Siamo tutti esseri umani – AAA DONAZIONE SANGUE – A Favria l’oscura notte si è tinta di bianco… – Lettera aperta agli esseri inumani!- Res Gestaea Favriesi, impianto elettrico del 1910-Estate emergenza sangue. – L’aringa rossa! – Sogno o realtà attuale. – Res Gestae Favriesi Madonna della Neve 1910. – Spam… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Siamo tutti esseri umani
Ho appreso dai media l’ennesima strage di vittime inermi, scene che richiamano l’orrore disumano della strage parigina al Bataclan, un bagno di sangue contro vittime indifese in un altro luogo di svago, a pochi metri dall’ambasciata italiana in Bangladesh. Il mio animo è percorso da sgomento ed angoscia, ma non odio, di fronte alla più grave strage di italiani civili perpetrata in un attentato terroristico all’estero. Certo le istituzioni mi richiamo all’ora che mi è data da vivere con le bandiere a mezz’asta nei palazzi delle Istituzioni. Ma la mia mente corre subito subito ai giorni dell’eccidio consumato a Nasiryiah il 12 novembre di tredici anni fa, costato la vita a 19 italiani, quasi tutti militari. Allora mi ero consolato, pensando che essendo militari erano morti, per la Patria, in un paese ostile e tutt’altro che pacificato dopo quella che viene chiamata la “seconda guerra del Golfo”. Ma oggi il mio animo si ribella all’idea della morale di questi assassini, una concezione della vita nichilista che è indifferente della vita altrui e della propria. Questi farabutti, sono votati all’annientamento esistenziale, che dovrebbe indurre a profonda riflessione sui valori umani e culturali che, consapevolmente o meno, hanno dato con la vita i nostri nove concittadini trucidati a Dacca, con mani e cuori disarmati, ma con le capacità, l’apertura mentale, lo spirito di iniziativa necessari per portare a ottomila chilometri di distanza il frutto delle loro abilità professionali. Pesone pronte a confrontare e a scambiare con interlocutori di usanze di fede diverse, certo con obiettivi commerciali e interessi economici evidenti, ma altrettanto sicuramente senza desiderio di sopraffazione o sete di dominio. Ma allora che cosa si può opporre a questi folli che sognano il niente, per vincerli? Certi i nostri i nostri valori sono più forti del loro nulla. Ma per vincerli non dobbiamo ascolatre le sirene degli spacciatori del nulla, delle facili popolustiche soluzioni. Dobbiamo sconfiggere gli speculatori del nulla che contano solo ad arricchirsi, magari a spese di quegli stessi popoli resi poi facili prede dei fomentatori di violenza e di odio. Dobbiamo come Europei, ritornare alle nostre comuni radici, ritrovare nel patrimonio comune l’aggregante che ci cementi come Europa, un patrimonio immenso, un tesoro capace di ispirare la cultura e di donare la sua ricchezza a tutto il mondo i suoi tesori. Altrimenti avremo avuto altri connazionali morti invano, e questo non possiamo permetterlo.
Favria 9.07.2016 Giorgio Cortese

Se guardo negli occhi un animale, tutti i sistemi filosofici del mondo crollano. Gli occhi di un animale hanno il potere di parlare un grande linguaggio. Si dice che gli animali non vadano nel Paradiso di noi umani, per questo, spero di andare io nel loro.

Comunicato importante
in queste ultime settimane, la Banca del Sangue ci ha chiesto di attivare le chiamate dei Donatori di gruppo 0 neg e 0 pos per il prolungarsi di una grave situazione di carenza sangue. Viste le notevoli problematiche nel reperire Donatori disponibili nel periodo estivo, la nostra Associazione, in condivisione con l’AVIS, ha richiesto e ottenuto la sospensione per tutto il periodo estivo della procedura della donazione differita per i soli donatori che non donano da oltre 24 mesi. Quindi da domani e per tutto il periodo estivo, anche i donatori inattivi da oltre due anni potranno effettuare regolarmente la donazione. Visto il periodo di grave carenza, cogliamo l’occasione per esortarvi a reclutare donatori di gruppo sanguigno 0 pos e 0 neg e, in caso di aumentata affluenza al prelievo, di dare precedenza alla loro donazione.
Via aspettiamo mercoledì 13 aprile a Favria ore 8,00- 11,20 cortile interno del Comune. Grazie se venite e se fate passa parola.

