Franco! 150 donazioni!!! -Giovani Ciceroni, crescere con l’incanto. – La realtà ha superato la fantasia, i tappi solidali…Le pagine di Giorgio Cortese –

Res Gestae Favriesi 11.05.1806 Disposizione dei banchi….
Verbale del Maire Vigada, Segretario Crosa del 11.05.1806
Oggetto:banchi
Per la prosecuzione della nuova Parrocchiale di questa Comunità sendo(sento) cosa necessaria di trapassare tutti i banchi esistenti sulla vecchia Parrocchiale di S.Pietro, e per ovviare gli inconvenienti, che potessero occorrere si è da noi sottoposto documento alla rassegna di tutti i Banchi in esso esistenti, e si è riconosciuto in primo luogo quelli esistenti dalla parte verso notte cioè cornu(*angolo a destra) evangeli con notati accanto il numero, col nome di proprietari:
N.1 Un Banco del Signor Gerolamo Alfieri di Sostegno.
N. 2 Altro della Maire (del Sindaco).
N. 3 Altro del Carlo Bongini ed aventi seguente dei S(ignori ) Gariglietti
N. 4 Altro della fu Bensa Arnaud
N. 5 Altro delli signori Arrò Luigi Brissa
N. 6 Altro del S(ignor) Steffano Bassolò Tarizzo
N. 7 Altro del S(ignor) Gio.Pietro Tibaldo
N. 8 Altro del S(ignor) medico Prò ancò Vigada
N. 9 Altro del S(ignor) avvocato Giuseppe Nizzia
N.10 Altro del Giò. Domenico Marchiando, Eredi medico Borgiallo
N.11Altro del S(ignor) Francesco Dona
Dalla parte verso mezzodì cioè in cornu(angolo*) epistola
N. 1 Altro delli S(ignori) eredi Francesco Arrò
N. 2 Altro delli S(ignori) eredi rog.** Michele Tarizzo
N. 3 Altro delli S(ignori) eredi Capiano Vajra
N. 4 Altro del S(ignor) ,avvocato Giuseppe Nizia
N. 5 Altro del S(ignor) Bernardino Capello
N. 6 Altro delli S(ignori) eredi avvocato Alibeni
N . 7 Altro delli S(ignori) eredi speziale Antò Tarizzo
N. 8 Altro degli eredi Matteo Coha
N. 9 Altro degli eredi Fu Giò.Domenica Bongino
N.10 Altro degli eredi Domenicò Refatti, e delli eredi S(ignor) Domenicò Tarizzo
N.11 Altro del S(ignor) Antonino Arrò
Mandando il presente ripassi nell’archivio averne altriazo relazione
Fatto in Favria in chiesa li ondici maggio 1806
Segue firma del Maire ( sindaco) e segretario e timbro francese di Faveria
*angolo a destra o a sinistra del tabernacolo, citato nella successiva piantina come S. Sanctorum
** rogatore: dal latino rogator-oris, der., di rogare, chi scrive il documento e l’autentica, notaio
***speziale: farmacista
Persone facenti parte della Parrocchia di S.Michele di Favria
Abitanti del luogo n. 699
Abitanti delle cassine n. 496
Per un totale di 1.194 persone
Persone facenti parte della parrocchia di San Pietro e Paolo
Abitanti del luogo 840
Abitanti delle cassine 210
Per un totale di 1050 abitanti
Totale 1194 + 1050 = 2244
Avviso al Pubblico
Per evitare dissenzioni vista la posizioni dei banchi nella nuova Chiesa Parrocchiale di questo Comune previo il savio sentimento dell’Illustrissimo Monsignore Vescovo, e dopo avere appurato di non poter potrivare i Proprietari dei banchi dei loro diritti salvo il Senato con cognizione di causa, indi essere cosa indecente alla proprietà, e devo del luogo di cui si tratta il lasciare sprovvista di banchi la suddetta nuova chiesa si è l’oggetto che proviene tutti li proprietari dei banchi, esservi lasciato provvisoriamente di poter mettere sono dei loro banchi nella nuova Chiesa ma di dovesse poi sommetterle alla stimazione dei medesimi secondo l’esemplare che questa Amministrazione fra poco le verrà presentato, nella cui epoca restano tutti pregati a volersi questuante con fare una qualche limosina onde potere tra tutti fare una somma per pagare in parte i debiti tutt’ora esistenti di questa nuova Chiesa. Frattanto per risollevare in parte i travagli fatti da questo popolo a vantaggio della suddetta Chiesa si pregano tutti che alla ritrasformazione che si farà fra breve dei banchi, una metà verrà fatta Comune per suo uso di tutta la Popolazione, per la quale cosa speranzoso la questa Commissione che stante il sudetto regolamento non saranno pervenute disaccordi o questioni mentre il presente a pubblicarsi nei luoghi e modi stabiliti
Signati in originale tutti li Signori Congregati
Favria 12.05.2015 Giorgio Cortese

