RONCO: Comune virtuoso In aiuto a chi ha bisogno di Ornella De Paoli

Nel 2015 l’amministrazione verserà 102 mila 968 euro al Fondo di solidarietà Il sindaco: «È una vergogna che siano i piccoli centri a pagare i debiti di altri»
tratto dalla Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli

È opinione diffusa che i piccoli Comuni siano un costo che non possiamo più permetterci. Spesso si sente ripetere che mantenere in piedi degli uffici, un apparato amministrativo,un consiglio comunale per pochi residenti sia un peso per la comunità. Ma è proprio così? Il caso di Ronco (330 residenti, ma in certi periodi dell’anno gli abitanti sono migliaia) come quello di altre analoghe realtà, dimostra il contrario. Il Comune valsoanese non riceve più trasferimenti dallo Stato da vari anni e addirittura, nel 2015, verserà ben 102 mila 968 euro al Fondo di solidarietà comunale (Fsc). In altre parole, Ronco oggi è tra i Comuni “ricchi” che soccorrono quelli in difficoltà e che, sovente, coincidono con le grandi città. È l’effetto del federalismo fiscale che ha abolito i trasferimenti dello Stato dando autonomia fiscale ai Comuni, i quali ora si finanziano con la tassazione, essenzialmente con l’Imu. Una parte (circa il 38%) del gettito dell’Imu di competenza comunale, però, viene trattenuto dallo Stato e va a costituire, appunto, il fondo di solidarietà.

Da quando è scattato questo meccanismo, Ronco ha versato al Fsc 38 mila 787 euro nel 2013 (differenza tra gli 81 mila euro trattenuti sull’Imu e i 42 mila avuti dal Fsc); altri 77 mila 727 nel 2014 (differenza tra 97 mila 876 trattenuti sull’Imu e 20 mila 149 avuti dal Fsc) e nel 2015, come detto, ne verserà 102 mila.

«Negli ultimi tre anni, Ronco non solo non ha ricevuto un centesimo, poiché ha sempre avuto molto meno di quanto versato, ma, addirittura, nel 2015 verserà al fondo di solidarietà 5 mila euro oltre ai 97 mila 907 di prelievo forzato sull’Imu – spiega il sindaco Danilo Crosasso –. Nonostante ciò, Ronco è un Comune virtuoso e, a seguito del riaccertamento dei residui, vanta un avanzo di amministrazione di oltre 700 mila euro. E dire che c’è ancora chi pensa che i piccoli Comuni siano causa del debito dello Stato. È una vergogna – prosegue il primo cittadino – con i soldi dei piccoli Comuni virtuosi come il nostro vengono pagati i debiti derivanti dagli sprechi e dalla malagestione di tanti grandi comuni, regioni, ministeri. Oggi, chi ha fatto la formica ed ha gestito con oculatezza il proprio Comune viene penalizzato, deve versare a chi ha sprecato ed inoltre è costretto a fare l’esattore nei confronti dei propri cittadini, mentre ci sono grandi enti che perdono miliardi con i derivati e la finanza creativa nonostante la legge vieti loro la speculazione finanziaria. Chi ha fatto debiti dovrebbe pagarseli, specialmente se sono il frutto di operazioni che nulla hanno a che vedere con le esigenze della comunità. Sono deluso da tale situazione e mi spiace che i nostri cittadini
debbano contribuire a ripagare i misfatti altrui; non mi riferisco solo ad un problema presente nel sud, in quanto la stessa Torino è una città tra le più indebitate ed ora, con l’invenzione della Città metropolitana, contribuiremo anche noi a ripianare i suoi debiti».

Ornella De Paoli