AAA DONAZIONE SANGUE MERCOLEDI’ 13 LUGLIO 2016.
Mercoledì 13 donazione del sangue a Favria cortile interno palazzo comunale dalle ore 8 alle ore 11,20. Possono donare sangue le persone in buona salute con una età compresa tra 18 anni ed i 60 anni (per candidarsi a diventare Donatori di sangue intero), 65 anni (età massima per proseguire l’attività di donazione per i Donatori periodici), con deroghe a giudizio del medico. Con un peso superiore a 50 kg,. Gli altri criteri sono una pressione arteriosa: inferiore o uguale a 180 mm di mercurio (Sistolica o MASSIMA). Pressione arteriosa: inferiore o uguale a 110 mm di mercurio (Diastolica o MINIMA). frequenza cardiaca compresa tra 50-100 battiti/min (anche con frequenza inferiore per chi pratica attività sportive). Il valore dell’emoglobina, deve avere un livello minimo di 12,5 g/dl nelle donne e di 13,5 g/dl negli uomini.. E’ importante, per i cittadini non italiani che il donatore deve poter dimostrare l’effettiva capacità di leggere e comprendere il materiale informativo. Al donatore di sangue spetta la giornata retribuita in caso di lavoro dipendente. Per i nuovi donatori, chiamati “Candidati Donatori” che si presenteranno presso la nostra sede di prelievo per la prima volta o dopo 24 mesi dall’ultima donazione, verranno effettuati esclusivamente degli esami. Successivamente, se sulla base degli esiti dei referti risulteranno idonei, potranno diventare “Donatori” e proseguire in questo importante percorso e pertanto godranno solo di avrà diritto alla sola giustifica oraria. Per il periodo estivo sono esclusi i donatori gruppo 0 che possono donare. Se puoi venire a donare Ti aspettiamo abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola.
Favria 9.07.2016 Giorgio Cortese

A Favria l’oscura notte si è tinta di bianco…..
A Favria l’oscura notte si è tinta di bianco….. e si sono animate le strade del centro. Venerdì 8 luglio, ieri sera ecco di nuovo l’appuntamento della notte bianca di Favria. La notte bianca ha illuminato Favria, donando alle antiche strade della Comunità una atmosfera magica permeata da musiche ed attrazioni in un caldo venerdì estivo. Personalmente so poco della notte ma la notte sembra sapere di me, e in più, mi cura come se mi amasse, mi copre la coscienza con le sue stelle. La parola notte deriva dal latino “Nox”, “Nyx” in greco, che a sua volta deriva dal sanscrito “Nac”, che vuol dire “tempo nel quale sparisce la luce”. L’espressione “passare la notte in bianco” deriva invece da una tradizione del Medioevo. I cavalieri trascorrevano la notte precedente l’investitura in una cappella, in preghiera e in meditazione, indossando una veste bianca, simbolo di purezza. E allora la notte bianca favriese illumina il buio della notte. Ma se alzo gli occhi al cielo un pugno di coriandoli gettati nell’universo buio brillano, ed io immagino che sono i desideri di noi esseri umani che a volte si spengono e cadono come stelle cadente. Sono lì che mi stupiscono nella loro luce propria come coltre stellata, una coperta che avvolge la notte. Tornando alla notte bianca favriese mi viene da pensare che se il giorno ha occhi che mi permettono di vedere i monumenti e gli edifici costruiti da persone che nei secoli hanno calcato con il loro passi le strade più antiche della Comunità, la notte, invece, ha orecchie perché mi permette di sentire brusii di vita, musica ed animazione che rendono viva la Comunità in cui vivo. Trovo le notti come questa, calde, lunghe ma incantevoli per ascoltare le storie. Notti così sono più vive ed intensamente colorate del giorno. E poi da ottimista sono convinto che al di là della notte mi aspetterà domani, lo spero il sapore di un nuovo giorno tinto di azzurro. Concludo ringraziando il Comune, i commercianti, la Consulta Commercio, Favria Giovane per aver concesso un gazebo alla Fidas di Favria, per propaganda donazione mercoledì 13 luglio ore 8-11,20 cortile interno del Comune. Un grazie a tutti, ma dico proprio tutti quelli che si sono prodigati per la bella riuscita dell’evento, e peccato che sia già finita questa bella serata dove si è camminato, gustato buon cibo e deliziose bevande e parlato con concittadini in un luogo qualunque, ascoltato storie e fino a quando non sono finite le parole ed ho ceduto al sonno ed alla stanchezza della giornata.
Favria, 9.07.2016 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno ci sono due cose che mi hanno sempre sorpreso: l’intelligenza degli animali e la bestialità di noi uomini. E allora se si deve censurare il comportamento di una persona non dovrei dire che è una “bestia”, ma forse dovrei dire “umano” per la crudeltà del suo comportamento.