Niente ripaga come il farmi trovare in piedi da chi voleva vedermi a terra. Non dare mai a nessuno la soddisfazione di vedermi abbattuto!

Res Gestae Favriesi. 12 maggio 1731 il campanaro
Nell’Ordinato del 12 maggio 1732 viene designato il Campanaro per i successivi quattro anni. L’attribuzione dell’incarico avveniva mediante pubblico incanto, la carica veniva attribuita a colui che chiedeva uno stipendio minore, l’incarico di quell’anno venne attribuito a Matteo Pavella e lo stipendio fu fissato in lire sessantotto annue; l’incarico aveva durata di quattro anni.
Gli obblighi del Campanaro erano quelli di suonare i campanili delle due chiese di Favria in occasione delle varie S.Messe grandi, Vespri, nelle processioni che si fanno la prima e seconda domenica del mese le campane di S.Pietro e Paulo, le terza e quarta domenica le Campane di S.Michele, “l’ave maria la matina, mezzogiorno, et la sera” nei giorni festivi, in quelli feriali doveva invece suonare la campana maggiore della Parrocchia di San Pietro e Paolo a mezzogiorno e il Venerdì “alle venti una hora”, inoltre doveva suonare per le agonie a qualsiasi ora che gli richiedevano i Particolari. La pena prevista in caso di inadempienza era quella di mettere un altro a suonare e di addebitargli le spese. Altro compito era quello di curare l’ordinaria manutenzione delle campane, che doveva essere effettuata a sue spese, doveva custodire le campane, a lui erano affidate le chiavi dei due campanili. Doveva anche suonare le campane in estate in tempo di temporali. Nell’Ordinato del 26 febbraio 1776 Il Consiglio della Comunità porgeva supplica all’Intendente “per la dovuta permissione per il pagamento” di una campana “dal fondo di riserva” della Comunità. Nell’Ordinato del 26 agosto 1776 veniva ordinato al Campanaro di “non lasciare introdurre in qualsivoglia tempo nel Campanile a persone che abusassero delle Campane,” se disobbediente veniva rimosso dall’incarico; nell’Ordinato viene nuovamente ribadito il compito del Campanaro di occuparsi della custodia del campanile, oltre a quello di suonare le Campane nei tempi stabiliti.
Favria, 13.05.2015 Giorgio Cortese

Nella vita da solo posso fare poco, insieme ad altri posso fare tanto, perché da solo è difficile fischiettare una sinfonia, ci vuole un’intera orchestra per riprodurla. Molte mani che si aiutano rendono il lavoro leggero.

