Scrivere….- Gennaio-Vita nuova. O quasi!-Scripta Manent. Nella vita chi si scusa si accusa!! di Giorgio Cortese

Scrivere….
Scrivere è la mia malattia, le continue mail i sintomi inequivocabili. Nella vita ho un’unica certezza: scrivo. Scrivere è stata un’esperienza che nel corso degli anni mi ha cambiato profondamente, e contemporaneamente ha cambiato intrinsecamente significato. Inizialmente, forse scrivere era trovare una valvola di sfogo alla vita quotidiana. Dopo, è stata una spalla sulla quale piangere, un profumo da stringere di notte, una stella da guardare, una musica che mi suonava in testa. Fermarmi non posso e arrendermi neppure, continuo a camminare lungo il sentiero della vita, poesie, versi e paragrafi sono come strane fotografie impresse su fogli bianchi che mi ricordano i passi già percorsi. Sto parlando troppo, lasciamo che la penna, ops le mail a parlare per me.
Favria, 1.01.2015 Giorgio Cortese

Mi viene da pensare che certe poesie sono la sintesi di refoli di pensieri che vengono messi per scritto, sono la prima concreta certezza del mattino

Gennaio
Ecco gennaio, il primo mese dell’anno. La campagna è ancora spoglia, deserta, silenziosa. Gli alberi alzano i rami verso il cielo grigio con i rami nudi. Tutto è addormentato nell’aria fredda non odo i ronzii di insetti o i canti degli uccelli. Solo qualche timido passero e merlo saltellano qua e là in cerca di cibo. La nascita del nome di questo mese è curiosa, pensate che trae origine da Giano, il dio che i Romani raffiguravano con due facce: una rivolta al passato e un’altra all’avvenire. Secondo il mito Giano fu re dell’antichissima Italia, e ospitò Saturno quando il vecchio dio fuggì per sottrarsi dallo scontro del figlio Giove. Il luogo dove Saturno si nascose fu chiamato Lazio. Saturno, ricompensò Giano dandogli il dono della prudenza e la facoltà di vedere nel futuro come nel passato. Questo mito con l’inizio dell’anno mi fa pensare che bisogna sempre a meditare sui giorni scomparsi e mi allettano i giorni che debbono ancora venire. Che cosa ci riserveranno essi? Ma mentre pensavo a questo d’improvviso nel parco si leva un canto sommesso. Eccolo il re delle siepi, lo scricciolo. Lo vedo saltellare da ramo in ramo con le penne arruffate dal freddo. Con il suo piccolo canto mi da la certezza nel mio animo che arriverà di nuovo la primavera quest’anno
Favria, 2.1.2015 Giorgio Cortese
Gli eschimesi hanno 52 termini per indicare la neve, perché essa per loro è tanto speciale, ce ne dovrebbero essere altrettanti per l’amore verso il prossimo.

Vita nuova. O quasi!
Un anno è alle spalle, un altro si spalanca alle mie speranze. Ma il futuro dipende soprattutto da me. L’anno vecchio è alle spalle. Quanti incontri e quanti avvenimenti sono successi. Alcuni belli che, mi hanno fatto gioire; altri brutti che mi hanno preoccupato e rattristato. La mia storia durante l’anno si è intrecciata con quella delle persone che ho incontrato e, sicuramente con quella di qualcuno incontrato per la prima volta. È stato anche un anno difficile, con la parola crisi che sbucava da ogni parte, dalle pagine dei giornali, nei discorsi alla tv e anche nelle chiacchiere si è sentita ripetere in continuazione. Adesso sono tentato di voler dimenticare quello che non mi è piaciuto e non è andato come avrei desiderato, eppure tutto ciò che accade ha un senso e sarebbe un peccato, oltre che impossibile, pensare di poterlo cancellare. Piuttosto è bene provare a capire e giudicare quello che è successo, soprattutto in questo momento in cui si apre davanti a me una nuova occasione. Eh, sì! Il nuovo anno, ancora neonato, si spalanca con tutte le sue opportunità e il mio animo è pieno di speranze e propositi. Speranza di stare bene, insieme alle persone cui tengo e speranza che accada qualcosa che mi sorprenda e ci renda contento di alzarmi la mattina, fare i compiti, giocare, coltivare le amicizie e le mie passioni. E poi i propositi. L’anno che è appena arrivato un po’ conosce già la sua strada, ma un po’ dovrò indicargliela anch’io. Ritengo che ciascuno ha la possibilità di creare occasioni perché il tempo non passi invano e si possa crescere davvero, non solo nella taglia dei pantaloni! Allora accolgo il 2015 certo che anche io posso fare la differenza. Ogni giorno, ovunque dove sono
Favria, 3.1.2015 Giorgio Cortese

Anche quando avrò messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una, quella che dall’interno della mia coscienza!

Scripta Manent. Nella vita chi si scusa si accusa!
Una famosa frase latina di origine medievale cosi dice: “Excusatio non petita, accusatio manifesta. La sua traduzione letterale è “Scusa non richiesta, accusa manifesta”, forma proverbiale in italiano insieme all’equivalente sopracitato “Chi si scusa, si accusa”.Il significato di questa locuzione è che se non hai niente di cui giustificarti, non scusarti. Affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può infatti venir recepito come un atteggiamento sospetto, un indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere.Già San Girolamo, nelle sue lettere avvertiva: dum excusare credis, accusas, mentre credi di scusarti, ti accusi”
Favria, 4.1.2015 Giorgio Cortese

Il vantaggio di aspettare è avere la possibilità di riflettere