Lettera aperta agli esseri inumani!.
Questa lettera aperta è per tutti gli esseri inumani ed incivili che nel periodo estivo e non solo pensano di essere dei “furbi” ed abbandonao gli animali domestici, in maggioranza cani per andare in vacanza senza problemi. Questo succede spesso perchè sono persone, nella vita di tutti giorni, incaute e superficiali. “Animali” che scelgono dei cani per il vezzo le moda del momento e poi d’estate quando devono andare in ferie non sono capaci di gestire la situazione. La maggior parte dei casi sono cani non denunciati, “illegali” e quindi senza microchip. Certo ogni estate la televisione e tutti i media, ci fanno notare questo fenomeno che, a mio parere, non ha l’attenzione dovuta, è il periodo estivo, infatti, quello dove si concentra il maggior numero di abbandoni, creando un fenomeno che presenta differenti conseguenze. Parte di questi animali muore subito dopo l’abbandono per denutrizione o per avvelenamento e nei peggiori dei casi, soprattutto i cani, dopo aver causato un incidente stradale. Sono infatti le strade trafficate dai veicoli i luoghi prescelti dai veri e propri “animali”che scelgono di tradire i loro fedeli e devoti compagni di vita per una breve vacanza estiva. Questi cani, randagi, sono senza più padrone, ma il vero “cane” e chiedo scusa al fedele quadrupede e chi li abbandona condannandoli, se va bene ad un affollato canile con i costi a carico della Comunità o ahimè ad una morte certa. Bei fenomeni! Ricordo che l’abbandono dell’animale costituisce reato penale e ritengo che le pene dovrebbero essere inasprite ancora di più. Mi domando che razza siete se umana o disumana? Siete dei criminali senza coscienza, e mi viene da pensare che se abbandonate un animale domestico siete capaci di atteggiamenti ancora più cinici verso gli anziani e le persone sole. Che tristezza! Poi magari Vi atteggiate a brave persone, ma dietro la patina buonista siete solo dei sepolcri imbiancati. Ritengo che il fenomeno dell’abbandono e soprattutto quello del randagismo meriterebbero una maggiore attenzione! La campagna dovrebbe avere un periodo più lungo, visto che il crudele evento degli abbandoni non si verifica soltanto nell’arco di un mese e, soprattutto, non implica conseguenze che si ripercuotono nel solo periodo estivo. È infatti vero che gli abbandoni si concentrano in modo sostanziale tra luglio e agosto, ma è anche vero che la diretta conseguenza di queste azioni alimenta il randagismo tutto l’anno, creando non pochi problemi anche di carattere sanitario.
Questa mia lettera la invio esclusivamente per amore degli animali e con amarezza constato sempre di più di amare i sentimenti veri degli animali, che le cattiverie dei miei simili
Bau!
Favria 10.07.2016 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno corrobora l’animo il cogliere lo stupore e la meraviglia negli occhi dei bambini, quando vedono la loro favola diventare realtà, che risveglia in me adulto la speranza e la voglia di sognare ancora. In fondo, nell’animo di ogni adulto c’è un bambino che sogna

Res Gestaea Favriesi, impianto elettrico del 1910
In data 28 agosto la Giunta Municipale riunita nelle persone Dagasso Geom. Domenico, sindaco; Borgialli Bartolomeo e Marchiandi Simone assessori delibera per il passaggio nel territorio Favriese dell’impianto elettrico Rivarolo, Forno-Rivara della società Elettrica Alta Italia. Successivamente in data 4 settembre il Consiglio Comunale delibera un sussidio a favore dei danneggiati del terremoto del 1908 e a favore orfani calabresi. Nella medesima riunione vengono istituite le classi 4 e 5 elementare miste e viene designata come insegnante provvisoria la maestra Giulia Chiri per l’anno scolastico 1909 – 1910 con uno stipendio di lire 350 annuo.
Favria 11.07.2016 Giorgio Cortese