Dopo la vite ed il mais…il bambù!
Dopo la vite della Persia anche il bambù diventa una coltivazione adatta al territorio favriese. Se la vite, dalla lontana Persia, si è ben adattata nelle Canavese, non dimentichiamo che nel territorio di Favria, fino alla fine del settecento i vitigni erano numerosissimi, successivamente soppiantati dalla cultura intensiva della mais cultura, allora perché non potrebbe riuscirci anche il bambù? Da questa semplice riflessione è partita l’idea di Luigi che con coraggio e lungimiranza ha deciso di investire il suo piccolo ma importante patrimonio agrario nella messa a dimora di un proprio bambuseto. Il lemma bambù o mambù deriva dal malese e da il nome a questa graminacea gigantesca originaria delle Indie Orientali. Per i cinesi il bambù è simbolo di forza interiore e nobiltà di carattere. Nell’Estremo Oriente la pianta di bambù è l’oro verde dell’uomo povero: una persona può sedersi in una casa di bambù sotto un tetto di bambù, su una sedia ad un tavolo fatti dello stesso bambù, con un capello di bambù sulla sua testa e sandali di bambù ai piedi. Allo stesso tempo può tenere in un mano una ciotola di bambù, nell’altra bacchette di bambù che gli servono per mangiare germogli di bambù. Dopo aver consumato il suo pranzo, cucinato in un fuoco alimentato dalla combustione del bambù, il tavolo potrebbe essere pulito con un panno di fibre di bambù, può rinfrescarsi con un ventaglio in bambù, fare la siesta in un letto su di un materasso ed un cuscino fatti tutti di bambù. Al risveglio potrebbe fumare in una pipa di bambù e scrivere con una penna di bambù su carta da bambù, e poi portare in giornale i suoi articoli in cesti di bambù sospesi su di un’asta di bambù, con un ombrello di bambù sulla sua testa. Potrebbe attraversare un ponte sospeso costruito esclusivamente col bambù, bere acqua da una tubatura in bambù, ed asciugarsi il viso con un fazzoletto, ottenuto con le fibre di bambù. Pensate che il bambù gigante, materiale nuovo in Occidente, che ha caratteristiche di grande vitalità dopo il primo anno di vita alcune specie raggiungono i 15 metri di altezza. Inoltre il bambù, proprio per la sua velocità di crescita, assorbe il 40 per cento di anidride carbonica in più rispetto altre piante. il bambù è una reale alternativa soprattutto come materiale da costruzione, per il compostaggio e anche nutritivo attraverso i suoi germogli. La coltivazione del bambù è una nuova opportunità per il territorio italiano ma come tale ha bisogno di un progetto solido che valorizzi il crescente numero di bambuseti tramite la raccolta dei prodotti e la conseguente distribuzione sul mercato, creando quindi una vera filiera del bambù made in Italy. Luigi ha un sogno, il sogno che hanno le persone e quando l’opportunità non bussa, costruiscono una porta, lui un bambuseto, creando il momento opportuno. Il territorio italiano si è rivelato fertile per le piantagioni di bambù e questa nuova opportunità deve incontrare l’intraprendenza, la lungimiranza e la genialità degli italiani per creare business in piena sostenibilità.
Favria 14.05.2015 Giorgio Cortese

Anche un albero storto da buoni frutti, come le persone che appaiono spigolose nascondono un grande cuore.

Grazie Franco! 150 donazioni!!!
Oggi a Favria un Donatore, Franco è arrivato alla 150 donazione! Permettemi di definirlo un ero nel quotidiano” Arrivare a 150 donazione è un bellissimo risultato e sono lieto che sia riuscito a raggiungerlo con una costanza del donare durata decenni! Per 150 volte il donatore Franco, un volenteroso volontario è venuto nella sede, si è sotto posto alla visita medica. Il suo gesto di oggi nella centocinquantesima donazione ci fa riflettere che donare sangue fa bene anche al donatore. Non perchè si sottopone a un salasso, utile per le malattie da accumulo di ferro nel sangue, oggi poco praticato, ma perché l’azione del donare comporta una presa di coscienza dell’individuo, che è stimolato a mantenere uno stile di vita sano. Donare sangue, quindi, vale il doppio, perché salva la vita a chi riceve il sangue e mantiene sano il donatore. Infatti, il sangue raccolto, prima di arrivare al letto del paziente, è controllato sia per scoprire la presenza di virus infettivi che possono trasmettere epatiti e Aids, sia per scoprire valori ematochimici che possono rivelare malattie del donatore. Oggi a Favria nel prelievo abbiamo avuto 57 donatori attivi, tre candidati, tre solo esami e tre non idonei. 150 grazie a Franco per il Suo gesto volontario, grazie alle 66 persone che oggi sono venute per il loro gratuito, periodico ed anonimo impegno verso il prossimo, grazie al Direttivo per il capillare lavoro svolto nella chiamata, nell’opera di propaganda e un grazie sentito e sincero all’Equipe medica sempre efficiente e ben preparata.
Favria, 15.05.2015 Giorgio Cortese

