PONT: Sandretto, relazioni chiuse con il sindacato locale di Ornella De Paoli

Dura presa di posizione della direzione della Sandretto spa nei confronti dei rappresentanti sindacali.
tratto da la Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli
Con un comunicato diramato venerdì scorso, l’azienda rende noto che nel corso dell’incontro svoltosi in Regione il 6 maggio i vertici aziendali hanno decretato «la chiusura di ogni colloquio sindacale con le rappresentanze locali delle Fiom intervenute dichiarando che «d’ora in poi i loro interlocutori saranno solo i rappresentanti regionali o nazionali del sindacato, con adeguata esperienza in situazioni delicate come quelle dell’industria pontese».
A provocare la rottura è stato lo sciopero di otto ore indetto dai lavoratori, i quali, quel giorno, erano tornati a presidiare lo stabilimento proprio mentre era in corso l’incontro tra l’amministratore unico, Fabio Ventriglia, con l’assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero, le Rsu e i rappresentanti Fiom, nonché con quelli di Finpiemonte e Confindustria e con il sindaco Paolo Coppo. Motivo della mobilitazione, la decisione unilaterale dell’azienda, secondo gli scioperanti, di non applicare più gli accordi relativi a ferie e permessi, oltre alla preoccupazione per il fatto che, a loro avviso, la ripresa della produzione andrebbe a rilento mettendo in forse il rientro in fabbrica di tutti i 127 dipendenti allo scadere della cassa integrazione a settembre. Secondo la direzione aziendale, invece, lo sciopero sarebbe stato strumentale e anacronistico, basato su false affermazioni ed, inoltre, nonostante regolari convocazioni, non sarebbe riuscita a colloquiare con le Rsu da parecchi mesi.
«L’azienda si attiene scrupolosamente alle normative in vigore e agli accordi nazionali vigenti in merito alla fruizione di ferie e permessi – comunica la Sandretto -. Le motivazioni dichiarate per lo sciopero fanno riferimento ad accordi stipulati con la precedente Romi Italia. che non sono stati contrattualmente recepiti dalla Sandretto spa e nemmeno negoziati con i sindacati. La Sandretto precisa, inoltre, che negli ultimi due mesi, corrispondenti con la prevista salita produttiva delle presse nuova Serie Dieci e il relativo richiamo di operai al lavoro, i sindacati hanno indetto ben tre scioperi per lamentare la mancata produzione, proprio nel periodo in cui l’azienda ha aumentato a doppia cifra le ore lavorate».
Secondo l’azienda questo dimostrerebbe «che una parte dei sindacati e dei lavoratori non sarebbe interessata al ritorno alla piena produttività, bensì solo alla continuazione di uno status quo basato sul sussidio governativo per cui il nome Sandretto è ormai una scusa usata da molti anni».
Ornella De Paoli