Il miracolo oggi non è più quello di camminare sulle acque, ma di camminare nella vita oggi nel momento presente e d’apprezzare la bellezza e la pace che sono disponibili ora

Estate emergenza sangue.
L’estate è alle porte e fervono i preparativi per le vacanze ma prima di partire vieni a donare, Ti aspettiamo MERCOLEDI’ 13 LUGLIO A FAVRIA TO, cortile interno edificio comunale dalle ore 8 alle ore 11,20. Ricordo che i nuovi donatori o chi da più di 24 mesi non dona diviene “CANDIDATO DONATORE” e gli verranno effettuati esclusivamente degli esami. Successivamente, se sulla base degli esiti dei referti risulteranno idonei, potranno diventare “Donatori” e proseguire in questo importante percorso, e sulla base dell’articolo 8 della legge 219 del 21 ottobre 2005, al candidato donatore verrà rilasciata la giustifica oraria. Ai donatori invece, che effettua la donazione, sulla base dell’articolo 8 della legge 219 del 21 ottobre 2005, il Donatore che svolge attività di lavoro dipendente può usufruire di un permesso retribuito per l’intera giornata in cui effettua la donazione. Ricordo che donare il sangue è importante e durante l’estate le persone che ne hanno bisogno non vanno in vacanza. E’ importante che i nuovi donatori vengano in questa sessione di prelievo per poter donare , se idonei il sangue a FAVRIA VENERDI 12 AGOSTO, c.a.. stesso orario. Se venite a donare per cortesia avvisatemi a mezzo messaggio su cell 3331714827 o avvisando altri membri del Direttivo per poterVi fornire un sempre migliore servizio. Grazie. Noi al 13 luglio doniamo e Tu che ci leggi cosa aspetti!
Favria 12.07.2016 Giorgio Cortese

L’esperienza di questi primi 58 anni di vita mi ha insegnato che se aspetto il momento ideale, nel quale tutto è sicuro e garantito, può darsi che quel momento non arriverà mai e cosi non scalo le montagne della vita, non vinco le quotidiane corse e non tenter5ò di raggiungere un pizzico di gioia che viene chiamato felicità

L’aringa rossa!
Oggi parlo dell’argumentum ad hominem, argomento contro l’uomo, che è una strategia della oratoria con la quale ci si allontana dall’argomento della polemica contestando un’affermazione dell’interlocutore. Tale strategia retorica è molto utilizzata ai giorni nostri nelle discussioni politiche e nelle polemiche giornalistiche. Le argomentazioni ad hominem fanno parte delle manovre diversive (a volte indicate in francese chiffon rouge o in inglese red herring, che distolgono l’attenzione dall’argomentazione centrale per puntarla su temi collaterali o estranei alla discussione. Diverso è l’argumentum ad personam dove, invece di controbattere gli argomenti dell’interlocutore lo si attacca minacciandolo o deridendolo. Un argomento ad hominem si costruisce, prevalentemente, nella seguente maniera, prima si afferma la tesi X, poi si attaca A che è collegato in qualche maniera ad X, cosi si dimostra la tesi X propugnata da A è falsa. La fallacia logica degli argomenti ad hominem è evidente (un argomento è vero o falso a prescindere da chi lo sostiene) ma spesso è facile cadere nel tranello di tali argomentazioni, che distolgono l’attenzione dall’argomento X spostandola su A. se affermo che A è vegetariano, poi dico che anche Hitler era vegetariano e quindi A è come Hitler e allora essere vegetariani è ingiusto. Questo esempio si chiama reductio ad Hitlerum. Termine ironico coniato negli anni 50 del 900, ed è una tattica di dialettica politica che mira a squalificare un interlocutore comparandolo ad un personaggio malvagio con Hitler. Esiste anche la tecnica dell’avvelenamento del pozzo che è una forma di argumentum ad hominem preventivo. A differenza delle precedenti tipologie la tesi da contrastare non è ancora stata espressa, ma si crea un pregiudizio verso il proprio avversario. Nei paesi di lingua inglese, viene anche utilizzata la tecnica detta “aringa rossa, red herring” con il tentativo intenzionale di confondere o distrarre l’interlocutore. L’espressione deriva dall’usanza di salare e affumicare le aringhe che con questo trattamento diventano rosso-brunastre, per conservarle a lungo. Durante le campagne di caccia le aringhe affumicate distraevano i cani dalla traccia e potevano essere usate dai cacciatori per sviare su false piste i cani dei cacciatori concorrenti. Purtroppo mentre certi politici duellano sul nulla e sono incapaci a sintonizzarsi sulla frequenza della propria coscienza, certi leggi e regolamenti a volte ci fanno sentire stranieri nella terra natia e allora forse ad oggi l’’unica rottamazione che ha successo in Italia è quella delle persone migliori.
Favria, 13.07.2016 Giorgio Cortese

Una foto è un istante arrestato, il più forte, il più toccante, il più doloroso e come la musica, coglie l’attimo che non riesco a cogliere, ciò che sono stato e ciò che avrei potuto essere.

