Ribordone contro la Rai: il 91,3 % non paga il canone di Ornella De Paoli

. Il 91,3 per cento degli abitanti di Ribordone non paga il canone Rai. Il Comune alto canavesano si è guadagnato per questo la maglia nera nazionale degli evasori del canone, perlomeno secondo i dati forniti,a fine 2015, da Twig, la società che ha elaborato la mappa dell’evasione della tassa che da quest’anno sarà compresa nella bolletta della luce.
Una percentuale così alta di persone che non pagano il canone non ce l’ha nessuno: staccato di poco il paese casertano di Villa di Briano (91,27 per cento). Anche nei vicini Comuni delle Valli Orco e Soana l’evasione risulta alta (ad esempio a Ingria, i non paganti sono il 61,54 per cento).
Occorre tener presente che stiamo parlando di uno dei più piccoli Comuni d’Italia per numero di abitanti: a Ribordone,infatti, i residenti sono solo più una cinquantina e per di più la maggior parte di loro trascorre l’inverno fuori valle. Il motivo per cui le poche persone che ancora vivono quassù, un bellissimo e suggestivo Comune incastrato tra le montagne, evadono il canone è semplice: nella valle di Ribordone la ricezione televisiva è sempre stata un problema e da quando è entrato in funzione il digitale terrestre i canali Rai praticamente sono oscurati.
«La gente si rifiuta di pagare un servizio che non c’è – osserva il sindaco Guido Bellardo Gioli.- La montagna è penalizzata in tutti i sensi e se non si pone rimedio alla mancanza di servizi, si andrà verso una inesorabile desertificazione». Da quest’anno,però, i ribordonesi saranno costretti a pagare il canone con la bolletta dell’Enel, dato che se non lo faranno, rimarranno anche senza luce. Il problema interessa molti Comuni montani (e tra questi quelli delle valli Orco e Soana), i quali nelle settimane scorse hanno approvato un ordine del giorno per chiedere un celere miglioramento del servizio televisivo.
L’Uncem lo ha fatto presente durante il convegno del Corecom, svoltosi venerdì a Torino, mettendo in rilievo come l’emergenza del divario digitale, riguardante l’accesso ai servizi televisivi, telefonici e alla banda larga, interessi oltre 600 mila persone in Piemonte.
La situazione, però, è ancor più grave se si pensa che i disservizi riguardano anche l’erogazione dell’energia elettrica, come si è potuto constatare di recente in varie vallate. E’ il caso della Valle Soana, dove durante le nevicate del 7 e del 28 febbraio vi è stato un black out di parecchie ore che ha fatto infuriare commercianti ed operatori turistici. All’origine del disservizio, «la scarsa manutenzione delle strutture da parte di Enel e di Terna», come lamenta ancora l’Uncem. In molte zone delle valli, in particolare, le linee elettriche corrono tra un groviglio
di alberi e sovente basta un po’ di neve o di vento per far cadere sui fili rami o interi alberi, con conseguente interruzione del servizio elettrico, ma non solo: senza corrente, non possono funzionare telefoni mobili, banda larga e neppure la televisione.

Ornella De Paoli