Certe persone soffrono di ottusa cecità mentale, molto più grave della cecità degli occhi. Purtroppo guardano senza in realtà vedere

Giovani Ciceroni, crescere con l’incanto.
Domenica 12 aprile nel corso della Fiera di S. Isidoro tra gli innumerevoli eventi, complimenti a tutti gli organizzatori c’è ne stato uno che mi ha molto colpito positivamente nell’animo. I ragazzi delle medie hanno presentato un loro libro con dei percorsi storici della Comunità in cui vivo. Con leggerezza e passione mi hanno condotto con altri concittadini tra le vie del paese illustrando con la coordinazione delle loro insegnanti il passato di questa millenaria Comunità. Con loro nel tardo pomeriggio di domenica non si è solo fatta memoria del passato, non solo un semplice ricordo, ma anche lo sforzo che questi avvenimenti passati rappresentano per il nostro oggi, per sforzarci di comprendere qual è il messaggio che esso rappresenta per il nostro oggi, solo così che la memoria del passato può insegnare al presente e divenire luce che illumina la strada del futuro. Non capita tutti i giorni di visitare un la Comunità dove vivo da trenta anni guidati da dei ragazzini di 11 e 12 anni! Questo però è ciò che è avvenuto domenica pomeriggio con ragazzini animati da forte passione. Personalmente la lieta visita guidata mi ha fatto riflettere che i ricordi del passato, a differenza delle ferite, non si devono rimarginare. Tutti abbiamo bisogno della memoria. Tiene l’insignificanza della vita fuori dalla porta del cervello perché dimenticare le nostre radici è una sciagura, mentre la memoria è conoscenza per il futuro.
Favria, 15.05.2015 Giorgio Cortese

Se vivo solo di emozioni non sempre trovo sostegno, a volte ho bisogno che la razionalità mi guidi, mi sostenga nei momenti difficili e che tenga a bada la mia emotività. Ma quando non sono razionale mi perdo il calore di un abbraccio. Ritengo, allora, che la razionalità serve per prendere a “calci” la vita, ma l’emozione per viverla veramente

La realtà ha superato la fantasia, i tappi solidali
Una “leggenda metropolitana” divenuta realtà. Ecco cos’è la raccolta dei tappi: una di quelle storie che circolano sulla bocca di tutti come se fossero casi incredibili e ciò nonostante veri (tipo i coccodrilli mangia-uomini nelle fogne di New York…) e poi invece si rivelano soltanto «bufale», cioè false notizie. Così in passato migliaia di persone generose e ben intenzionate sono state coinvolte nel recupero di carta stagnola, convinte che il ricavato sarebbe servito a comprare un cane ai ciechi; o si sono impegnate a ritagliare dalle etichette i codici a barre, grazie ai quali alcuni handicappati avrebbero avuto una carrozzella; o ancora si sono trasformate in collezionisti di scontrini e di biglietti usati dell’autobus per aiutare i bambini di un fantomatico orfanotrofio… Tutte invenzioni, messe in giro chissà da chi ma che ci hanno catturato come una moda (o una mania). Invece per i tappi è successo esattamente il contrario: infatti la voce che servissero per fini benefici corre almeno dal 1993, mentre la raccolta vera e propria in Italia è cominciata solo nel 2000. Tanto che persino un Centro specializzato nello studio delle «leggende metropolitane» ha dovuto ammetterlo: ciò che era nato come pura fantasia ha generato un’idea da mettere in pratica sul serio. Insomma, per una volta è la favola ad essere diventata reale
Favria 16.05.2015 Giorgio Cortese

Personalmente preferisco ammirare che invidiare, ritengo di stare meglio nell’animo se collaboro anzichè sabotare, insomma nella vita ritengo che sia meglio lavorare che rosicare. Per arrivare ad un sicuro successo occorre la somma dei risultati dello sforzo combinato di ciascun di noi