Sogno o realtà attuale!
Leggendo la commedia lieta e festosa di William Shakespeare: “Sogno di una notte di mezza estate”, al di sotto dell’apparenza di commedia lieta e festosa, dietro quel gioco per bambini di filtri amorosi che permettono scambi di coppie ho l’impressione che ciò di cui si parli sia l’inconsistenza e fragilità della radice dell’amore e della vita, questa è la genialità di Shakespeare. La matrice platonica dell’opera è evidente nella analogia-contrapposizione fra l’amore ideale, rappresentato dalla coppia ‘soprannaturale’ Oberon-Titania e dai rispettivi seguiti di fate e folletti tratti dalla mitologia celtica, Puck in primo luogo, e l’amore reale, incarnato dalle tre coppie Teseo-Ippolita, Ermia-Lisandro ed Elena-Demetrio. Coppie disarmoniche, poiché Ippolita è la regina delle Amazzoni che sposa il suo vincitore Teseo, mentre Ermia è amata follemente sia da Lisandro, che ella riama che da Demetrio, che è ufficialmente fidanzato con lei grazie alla volontà del padre della fanciulla, il vecchio Egeo. Mentre Elena non è amata da nessuno ed ama, non ricambiata, Demetrio. Infine vi è un terzo livello di amore: la rappresentazione dell’amore che ne fanno, nella involontariamente grottesca Tragedia di Piramo e Tisbe, gli artigiani desiderosi di esibirsi per le nozze del loro duca con un atteggiamenti goffi e inadeguati da creare irresistibili quanto casuali effetti comici nella lettura. Quando poi Titania, vittima di un incantesimo ordito da Oberon, che la vuol ‘punire’ per non aver voluto cederle un grazioso paggio indiano, e materialmente realizzata da Puck, s’innamora follemente di uno di questi attori improvvisati, Bottom dalla testa d’asino, la commedia tocca il vertice della spiritosa fantasiosità e, al tempo stesso, sfiora insensibilmente le corde di una malinconia pensierosa. Infatti la situazione in cui viene a trovarsi la leggiadra Titania, è contemporaneamente esilarante ma anche penosa: lei, la regina delle fate, bellissima ed aerea, ‘costretta’ ad innamorarsi, e a degradarsi con un essere semi-asinino dall’intelligenza assai mediocre, ancorché capace di stralunate notazioni di ‘saggezza’, che rappresenta la precarietà tra l’amore ideale e quello quotidiano. Mi limito a fare un breve riassunto della vicenda, nell’imminenza delle nozze di Teseo e Ippolita, Egeo conduce dal duca sua figlia e pretende che, se ella non si sottometterà al suo volere sposando Demetrio, l’antica legge di Atene dovrà condannare a morte la fanciulla. Teseo, sebbene a malincuore, è costretto a promettere che così avverrà. Quella sera stessa Ermia e Lisandro fuggono dalla città e si danno appuntamento nel bosco, ma Elena, che ha saputo ogni cosa dall’amica, pur di ingraziarsi Demetrio lo avverte di quello che sta per accadere. Perciò anche Demetrio si inoltra nel bosco alla ricerca di Ermia, seguito da una Elena sempre più umiliata e ferita nel suo amore non corrisposto, e tuttavia decisa a non perdere di vista il giovane. Oberon, frattanto, avendo ascoltato i rimproveri di Demetrio ad Elena che si ostina a seguirlo, decide di farli rappacificare e ordina a Puck di versare un filtro amoroso sugli occhi di Demetrio, che lo farà innamorare della prima persona che vedrà, che è lo stesso filtro che Puck versa sugli occhi di Titania addormentata. E mentre Titania, al risveglio, vede il tessitore Bottom con la sua testa d’asino e se ne innamora perdutamente, Puck pasticcione scambia Lisandro per Demetrio e gli versa il filtro al posto dell’altro, cosicché, svegliandosi e vedendo per prima Elena, il giovane le dichiara il suo amore. Resosi conto dell’errore commesso da Puck, Oberon versa il filtro sugli occhi di Demetrio, con il risultato che ora entrambi i giovani si dicono presi d’amore per Elena. Entrambe le fanciulle si sentono beffate, Elena perché crede che sia tutta una beffa crudele ordita ai suoi danni ed Ermia perché non sa capacitarsi del voltafaccia di Lisandro e si sente profondamente tradita; sicché le due ragazze si bisticciano aspramente, mentre i due giovani si accingono a battersi per disputarsi l’amore di Elena. Un divertente intermezzo è dato dalla compagnia degli attori dilettanti che sono entrati nel bosco di notte per provare le scene del dramma di Piramo e Tisbe, da recitare per le nozze del duca. Il loro gergo è assurdamente pretenzioso e inconsapevolmente ridicolo, come la loro recitazione; basati