S.Besso in elicottero: si snatura una tradizione millenaria di Giorgio Cortese

Su di S. Besso, la  tradizione ufficiale vuole che egli fosse uno dei soldati della celebre legione  Tebana,   quasi tutti sterminati nel 286 d. C., ad Agaunum, l’attuale Saint Maurice nel Canton Vallese in Svizzera, per essersi rifiutati di adorare l’imperatore come un  dio.  Secondo questa tradizione, San Besso fu  uno dei sopravvissuti che si dispersero nelle zone alpine e che, nonostante fossero braccati dai soldati di Massimiano determinati a completare lo sterminio, iniziarono una intensa opera di evangelizzazione dei montanari pagani. Sul suo martirio esistono più versioni. Secondo quella riportata in un breviario, conservato presso la diocesi di Ivrea del 1473, viene raccontato come San Besso, invitato da alcuni ladri di bestiame ad un banchetto e accortosi della provenienza furtiva della carne di pecora che gli era stata offerta, abbia aspramente deplorato il costume dei montanari che lo ospitavano. Questi, adirati contro il santo, lo scaraventarono giù dal Monte Fauterio e lì, ancora in vita, egli fu raggiunto e trucidato dai legionari romani rimasti sulle sue tracce. Secondo la tradizione, il santuario fu costruito sul luogo del martirio. Ma pare, secondo  un’altra versione, avvenne che il santo,  miracolosamente salvatosi- si sia rifugiato nella vicina Valle di  Cogne ed in quest’ultima dimora sia poi stato massacrato dai legionari romani che erano sulle sue tracce. Secondo  la tradizione orale, tramandata oralmente tra la gente della  Val di Cogne, San Besso non era un legionario romano, ma soltanto un devoto pastore locale che Dio ricompensava facendo prosperare il suo gregge. Secondo tale versione popolare egli sarebbe stato scaraventato giù dalla rupe da alcuni montanari miscredenti, resi furenti dall’invidia. Una versione di questo antico culto è certamente precristiana, legata a un momento di incontro tra popolazioni celtiche che si erano insediate nelle diverse vallate, ed è caratterizzata dalla persistenza di un forte culto legato alla pietra scheggiata, presente nella struttura del  Monte Fauterio. Ancora oggi le popolazioni di Cogne e Campiglia sono fortemente attaccate alla tradizione dei poteri taumaturgici della roccia di Besso, ovvero di scaglie scalpellate dalla roccia del monte Fauterio.  Oggi si vuole cancellare una millenaria tradizione di incontro tra popolazioni provenienti da valli adiacenti che si impegnavano in un lungo tragitto a piedi, per utilizzare la tecnologia dell’elicottero che con il solo battere di pale azzera  una tradizione millenaria. La  tradizione non si può ereditare e chi la vuole deve conquistarla con grande fatica. Mi domando chi decida chi portare e chi no sull’elicottero? E se … cambiasse il tempo nel pomeriggio tale da impedire all’elicottero di volare, come farebbero a scendere? L’utilizzo  dell’elicottero per questo evento con l’impatto ambientale non conta? Ricordo che la tradizione è una bellezza da conservare, non una nuova tecnologia come l’elicottero, utilissimo in montagna per portare soccorso ma non per portare a spasso le persone. E poi l’alternativa esiste già per chi non può recarsi a piedi, con la diretta streaming che viene diffusa in tempo reale nella reta globalizzata mondiale.