Ronco: Ufficio postale aperto solo 4 giorni alla settimana di Marino Pasqualone

Ufficio postale aperto solo 4 giorni alla settimana dal 7 settembre, nonostante la protesta del sindaco Crosasso
( da il Risveglio Popolare del 3 settembre 2015 )
Solo quattro giorni di apertura alla settimana: dal prossimo lunedì 7 settembre l’ufficio postale di Ronco Canavese, il principale comune della Valle Soana, resterà infatti chiuso nelle giornate di martedì e giovedì, durante le quali gli utenti dovranno recarsi per ogni esigenza nell’ufficio postale del vicino paese di Valprato Soana, il quale a suo volta però perderà l’apertura del sabato mattina.
E, per gli abitanti di Valprato, diventano quindi soltanto più due (martedì e giovedì) i giorni della settimana in cui l’ufficio del capoluogo resterà aperto al pubblico: nei rimanenti quattro giorni feriali toccherà a loro scendere di almeno tre chilometri (che però diventano ben dieci dalla più lontana frazione di Piamprato) per trovare uno sportello postale aperto a Ronco (dalle ore 8,20 alle 13,45, e solo fino alle 12,45 il sabato).
Niente di nuovo, invece, nel piccolo comune di Ingria (50 residenti), il quale, per le maggiori distanze dai più vicini uffici postali (Ronco e Pont Canavese), riesce  per il momento a “salvare” i suoi tre giorni di apertura settimanale (lunedì, mercoledì e sabato).
Sono queste, in valle Soana, le conseguenze del piano di riorganizzazione, o meglio, della cosiddetta “rimodulazione” degli orari degli uffici varato, non senza polemiche, da Poste Italiane, e contro il quale numerosi sindaci dei piccoli centri stanno combattendo da mesi una battaglia per conservare quello che, ancora fino a pochi anni fa, sembrava essere un servizio sicuro ed incancellabile in ogni più remoto angolo dello stivale.
E tra i più battaglieri c’è proprio il sindaco di Ronco Canavese, Danilo Crosasso, che in pieno agosto ha inviato lettere di fuoco sia alla direzione di Poste Italiane, (nonché per conoscenza anche ad organi politici quali il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ed al presidente della Città Metropolitana di Torino e dell’Anci Piero Fassino), per contestare una decisione ritenuta ingiusta e penalizzante e che, sottolinea Crosasso, “denota arroganza e indifferenza nei confronti dei diritti della popolazione di un piccolo Comune di montagna”.
“ Ribadisco quanto già espresso in precedenza e comunico che il Comune di Ronco adotterà tutte le vie legali per bloccare questo provvedimento ingiusto e discriminante – ha scritto tra l’altro il sindaco di Ronco – e che in occasione della prima chiusura dell’ufficio postale in osservanza del nuovo orario provvederò personalmente a sporgere denuncia alla procura della Repubblica di Ivrea per sospensione di quello che è ancora un servizio pubblico essenziale. I cittadini di montagna non devono ancora una volta essere considerati cittadini di serie B. Combatteremo per difendere quello che nel nostro Comune è un servizio essenziale».
Ed in una successiva lettera, datata 17 agosto ed appesa alle bacheche in tutto il paese, Danilo Crosasso sottolinea ancora come, per quanto riguarda il comune di Ronco, non sarebbe stato rispettato “ il parametro previsto che vuole il punto di accesso entro la distanza massima di 5 chilometri per il 92,5% della popolazione”.
Di conseguenza il sindaco Crosasso, nella sua ultima lettera inviata a Poste Italiane, ribadisce che “al fine di evitare inutili spese legali al Comune di Ronco Canavese per vedere riconosciuta una richiesta legittima di revoca della chiusura parziale dell’ufficio postale di Ronco Canavese, sono con la presente a richiedere ancora una volta la revoca del provvedimento di chiusura dell’ufficio postale nei giorni di martedì e giovedì a partire dal 7 settembre”.
Data che ormai si avvicina a grandi passi, e che rischia di segnare, dopo le scuole ed i trasporti pubblici, un nuovo capitolo dello smantellamento, giustificato principalmente per ragioni di costi e di tagli della spesa, dei servizi essenziali nei piccoli centri di montagna.

Marino  Pasqualone
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