dire che uno di loro rappresenta il muro attraverso il quale dialogano i due infelici amanti, con due dita aperte a rappresentarvi una fessura; un altro è il leone e un terzo, munito di lampada a olio, rappresenta il chiaro di luna. Oberon, intanto, impietosito dalla degradazione in cui è caduta Titania, che bacia e abbraccia Bottom dalla testa d’asino, uno scherzo, quest’ultimo particolare, del solito Puck, la scioglie dal filtro dopo aver ottenuto la restituzione del paggio. Una nube magica avvolge i due giovani che stavano per battersi e, vagando a casaccio nell’oscurità, tutti e quattro gli amanti cadono a terra sfiniti, e si addormentano sull’erba. Mentre dormono, Puck, per ordine di Oberon, spreme sugli occhi di Lisandro il filtro che lo libera dall’incantesimo; sicché, al risveglio, il giovane torna felicemente all’amore di Ermia mentre Demetrio, che permane sotto l’influsso del primo filtro, continua ad amare Elena. Sopraggiungono intanto Teseo ed Ippolita, il testardo Egeo, finalmente, si arrende alla volontà della figlia, e acconsente alle nozze di lei con Lisandro. Così, in un giorno solo, vi saranno tre matrimoni: del duca con Ippolita: di Lisandro ed Ermia; e di Demetrio con Elena. La recita degli attori-artigiani manderà gli spettatori in visibilio con una serie di gaffes tanto più irresistibili, in quanto inconsapevoli. Per finire il commiato al pubblico è riservato ai versi di Puck, spirito folletto che ha rappresentato l’imprevedibilità e la capricciosità dei bruschi voltafaccia dell’amore, aggiungendovi un pizzico di malizia che gli viene dal mondo un po’ inquietante del folklore anglosassone:“Se noi ombre vi abbiamo irritato, non prendetela a male, ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia….. Come è vero che sono un Puck onesto, se abbiam fallito vi prometto questo: che, per fuggir le lingue di serpente, faremo assai di più, prossimamente. Se no, chiamatemi bugiardo e mentitore. Per ora buonanotte, signori e signore..”. Puck, Shakespeare, insiste sul fatto che si è trattato di una vicenda irreale, di una storia puramente fantastica, ma se lo afferma a parole, lascia intuire che non lo pensa affatto, tanto è vero che allude maliziosamente al carattere ribaldo, truffaldino e mentitore del personaggio che fornisce una tale interpretazione. I fili diversi del dramma, le nozze di Teseo e Ippolita, la lite di Oberon e di Titania, la fuga dei quattro amanti, la recita degli artigiani, s’intrecciano nel modo più facile in un sontuoso arazzo di vivaci colori contro lo sfondo della magica foresta. Il mondo classico e il mondo fiabesco si fondono come in un ‘trionfo’ del tardo Rinascimento. Se vede nella coppia Oberon-Titania è un riflesso dell’antica contesa tra Giove e Giunone, e i due esseri paiono partecipare della serena bellezza degli dei della Grecia, mentre Puck appartiene al mondo tenebroso e pauroso della superstizione celtica. Alla incantevole leggerezza del mondo degli elfi s’intona la vicenda umana; anche i movimenti e le passioni degli innamorati sembrano svolgersi secondo arabeschi di sogno, s’avviluppano in assurdi nodi e si dissipano d’incanto, come una danza elegante e astrusa governata dal capriccio d’Amore. Una gaia e assurda metamorfosi s’impadronisce anche degli umili artigiani, che non son macchiette marginali nel quadro, ma vengon travolti nella stessa atmosfera fiabesca e stravagante. Bottom con la testa asinina, la grottesca recita di Piramo e Tisbe, non sembran tanto imparentati al mondo classico di Luciano e di Ovidio, quanto alle bizzarre invenzioni del poeta. Mi viene in mente cose diceva ad uno studente, preoccupato per l’ascesa del nazismo Albert Einstein: “Non c’è niente da fare, giovanotto. Non compri più i giornali, non ascolti la radio e leggi Shakespeare”. Il consiglio di Einstein mi aiuta a capire l’importanza della lettura dei grandi del passato, in Shakespeare trovo sempre stimoli, riflessioni, chiavi di comprensione anche del suo presente e tutto questo suggerito con un’arte impareggiabile. Certo quello che leggo non è la realtà, ma queste grandi opere mi aiutano a svelarla per cogliere insegnamenti preziosi per le mie scelte né a porre rimedio ai miei umani errori, prendendone consapevolezza, ma sempre, se so guardare bene, dovo trovo sempre dei signor Bottom testa d’asino e gli altri personaggi nella realtà attuale.
Favria 14.07.2016 Giorgio Cortese

Solo un attimo di gioia, questo è il mio quotidiano il mio codice segreto. Questi attimi che colgo durante la giornata sono simili ad un balcone volto al mare, alla sintesi dell’alba e del tramonto, la luna a mezzogiorno ed il sole a mezzanotte, o alla neve ad agosto. Questi attimi attraversano il corpo e li sento pulsare con il sangue nelle vene. Ecco in questi istanti mi sembra di trovare il punto nel quale il tempo tocca l’eternità.
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Res Gestae Favriesi Madonna della Neve 1910
Il Consiglio Comunale del 22 ottobre delibera unanime di dare in affitto al signor Romano Inardi, industriale, per la somma annua di lire 10 la piazzetta della Madonna della Neve per deposito di ferramenta con la condizione di lasciare l’adiacente strada libera per una larghezza di metri quattro. Tale affitto può essere disdetto con preavviso di sei mesi, durata contratto di affitto 29 anni. Successivamente viene nominata la maestra per la prima classe femminili nella persona della signorina Enrietto.
Favria 15.07.2016 Giorgio Cortese

Oggi sono la mia attenzione a chi sceglie di esserci.

Spam
Oggi designiamo come spam un messaggio di posta elettronica indesiderato. Ma l’origine di questo lemma deriva dal nome di una marca americana di carne in scatola, oggetto di un celebre sketch dei Monty Python del 1970 . In questo sketch, due avventori di una bettola domandano che cosa offra la casa, e ogni pietanza è comicamente incentrata sullo Spam (Well, what’ve you got? – Well, there’s egg and bacon; egg sausage and bacon; egg and spam; egg bacon and spam; egg bacon sausage and spam; spam bacon sausage and spam; spam egg spam spam bacon and spam; spam sausage spam spam bacon spam tomato and spam . ‘Spam’ è una marca di carne processata in scatola che durante l’ultima guerra rappresentò un alimento basilare sia per i civili inglesi, sia per i militari alleati, e per lunghi decenni il suo nome è rimasto molto vivo nell’immaginario collettivo. Ora, i due avventori non gradiscono lo spam, ma gli viene proposto inevitabilmente in ogni piatto: l’analogia con le email non richieste e indesiderate che travolgono la casella di posta elettronica è immediata e intuitiva. Si tratta di un esempio brillante della creatività e del retroterra culturale che sostengono molti termini del gergo della rete, per quanto invece, di primo acchito, possano sembrare aridi e arbitrari
Favria. 16.07.2016 Giorgio Cortese

Presto o tardi ritengo che tutti noi scopriamo che i momenti importanti nella vita non sono quelli annunciati, non sono i compleanni, i diplomi e le lauree, ed i matrimoni. Insomma non sono i grandi obiettivi raggiunti. Le vere pietre miliari della vita sono meno pretenziose, arrivano alla porta della memoria senza essere annunciate, cani randagi che entrano, annusano un po’ in giro e semplicemente non se ne vanno più. La nostra vita è misurata da questi momenti, piccoli, brevi ed intensi.